CHILDHOOD

di Aika


SCREAM

Le prese il mento e iniziò a baciarla lungo il collo, scendendo giù, fino all’incavo, mentre con le mani le sfiorava sensualmente tutto il corpo, seguendone il profilo … Lentamente, descrivendo un cerchio con la punta del naso, iniziò a scendere verso il basso … lungo lo sterno, in mezzo ai seni morbidi e candidi, risvegliati dalle sue carezze audaci …
Preso dal desiderio li baciò e li mordicchiò, succhiando dolcemente i capezzoli turgidi ... i fianchi di lei iniziarono a muoversi inconsciamente, oscillando in modo irresistibile e adattandosi al ritmo della sua bocca che si spostò poi, sul suo ventre, descrivendo con la lingua cerchi di fuoco intorno all’ombelico … il gesto le provocò un tale piacere, da farla mugolare … continuò a baciarla … a darle piccoli morsi e ancora a succhiare, spostandosi sempre più in basso … fino a lambire con la lingua l’interno delle sue cosce e ad assaggiarne il suo sapore …
A quel gesto così intimo, gettò la testa all’indietro e gridò di piacere, mentre stringeva spasmodicamente le lenzuola con le mani, si sentiva investire da ondate di piacere così forti, da essere prossima all’orgasmo …
Ormai, al limite del suo desiderio, lui si fermò, lasciandola senza fiato e sull’orlo del baratro …
Con lentezza estrema, ripercorse lo stesso itinerario al contrario, baciandola delicatamente fino a che non si ritrovarono occhi negli occhi e …

Si svegliò di scatto e si mise a sedere sul letto ancora ansimando, madida di sudore …
-Fraçoise! ... tutto bene? –
-… cosa? ... sì ... sì … -
-Hai avuto un altro incubo? – le domandò Joe preoccupato, stringendola teneramente a se.
Lei lo fissava sgomenta, era molto turbata! Dalla missione in Congo … o meglio dall’incontro con Loki … ogni notte, lui veniva a trovarla in sogno, come fosse un incantesimo.
Ogni notte, si svegliava in preda a un turbinio di emozioni e Joe, le era sempre accanto, pronto a rassicurarla … ma … come poteva dirgli la verità? Come poteva dirgli che, mentre dormiva con lui, sognava un altro? Era così frustrante!
Loki era diventato più di una semplice ossessione, lo percepiva in continuazione … durante il giorno, la notte e … e sì … anche quando stava con Joe! … non riusciva a liberare la sua mente dalla presenza di lui.
-… Joe … - tentò di giustificarsi …
-Shhh! Le ultime settimane sono state dure per te … I Nuovi Fantasmi Neri non sembrano conoscere pietà e… e poi … la malattia ti ha estenuato … –
Joe continuava a stringerla a sé, accarezzandole i capelli, cercando di rassicurarla … e lei, non poteva far altro che sentirsi in colpa, tanto da trattenere a fatica le lacrime …
Appena si fu calmata un po’, lui la fece adagiare sul letto e lei, si riaddormentò, cullata tra le sue braccia …
Rimase a guardarla dormire per qualche ora, continuando ad accarezzarle i capelli delicatamente, timoroso di svegliarla … sul suo volto, riusciva a leggere la tensione anche mentre dormiva …
Si sentiva così inerme mentre, notte dopo notte, la vedeva risvegliarsi da quegli incubi e l’unica cosa che poteva fare, era stringerla a sé e consolarla … aveva cercato di capire cosa l’agitasse tanto, ma lei si rifiutava di parlarne e questo gli faceva male …
Era tutto così strano … era sempre stato lui quello chiuso … quello che non voleva aprirsi … ora invece, si trovava dall’altra parte della barricata e forse, per la prima volta, iniziava a capire, realmente, tutta la pazienza che lei aveva avuto con lui …
Ora, era compito suo, fare lo stesso per lei …
Sì … avrebbe aspettato, tutto il tempo che le serviva! … e poi, sarebbe tornato tutto come prima … ne era certo!
Rassicurato da questo ultimo pensiero, si addormentò ancora abbracciato a lei …

 

-Loki! Loki! –
Un improvviso vortice di fiamme divampò di fronte a Odino … rivelando, una volta dileguato, il giovane ragazzo dai capelli corvini.
-Eccomi, mio signore! –
-Dove diavolo eri? E’ da molto che ti chiamo –
-Scusate, mio signore … stavo facendo dei controlli … –
-Controlli… su che cosa? –
-Stavo ricontrollando l’esito della precedente missione…voglio essere sicuro che nulla mi sia sfuggito. –
-Loki! … smettila di perder tempo! Il progetto Madoba è stato un successo! Il tuo eccesso di zelo è fuori luogo! Voglio che ti concentri sulla prossima missione! –
-Sì … mio signore ... –
-Come procedono gli studi del dottor Gamo? –
-Il dottor Gamo sembra essersi buttato anima e corpo nel nuovo progetto … la selezione dei candidati ESP è già iniziata, quando sarà il momento, partiremo con il reclutamento. –
-Benissimo! E’ giunto il momento di utilizzare il nuovo chip creato dal dottor Droz! –
-Abbiamo già individuato l’obbiettivo giusto! La Grecia verte in gravissime condizioni finanziarie, il nostro intervento ha fatto sì che nascessero i primi tafferugli, ma la nuova classe politica, chiamata a risolvere il disastro finanziario, si è accorta che la spesa maggiore è destinata proprio alle armi che forniamo noi.
Il nostro contatto di Atene sta cercando di mercanteggiare, ma il nuovo ministro è stato eletto proprio per la sua integrità,  non sarà facile convincerlo. –
-Ma noi abbiamo un metodo di persuasione infallibile, vero? –
-Certamente, mio signore! –
-Bene! … puoi dare il via alla missione! –
- Sì, mio signore! –

-Dottor Droz, è pronto il chip Mkultra? –
-Loki, è sempre un piacere vederti. –
-Dottore, non sono qui per i convenevoli! –
-Certamente Loki, ma … forse … dovresti ricordare che tu esisti grazie a me! –
“Maledetto Droz, il solito vanaglorioso che non perde occasione per ribadire la propria autorità.”
-Dottore, io sarò anche una sua creatura ma …cerchi di ricordare, chi, le dà la possibilità di continuare indisturbato le sue ricerche! –
-Touchè, ma tu cerca di ricordare che forse, a Odino, non piacerebbe sapere come hai testato l’antidoto del progetto Madoba … non credi anche tu? –
“Ishii ha sicuramente parlato … ma come poteva conoscere l’utilizzo che ne ho fatto?... sta sicuramente bluffando.”
-Non capisco di cosa stia parlando, Dottore! Il mio compito è stato portato a termine egregiamente, la missione è stata un successo! Non è rimasta traccia del nostro passaggio … non vedo cosa potrebbe non andare a genio a Odino!?! –
Droz  lo guardò di sbieco e lascio cadere il discorso, per il momento …
-Qui c’è il tuo chip … ma bada che l’impianto deve essere innestato solo dal sottoscritto! … non voglio che qualche inetto, rovini tutto il lavoro che ho fatto! –
-Neppure se si offrisse il dottor Gamo? –
Loki sapeva di averlo punto sul vivo e l’ira che lesse negli occhi del Dottore gli fece capire di aver fatto centro!
Gamo era un genio, stimato da Droz e Ishii, ma la sua genialità era fonte d’invidia per i due scienziati e fare leva sul loro senso d’inferiorità era un colpo basso … ma non poteva farsi mettere i piedi in testa da quei due! … doveva mantenere la sua superiorità gerarchica.
-Loki! Attento a non abusare della mia pazienza! –
-Ne terrò conto, Dottore. – rispose con un risolino sadico … e dopo aver lanciato un’ultima occhiata di sfida all’uomo si dileguò.

 

-Loki, nella mitologia norrena, era il dio della grande astuzia e del caos, ingegnoso inventore di tecniche e diabolico ingannatore.
Era una figura ambivalente nel pantheon norreno, in taluni miti è compagno di Odino e Thor (e spesso gli dei si cavano d'impaccio grazie alla sua grande astuzia), in altri è colui che attenta all'ordine cosmico, ingannatore attaccabrighe maligno, temibile e camaleontico … -
A queste parole, Françoise s’irrigidì ed iniziò a tamburellare l’indice della sinistra sul tavolo mentre con la destra si sorreggeva il mento.
Continuò ad ascoltare Joe che leggeva su wikipedia.
 -Loki nella mitologia norrena rappresenta il male necessario a mantenere l'equilibrio cosmico, di volta in volta nemico ed alleato degli dei, egli incarna il male contenuto nella stessa creazione primordiale, un male che per assurdo deve spesso combattere per il bene, per preservarlo fino allo scontro finale stabilito dai fati.
Loki viene considerato un dio ambiguo per diversi motivi. L'etimo del suo nome viene legato al fuoco ed in particolare alla fiamma (altri studiosi collegano il suo nome all'aria), un elemento ambivalente collegato sia alla civilizzazione, alla casa e alla forgia, sia alla distruzione. Anche se egli appartiene alla schiera degli Asi, vive e partecipa delle loro vicende, al tempo stesso è imparentato con i giganti, simboli del caos. Per quanto riguarda i suoi rapporti con gli dei, Loki ha stretto un patto di fratellanza di sangue con Wodan/Odino e in molte occasioni ha aiutato il sovrano degli Asi o il figlio Thor ad affrontare imprese, a superare pericoli ed a ristabilire l'ordine. Inoltre la sua benevolenza viene sottolineata dal fatto che Loki compare nella triade divina che creò gli uomini da due tronchi d'albero ed in particolare egli donò agli uomini neonati il calore e il bell'aspetto … interessante! – concluse Joe, lasciandosi andare verso lo schienale della seggiola.
-Scusa ma cosa ci trovi d’interessante?... e  a cosa servano tutte queste ricerche?!? Non ci troveremo certo l’indirizzo del nemico, in rete! –
-Jet, sei il solito ottuso!- replicò Albert con una smorfia di diniego.
-… hey! ... - scattò in piedi il ragazzo con un moto d’ira …
-E’ inutile che ti scaldi tanto! Ogni informazione è basilare … se il nostro Loki, assomiglia anche solo lontanamente, al dio da cui prende il nome, sarà dura sconfiggerlo …  –
-In pratica, Loki sarebbe il braccio destro di Odino e come tale, potrebbe essere potente quanto lui – aggiunse Joe pensieroso.
Françoise smise di tamburellare e con sguardo vacuo, rivolta verso Joe, gli chiese: – … non … non c’è scritto altro? –
Calò improvvisamente il silenzio … Joe la guardò pensieroso e poi, si voltò verso lo schermo e continuò a leggere:
- Loki sembrerebbe l'incarnazione del Male, ma di un Male necessario e reso meno spiacevole grazie alla buffoneria che lo pervade e ai suoi continui geniali, divertenti, inganni. Come detto il suo nome deriverebbe forse dall'analogia con l'antico nordico logi, che molto probabilmente significa fiamma. Questa fiamma illumina i legami di Loki con i giganti del fuoco, che egli accompagnerà poi nel Ragnarok, l'apocalisse della mitologia nordica. Altri considerano invece il suo nome come una storpiatura di loptr, aria. Loki ha in comune con l'elemento aria la sua intelligenza intuitiva, la capacità verbale, l'abilità nel procurarsi ogni sorta di metamorfosi e di mezzi magici (ad esempio il dio possiede un paio di scarpe magiche, con cui riesce a camminare sia in aria che sopra l'acqua) … direi che non c’è altro di rilevante – concluse voltandosi verso la ragazza …
-Grazie … scusate … vado a controllare Ivan. –
Si alzò mestamente e si diresse verso l’uscita.
Tutti la seguirono con lo sguardo, mentre usciva dalla stanza … la tristezza sul suo volto non passò certamente inosservata a nessuno.
-… Joe! –
Il ragazzo si voltò verso Jet con aria interrogativa.
-Ha ancora gli incubi? –
Joe abbassò il capo in senso d’impotenza.
-Si!...non c’è notte che non si svegli sconvolta … la malattia l’ha debilitata parecchio e il non riuscire a riposare non le giova … –
-Sei riuscito a farle dire cosa … o chi … la tormenta? –
Joe lanciò un’occhiata di sbieco all’amico.
-Albert! Ma che ti salta in mente!?! E’ di Françoise che stiamo parlando!!! –
-Jet, stai calmo! Che non stia bene è evidente ma, questo incupimento non fa parte del suo carattere e … io non credo che si tratti, solamente, dei postumi del virus. –
-Joe, scusa, ma anche io la penso come Albert. –
-Punma! Anche tu!!! Ma che vi prende? … dico io,  parliamo di Françoise!!! –
- Le parole suonano bene quando chi le dice piace a chi le ascolta -
-E smettila tu, con le tue pagliacciate! –
-Come ti permetti! Ignorante!!! –
-Finitela voi due! Joe … siamo in guerra e ogni eventualità deve essere presa in considerazione … questo, al di là dell’affetto che proviamo per Françoise! … non possiamo correre rischi … e questo lo sai anche tu! –
-… ma ...-
-Jet! Lascia stare, Albert ha ragione! -

Ivan dormiva serenamente, in realtà, andare a controllare il piccolo, era solo un pretesto per allontanarsi … non riusciva più a sopportare la situazione che si era creata.
Senza accorgersene, come in stato catatonico, arrivò alla spiaggia …lì, si sedette su uno scoglio.
“Ingannatore … camaleontico … metamorfosi”
Quelle parole continuavano a risuonarle nel cervello, più le ripassava mentalmente, più la sua inquietudine cresceva.
Si sentiva sotto pressione: Loki era il nuovo nemico e quindi, argomento fisso dei suoi compagni, ma non ne poteva più di sentire quel nome e poi … poi c’erano quei sogni … così reali … troppo reali!
Si sentiva tremendamente in colpa … verso i suoi compagni e in particolare … verso Joe … Come poteva fargli questo!?
Lo stava facendo preoccupare, se ne rendeva conto, ma … come poteva dire all’uomo che amava, che tutte le notti non si svegliava in preda ad un incubo, ma bensì al turbamento causato da un altro uomo?
Era così confusa! Non riusciva a capire cosa le avesse fatto Loki … era sempre stata certa dell’amore che provava per Joe, ma Loki le aveva fatto qualcosa … ne era certa!
Quando le aveva “somministrato” l’antidoto, le era entrato dentro come un virus … e da allora, non l’aveva più abbandonata.
Si portò le mani alle tempie, scuotendo la testa con disperazione.
“Basta! Basta! Basta!”
Aveva solo voglia di urlare tutta la sua disperazione, ma le uscirono solo lacrime.

 

CHILDHOOD

 

-Ma quanto ci mette? Anche questa mattina è in ritardo! Non è il modo di lavorare questo!!! –
-Basta lamentarti Nestor! –
-Ma come fai a sopportarlo!?!  Basil, siamo dei professionisti! … e non è accettabile! … così facendo, rende difficile il nostro lavoro. -
-Murga è un uomo molto attento alla famiglia! Sai benissimo che prima di tutto viene suo figlio … -
-Sì, ma come diavolo facciamo a proteggerlo se non rispetta le tabelle di marcia? Sono stufo! Deve rendersi conto che la sua posizione governativa non gli permette certi lussi! -
-Perdonate l’attesa signori ma, Andreas non trovava il quaderno di storia-
I due si girarono di soprassalto e lanciarono uno sguardo di rimprovero al povero Dimitri che si affrettava a raggiungere il gruppo.
-Signore, glielo abbiamo già detto: non dovrebbe uscire di casa senza avvisarci e soprattutto senza che, Dimitri, la scorti fuori. – aveva intenzionalmente calcato la voce, pronunciando il nome del compagno, in segno di ammonizione verso di lui.
- Basil, mi perdoni … lei ha perfettamente ragione, ma non sia così duro con Dimitri … in fondo non è colpa sua! Andreas, vieni o faremo tardi a scuola! –
Costas Murga era certamente l’uomo più semplice che avesse mai conosciuto, nuova punta di diamante del governo Papandreou, stava lavorando su un importante piano economico che avrebbe potuto risollevare le sorti del paese. Era stato scelto non solo per le sue interessanti pubblicazioni in campo economico, ma anche per la sua rettitudine.
Era conosciuto per essere un uomo dedito alla famiglia e, in passato, aveva rifiutato anche cariche importanti a favore del suo senso etico,fornendogli così un buon biglietto da visita in un simile momento storico.
Basil Riga era stregato dalla personalità di quest’uomo ma, allo stesso tempo, lo faceva imbestialire: si occupava di sicurezza personale da vent’anni e aveva avuto a che fare con le più svariate personalità del pianeta ma, quest’uomo, sembrava non capire che la nuova carica assegnatagli, lo rendeva facile obiettivo di coloro i cui interessi sarebbero stati minacciati dalle manovre da lui decise.
Pensando questo, fece salire Murga e il figlio in macchina, e con un cenno del capo fece segno ai compagni di prendere posizione sulla vettura.
La macchina si diresse verso uno dei più importanti istituti scolastici di Atene, il tragitto era sempre lo stesso ogni giorno, ma,questa volta, appena svoltato l’angolo, si trovarono bloccati in uno strano ingorgo…
Basil immediatamente allertò i compagni … inaspettatamente, una Subaru dietro di loro li tamponò … Nestor fece per scendere dall’auto, ma venne subito colpito da due uomini scesi dalla vettura accanto, si ritrovò a terra, con un rigolo di sangue che gli segnava il volto e la testa terribilmente confusa … intanto, alla loro destra, improvvisamente, scoppiò qualcosa, e le fiamme divamparono.
L’onda d’urto sprigionata dal boato, frantumò i finestrini e il povero Dimitri che, prontamente aveva fatto scudo con il suo copro a favore di Murga e del figlio Andreas, fu colpito dalle schegge impazzite.
Basil, ancora frastornato dall’esplosione, cercò di prestare aiuto ai suoi compagni, ma il calore divenne  sempre più insopportabile … il fuoco aumentò e da esso, si levò un uomo … Basil sparò, ma le fiamme si ersero a scudo e i proiettili si sciolsero immediatamente, un attimo dopo, l’uomo fu colpito da una palla infuocata … che ne segnò la fine.
Dimitri, cercò di mettere in salvo il deputato, ma gli assalitori lo fecero fuori con un proiettile, dritto in fronte.
Andreas e il padre furono portati via mentre Nestor, ripresosi, cercò di reagire, riuscendo a fare fuori uno o due uomini, ma un proiettile lo ferì alla spalla e cadde esanime a terra.

 

-… ma questo!?! – osservava il biglietto aereo tra le sue mani con aria stupita.
-Non sarà un viaggio di piacere, in Grecia si stanno sviluppando troppi tafferugli perché siano solo casualità … probabilmente, c’è lo zampino dei Fantasmi Neri, per questo dobbiamo indagare … e poi, sarà anche un’ottima occasione per te, di riabbracciare Messala! … in fondo, è da molto che non lo rivedi e, sono certo, che anche a lui farebbe piacere incontrarti nuovamente! –
-Oh, Joe! Grazie! –
Gli si gettò al collo, felice come una bambina: l’idea di un cambiamento, le aveva improvvisamente alleggerito il cuore … liberandola temporaneamente dai suoi pensieri …
Joe, la strinse forte a sé, e felice di vederla così, si perse nel suo profumo.

-Allora? Siete pronti? –
-Jet, da quando t’interessa farci da balia? Avanti! Dimmi quello che devi! - gli rispose senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte, era una bella serata, calda e ventilata, e soffermarsi sul balcone lo aiutava a schiarire le idee.
-Non credo che sia pronta per tornare in missione -
Si girò torvo verso l’amico.
-Invece è pronta! –
-Joe … capisco le tue intenzioni, ma lascia che venga con voi! –
-Ho detto che è pronta! – concluse, perentorio, rivoltandosi verso l’oceano.
-Come vuoi … - a Jet non restò che andarsene, lasciando l’amico perso nei suoi pensieri.
Joe comprendeva benissimo le apprensioni di Jet: anche lui era preoccupato per Françoise, ma sapeva anche che tenerla nell’ovatta non sarebbe servito ad aiutarla. Per quanta sofferenza provasse, lei andava avanti con tenacia e, per quanto avessero cercato di fermarla, non sarebbero mai riusciti ad estrometterla dalle missioni, e poi … lei, non glielo avrebbe mai perdonato.

 

L’aereo era atterrato all’aeroporto internazionale di Atene all’ora prestabilita, erano partiti la sera precedente da Narita e avevano fatto scalo a Parigi: Joe avrebbe voluto fermarsi almeno un giorno, per rendere il viaggio meno pesante ma, Françoise era troppo ansiosa di ritrovare Messala per poter aspettare.
Mentre aspettavano i bagagli, continuava a guardarla pensieroso, durante il volo non aveva chiuso occhio, era visibilmente elettrizzata, ma anche provata per il viaggio. In fondo erano partiti dal Giappone alle 21, per arrivare in Francia alle 3 di notte, e ripartire per Atene alle 9 del mattino. Persino lui sentiva il peso del jet lag e non riusciva a capire dove, lei riuscisse ancora a prendere tutta quell’energia … restava sempre impressionato dalla sua forza d’animo.
Recuperati i bagagli, presero a noleggio una BMW 320i e si diressero verso l’Hotel, uno dei più importanti della città, praticamente a ridosso dell’Acropoli, non era molto lontano dall’aeroporto, in macchina ci avrebbero messo 30 minuti. In quel lasso di tempo, Françoise pensò al primo incontro con Messala: anche allora era venuta in Grecia insieme a Joe. Un misterioso ragazzo acquatico era stato rinvenuto sulle coste e portato in un vicino laboratorio. Il professore li aveva mandati in missione per capire meglio chi e cosa fosse.
Quando erano arrivati al centro di ricerche che si occupava del ragazzo, lo trovarono in una vasca utilizzata per lo studio dei delfini, trattato come una cavia da laboratorio. Era spaventato e solo lei, con il suo sguardo limpido e sincero, era riuscita a guadagnarsi la sua fiducia e a farsi raccontare la propria storia …  poi, erano sopraggiunti gli uomini acquatici, e li avevano rapiti … si era scoperto che quelli che si pensava essere discendenti di Atlantide, non erano altro che esseri umani, modificati dallo scienziato pazzo di turno.
Messala era stato liberato e riportato alla sua forma umana dal dottor Gilmore e da allora, affidato al dottor Pandermalis, direttore del museo Archeologico di Atene e vecchio amico del dottor Gilmore.
-Buon giorno signori! Benvenuti al Royal Olimpic Hotel – il benvenuto del posteggiatore la riportò alla realtà … non si era accorta che fossero già arrivati.
Scesero dall’auto e dopo aver sbrigato la registrazione alla reception, si diressero finalmente alla loro camera.
Era una stanza molto ampia, il blu era il colore predominante, ma l’elemento sorprendente era un’immensa porta finestra che dava direttamente sull’Acropoli … quando Françoise vide la vista, le si mozzò il fiato in gola.
Era pomeriggio inoltrato, lei avrebbe voluto andare subito da Messala, ma Joe era stato irremovibile: avevano fatto un viaggio lungo e faticoso e voleva si riposasse … aveva già organizzato un appuntamento con Pandermalis per la mattina seguente, mentre lui si sarebbe occupato  del caso Murga.
-Hai dei sospetti? –
-No, ma è tutto molto anomalo … l’esplosione ha incenerito tutto, ma i corpi del ministro e del figlio non sono stati ritrovati, è evidente si tratti di rapimento. –
-… pensi siano stati i Fantasmi Neri? –
- Non lo so, ma domani inizierò interrogando la guardia del corpo sopravvissuta … sembra che dall’incidente sia ricoverato al Policlinico di Atene … ma ora … basta parlarne … di là ho visto un’enorme vasca molto invitante -  così dicendo, gettò la giacca sul letto e le si avvicinò abbozzando un sorrisino malizioso.
-Sì … effettivamente, un bagno ci vorrebbe proprio per togliersi di dosso la stanchezza … preferisci andare prima tu? – rispose canzonandolo.
-Spiritosa! –concluse, attirandola a sé e rubandole un bacio … poi, allentando la cravatta, si diresse verso la stanza da bagno.
La vasca era un pezzo di design in pietra bianca, vi versò qualche goccia di bagnoschiuma, che produsse una nuvola di schiuma profumata, si tolse camicia e pantaloni, che lasciò cadere sul pavimento, e si voltò leggermente verso di lei, che lo osservava attraverso la porta aperta … rimase a fissarla per qualche secondo, come per dirle: “Ti sto aspettando” … si rivoltò, sfilò i boxer ed entrò nella vasca … lasciandosi andare contro lo schienale e rilassandosi nel tepore, con gli occhi chiusi, in attesa …
“Accidenti! Un giorno o l’altro mi farà impazzire!”  Pensò, avvicinandosi alla porta e appoggiandosi allo stipite.
Sentendosi osservato, riaprì gli occhi:
-Hai cambiato idea? –
“Forse!“
-L’acqua però è un bene prezioso, sarebbe un peccato sprecarla … -
-Concordo! – e richiuse gli occhi abbandonando la testa all’indietro.
Si tolse le scarpe, lasciò cadere sul pavimento prima la gonna, e poi la camicetta … a seguire sfilò le calze e gli indumenti intimi, infine entrò nella vasca …
Per quanto fosse difficile resistere a quella tortura, Joe era rimasto con gli occhi chiusi, in ascolto del fruscio prodotto dai vestiti che venivano sfilati e lasciati cadere a terra … ma sentendola appoggiare la schiena al suo petto, si destò e l’avvolse con le braccia, attirandola a sé.
Prese il flacone del bagnoschiuma e se ne versò qualche goccia sul palmo. Strofinò le mani, creando una schiuma vaporosa e soffice, le avvolse il collo … poi iniziò a spalmarle il sapone sulle spalle, offrendole un vigoroso massaggio con le sue dita affusolate e forti … lei, comincio ad ansimare.
“Adoro avere le sue mani addosso.”
Lui continuò scendendo sulle braccia, lavandola con dolcezza fino a scivolare sui seni dove le dita li circondarono, iniziando ad accarezzarli, senza esitazioni.
Il corpo di Françoise si inarcò d’istinto, spingendo i seni contro le sue mani … lui non vi indugiò a lungo, e le fece scivolare sul ventre …
Il respiro di lei si fece più pesante, e il cuore iniziò a batterle all’impazzata.
Le sfiorò la nuca con le labbra mentre le dita esploravano il resto del suo corpo, oltrepassando la pancia e insinuandosi tra le cosce. Il dolore sordo che le pulsava tra le gambe cresceva nella spasmodica voglia di qualcosa di più.
Le si offuscò la vista mentre si abbandonava al suo tocco e le carezze si facevano più decise … sentiva i capezzoli e il ventre pulsare all’unisono.
I suoi movimenti la fecero sollevare nell’acqua, e appoggiare a lui, sentendo la crescente erezione di Joe premerle contro …
Il corpo di lei, rispondeva con slancio alle sue carezze e proprio quando stavano per arrivare alla loro agognata destinazione, le sue dita si fermarono, indugiando.
La voce le si spense in un sussurro mentre le soffiava nell’orecchio e con i denti e la lingua le flagellava il lobo. Le dita ripresero a muoversi penetrando ma arretrando un attimo prima di procurarle il sollievo che ormai agognava.
Il corpo di Françoise si apprestava a esplodere … i suoi pensieri, il corpo, il cuore erano tutti rivolti ad un’unica cosa … la fine di quella dolce tortura …
Si sentiva sempre così inerme a lui … così dipendente dalla sua prossima mossa.
Era come se il corpo privasse la mente di ogni potere …
Protese il bacino per trovare il contatto di cui aveva bisogno per placare la furia che Joe aveva evocato con sapienza … ma le venne fisicamente impedito.
I suoi goffi tentativi non fecero altro che rafforzare la sua determinazione e la sua presa su di lei si fece sempre più forte …
All’apice del piacere un’improvvisa scossa le attraversò la mente:

“Loki”

Agghiacciata da tale pensiero, si alzò di scatto, uscendo velocemente dalla vasca … prese rapidamente il primo accappatoio a portata di mano e se lo infilò, uscendo dalla stanza da bagno …
In quel momento, il suo unico pensiero fu di allontanarsi … lasciando un Joe esterrefatto, ancora a chiedersi cosa stava succedendo.  
Uscì senza neppure rivolgergli uno sguardo, con le lacrime che le solcavano il viso  … si sentiva colpevole, non sopportava più questa situazione … amava Joe, ma ogni volta che stava con lui l’ombra di Loki s’insinuava imperterrita nella sua mente, come fosse sempre lì, pronto ad uscire nel momento meno opportuno.
Joe uscì preoccupato dalla vasca, si avvolse in un asciugamano e la raggiunse nella camera da letto. La trovò davanti la grande porta finestra, intenta a guardare nel vuoto. Nel riflesso del vetro poteva vedere il suo viso turbato rigato dalle lacrime.
Le si avvicinò con l’intento di confortarla e capire.
-Françoise … -
Ma lei lo respinse.
-… ti prego … non chiedermi nulla … - gli rispose singhiozzando.
Impotente davanti al dolore di lei, non gli rimase che rispettare la sua decisione e accettare che ancora non fosse pronta a condividere con lui la sua sofferenza.
-Domani sarà una giornata faticosa, è bene andare a dormire- così dicendo si diresse rassegnato verso la valigia, da cui recuperò l’intimo pulito e il pigiama, una volta vestito, si infilò a letto senza proferir parola.
Lei aspettò che lui chiudesse la luce per fare lo stesso … si adagiò dalla sua parte del letto, voltandogli le spalle, e si addormentò stringendosi in esse.

La mattina, Joe l’aveva svegliata come se niente fosse accaduto.
Si vestirono in silenzio, senza tornare sugli accadimenti della sera precedente, fecero colazione sulla terrazza panoramica dell’albergo, pianificando la giornata.
Lui si sarebbe occupato del recente incidente Murgas, mentre Françoise avrebbe incontrato Messala e, solo a tempo debito, sarebbe stata coinvolta nella missione.
Lei avrebbe voluto partecipare alle indagini ma Joe le rispose risoluto che era qui per incontrare Messala.
Nestor Paraskevopoulos, unica guardia del corpo di Murgas sopravvissuta, era ricoverato al Policlinico Universitario Attikon e Joe aveva deciso di fargli visita per capire meglio la dinamica dell’attentato. Mentre Joe le illustrava i piani, appariva sereno e per questo, anche lei si sforzò di sembrarlo altrettanto …
Ultimamente, era sempre così: lui sembrava accettare la situazione così come era … aspettando, fiducioso, senza voler sapere … e a lei, non restava che sentirsi in colpa.
Si domandava spesso, per quanto sarebbero potuti andare avanti così … lui sembrava solo desideroso di alleviare le sue sofferenze mentre lei … beh lei, non stava capendo più niente se non che nulla aveva un senso e tutto era tremendamente sbagliato...

 

Il museo Archeologico di Atene distava circa dieci minuti di macchina, era un tipico edificio dell'Atene neoclassica situato in Odos 28 Oktovriou (conosciuta anche come "via Patissìon").
Venne costruito grazie al contributo di privati cittadini, dopo che la sede precedente, il Theséion (Tempio di Efesto), risultò insufficiente ad ospitare la mole di opere a disposizione.
Françoise si diresse immediatamente al banco informazione e chiese di farsi annunciare al dottor Pandermalis.
Il direttore, era impegnato nell’allestimento di una nuova mostra temporanea, dedicata all’arte bizantina, per questo motivo trascorse una buona mezz’ora, prima che si presentasse al cospetto della ragazza.
-Mademoiselle … sono dispiaciuto per l’attesa – si scusò venendole incontro e stringendole la mano –La prego di scusarmi, ma questa nuova esposizione che sto curando, mi crea parecchi problemi –
-Dottore, non si preoccupi – rispose lei con un radioso sorriso.
-Sono contento che sia venuta, mademoiselle … la sua presenza renderà molto felice il piccolo Messala! -
- Sono molto ansiosa di rivederlo! … e con il suo permesso, desidererei poter trascorrere l’intero pomeriggio con lui … e fare una gita al mare. –
-Oh! La trovo un’idea splendida! Messala sarà a scuola fino alle 13:30, le fornirò le indicazioni per raggiungere la scuola. -

 

Il dottor Pandermalis insistette affinché Françoise utilizzasse la sua autovettura nonostante le proteste della ragazza “…  mi farò riaccompagnare dal mio assistente” l’aveva rassicurata e, sebbene a malincuore, Françoise aveva accettato di prendere la Tesla model x, gentilmente offertale.
Mentre si dirigeva verso la scuola di Messala rimase piacevolmente stupita dalla straordinarie potenzialità di questa vettura elettrica. Aveva l’efficienza di un’auto sportiva, al pari di una Ferrari, la classe di una berlina e un’autonomia di gran lunga superiore ai veicoli elettrici in commercio. Le scappò improvvisamente un sorriso: la passione di Joe per le automobili, alla fine, l’aveva contagiata! Ricordava di averlo sentito più volte lodare la Tesla Motors e l’impegno che metteva nel creare automobili ecocompatibili, ma allo stesso tempo funzionali.
Pensò a lui.
Svoltò a destra, seguendo le indicazioni datele dal dottor Pandermalis: la vista, in lontananza, della scuola privata, distolse la sua mente da ogni pensiero … non vedeva l’ora di rivedere il ragazzo! Chissà com’ era cresciuto? L’avrebbe riconosciuto?

 

Joe si aggirava per il Policlinico, era riuscito ad individuare la stanza di Nestor e stava aspettando il momento opportuno per poter interrogare indisturbato la guardia del corpo.
Era considerato l’uomo chiave, nel rapimento di un alto funzionario dell’attuale governo e quindi, era sempre piantonato a vista.
Non sarebbe stato facile riuscire ad introdursi nella sua camera d’ospedale, ma aveva tutta la giornata a disposizione ed era certo di poter approfittare della prima falla nella sicurezza.

 

La campanella suonò, segnando la fine delle lezioni, l’equivalente di una mandria inferocita si riversò nel cortile antistante la scuola … un assordante vociare riempì l’aria: l’immensa energia, repressa durante le ore di lezione, si era finalmente liberata!
I ragazzi vagavano alla ricerca dei rispettivi genitori, distratti durante il tragitto dal salutare questo o quell’altro compagno, tra la folla Françoise individuò un ragazzo che si dirigeva, con aria dimessa, verso la Tesla, parcheggiata a lato del cancello … appena la visuale della macchina gli fu libera dai compagni, un enorme sorriso gli illuminò il volto, iniziò a correre, a braccia protese, verso la figura femminile che lo stava aspettando.
-Françoise! – urlò a squarciagola, gettandole le braccia al collo.
Rimasero così per un periodo interminabile e per entrambi, ogni ombra del loro cuore, si dissolse in un attimo.
-Françoise! Che bello rivederti! Mi sei mancata così tanto! – disse il ragazzo, staccandosi dall’abbraccio.
-Volevo che fosse una sorpresa! Ho pregato il dottor Pandermalis di mantenere il segreto … ma ora sali in macchina, abbiamo tutto la giornata per noi! … che ne dici di una gita al mare?-
-Evviva! Partiamo subito! Non vedo l’ora di poter correre sulla spiaggia insieme a te! - e così dicendo si accomodò al lato del passeggero.
Il viaggio trascorse allegramente: Messala raccontò a Françoise la sua vita con il dottore … Le raccontò che, come tutti gli studiosi, tendeva ad avere sempre la testa fra le nuvole e più di una volta si era ritrovato a badare a lui!  ... ma, a parte questi buffi episodi, era un uomo buono e gentile e non mancava mai di occuparsi delle sue esigenze, malgrado gli impegni lavorativi. Le parlò, della squadra di calcio … non era molto bravo e quindi, lo avevano messo in porta, mentre al suo amico Andreas, che invece era un vero portento, gli era stato dato il ruolo dell’attaccante senza però minare la loro amicizia!
Raccontando del suo amico, Messala sembrò improvvisamente incupirsi … e, chiudendosi in un mesto silenzio, iniziò a giocherellare con una medaglietta che portava al collo.
Françoise si accorse immediatamente del cambio d’umore del ragazzo e gli chiese:
-Forse oggi avresti voluto trascorrere il pomeriggio con lui! –
Messala si rivolse a Françoise visibilmente turbato:
-No, no … e poi, non sarebbe possibile … Andreas è scomparso in un incidente, la scorsa settimana … sembra che l’unica cosa che abbiano trovato di lui sia la sua medaglia … nell’ultima partita che abbiamo giocato insieme, ne hanno data una a tutti i componenti e da allora non ce ne separiamo mai –
-Oh Messala, mi spiace! Deve essere molto doloroso per te. – rispose rattristata
-Andreas è il figlio di un noto politico … e, una settimana fa, lui e suo padre sono stati vittima di un incidente … da allora non si sa più nulla di loro –
-Parli di Murga? – chiese Françoise
-Si lo conosci? –
-Io e Joe siamo in Grecia proprio per indagare sul rapimento del ministro, in questo momento, Joe sta facendo ricerche in proposito … non preoccuparti: vedrai che ritroveremo sia il tuo amico che il padre! – rispose con un sorriso rasserenante.
-Dici sul serio? Oh Françoise, sarebbe meraviglioso!!! – Messala riacquistò il sorriso e ricominciò a godersi il pomeriggio con l’amica.

Intanto, al Policlinico, Joe era riuscito a eludere la sicurezza e ad introdursi nella camera di Nestor. L’uomo aveva riportato parecchie fratture e lesioni di vario tipo ed era ancora sotto prognosi riservata, ma aveva ripreso conoscenza e sembrava abbastanza lucido da poter essere interrogato.
Joe si presentò a Nestor come un agente speciale che stava indagando sull’incidente.
Paraskevopoulos non era di certo l’ultimo arrivato, e anche in quello stato, riusciva a capire che la copertura di Joe aveva delle lacune, ma sentiva di potersi fidare di lui e rispose alle domande del ragazzo.
-Signor Nestor, non ricorda altro di cosa è accaduto prima del rapimento? Non aveva mai visto gli assalitori prima? -
-No, no. Sicuramente ci studiavano da tempo, e diamine se sono stati bravi! Fino a quel momento non abbiamo mai avuto alcun segno che potessero esserci problemi: nessuna aggressione, nessuna minaccia … era un lavoro di routine - 
La tensione sul viso di Nestor fece trasparire tutta la sua frustrazione per non essere riuscito a salvare Murgas e il figlio.
-Nestor, cosa ricorda dell’aggressione?- Incalzò Joe
-Siamo stati accerchiati in un ingorgo … la macchina dietro di noi ci ha tamponato e da lì si è scatenato l’inferno … si è aperto subito uno scontro a fuoco e poi, all’improvviso, l’esplosione e quelle fiamme … Dio quelle fiamme sembravano vive … e … e poi quell’uomo che usciva da esse … -
-Loki! – sibilò Joe, aggrottando la fronte.

 

A Votsalakia, una spiaggia popolare nella zona del Pireo, a soli 10 km a sud di Atene, Messala e Françoise si godevano il pomeriggio insieme, lontano dal caos della città e dalle inquietudini che tormentavano il loro cuore.
Stavano giocando con la palla in riva al mare, quando una folata di vento caldo deviò un tiro di per sé già incerto… Messala rincorse immediatamente la palla, sotto gli occhi vigili di Françoise.
Un uomo di bell’aspetto, vestito con uno spezzato di lino, pantaloni bianchi e camicia azzurrino chiaro, corredato di borsalino bianco in testa, si chinò a raccogliere il pallone e lo porse delicatamente al ragazzo.
-Grazie! – rispose Messala.
Françoise osservava la scena da lontano … trovava qualcosa di familiare in quella figura e quando riuscì a intravedere il viso dell’uomo, il cuore perse un battito.
Era paralizzata!
Cosa ci faceva lui qui? Perché?”
Sentiva l’angoscia salire mentre i due si avvicinavano a lei chiacchierando amabilmente.
-Françoise, lui è Loki! … può giocare insieme a noi? –
-Non è mia intenzione imporvi la mia presenza … ma sono tanti anni che non mi capita di giocare sulla spiaggia … e vedere quanto vi stavate divertendo, mi ha fatto venir voglia di unirmi a voi … –
“Vedere quanto vi stavate divertendo? Significa che ci stava osservando da parecchio tempo … perché non me ne sono accorta?” pensò, mordendosi il labbro inferiore e suscitando nell’uomo un sorriso compiaciuto.
-Françoise, qualcosa non va? – chiese Messala, preoccupato nel vedere l’amica così tormentata.
-No figurati! Non c’è alcun problema … se Loki vuole unirsi a noi, è ben accetto! –
così dicendo, rivolse un sorriso, il più rassicurante possibile, al ragazzo.
“Ben accetto? Ma cosa mi salta in mente? Ho perso completamente la ragione!!!”
Non voleva turbare inutilmente Messala e, nello stesso tempo, la vide come un’opportunità per capire meglio quell’uomo … che era diventato così onnipresente nei suoi pensieri.
Giocarono a pallone, divertendosi come fossero amici di vecchia data, e, dopo un sostanzioso spuntino, Loki affittò una piccola barca a remi e invitò i due ad esplorare il piccolo isolotto roccioso, Koumoundourou, che si trovava a poca distanza dalla riva.
Messala era così entusiasta della proposta, che Françoise non si sentì di muovere alcuna obbiezione … e poi, Loki, si stava comportando meravigliosamente … faceva fatica a credere che fosse lo stesso nemico affrontato in precedenza!
Sbarcati sull’isola, si assicurarono di aver ancorato la barca per bene e scesero a visitarla …
Messala corse immediatamente verso l’interno e spronò i due a seguirlo.
-E’ un ragazzo intelligente! –
-Si, e vorrei che rimanesse fuori da qualunque piano tu stia architettando! – rispose risoluta.
-Voler trascorrere una piacevole giornata, con una deliziosa signorina e un ragazzino simpatico, è così disdicevole per te? – la schernì, riducendo le distanze tra loro.
-No, ma sappiamo entrambi che se sei qui, c’è un motivo ben diverso dal semplice svago. Messala ha già sofferto abbastanza, non voglio che rimanga coinvolto in qualcosa di cui non ha colpa – gli rispose tenendogli testa.
-La vita è strana … non è mai come ce la immaginavamo … ognuno ha il suo modo di evadere dalle responsabilità e, talvolta, basta poco … un breve viaggio, un incontro o semplicemente poter vivere, anche per poco, un’infanzia che non si è mai avuta ... Lo so! Sono il nemico e la tua preoccupazione per l’incolumità del ragazzo è encomiabile ma, credo tu sia la persona più adatta a comprendere che le mie intenzioni non sono cattive. Messala è un ragazzo fortunato … non tutti hanno avuto la fortuna di incontrare adulti realmente interessati a preservare la loro innocenza. Sarebbe stato bello avere persone come te nella mia infanzia … chissà, forse... - interruppe la frase, continuando a sostenere lo sguardo di lei per un tempo interminabile.
Françoise era rimasta colpita dal discorso di Loki: sentiva che, dentro lo spietato e imponente guerriero, in realtà c’era un bambino ferito … il dio, in realtà, aveva un’anima molto più umana di quanto si potesse pensare e qualcosa, nella sua infanzia, si era spezzato … rendendolo ciò che forse, in circostanze diverse, non era destinato a diventare.
Era molto simile a Joe … in un certo senso, avevano lo stesso animo tormentato e se non si fossero trovati a combattere su parti opposte, probabilmente, sarebbero stati persino amici.
Erano a pochi centimetri di distanza, persi l’uno negli occhi dell’altra, tentando di  trovare impenetrabili risposte alle loro domande quando …
“Joe”
Françoise si ridestò all’improvviso, come da un incantesimo, si allontanò alla ricerca di Messala, che si stava arrampicando su delle rocce.
Loki rimase lì, continuando ad osservarla e a seguirla con lo sguardo …
La desiderava ardentemente e percepiva chiaramente di non esserle indifferente … ma sentiva anche il suo turbamento per le circostanze … fra di loro c’era un ostacolo e, in quel preciso momento, decise che era ora di giocare in pieno la partita.
Tornarono a riva nel tardo pomeriggio: era giunta l’ora del rientro, Loki espresse il desiderio di riaccompagnarli a casa ma, Françoise declinò l’offerta. Avevano la macchina gentilmente offerta dal tutore di Messala e sarebbe stato scortese non riportargliela.
-Sembra proprio che non abbia la possibilità di prorogare ulteriormente il nostro incontro … peccato! Messala, è stato un vero piacere conoscerti! Mi raccomando: prenditi cura della nostra graziosa amica! - disse facendo l’occhiolino al ragazzo.
-Ah! Non ti preoccupare! Ci penso io! –
-Messala, è ora di andare! – interruppe Françoise e, con fare materno, fece accomodare il ragazzo in macchina per salirvi a sua volta non senza gettare un ultimo sguardo furtivo verso Loki.
Durante il viaggio, Messala parlò per tutto il tempo dello splendido pomeriggio … Françoise lo ascoltava amorevolmente, in silenzio, ma non riusciva a non pensare alla figura di Loki, riflessa nello specchietto retrovisore alla loro partenza.
Aveva scoperto un lato profondo di lui e non sapeva come avrebbe potuto reagire in un loro scontro in battaglia … e poi, c’era Joe … come avrebbe fatto a spiegargli di aver trascorso, serenamente, un intero pomeriggio proprio con il loro acerrimo nemico?
Arrivarono a destinazione al calar del sole … il dottor Pandermalis, abitava nella zona sud di Atene, in una villa d’epoca su due piani.
Stavano parcheggiando la Tesla quando, con stupore, videro Loki che li aspettava.
-Hey! Cosa fai tu qui? – chiese Messala divertito.
-Non hai dimenticato nulla? – e così dicendo, porse al ragazzo una catenina con un ciondolo.
-La mia medaglia! Oh grazie, grazie! – urlò saltandogli al collo -Non mi ero accorto di averla persa. Grazie! E’ un ricordo importante per me, sei stato un vero amico! –
-Figurati! Ma stai più attento … non bisogna mai perdere di vista le cose preziose! – disse, alzando lo sguardo verso Françoise, la quale, trasalì imbarazzata.
Pandermalis andò a ricevere i suoi ospiti, chiese loro di accomodarsi per ringraziarli del tempo dedicato a Messala, ma i due rifiutarono l’offerta, dicendo che era troppo tardi.
Il dottore offrì allora, a Françoise, la mcchina per il ritorno in albergo ma, Loki rassicurò Pandermalis che avrebbe pensato lui a riportare la ragazza a casa.
Sebbene riluttante, all’idea di trovarsi da sola in macchina con lui, pensò che la giornata appena trascorsa, poteva essere un valido motivo per dare una chance a Loki.
-Fraçoise tornerai presto a trovarmi? –
-Te lo prometto Messala!… e la prossima volta verrà anche Joe – quest’ultima frase non passo inosservata a Loki, che non poté fare a meno di trattenere una leggera smorfia di fastidio.
I due si congedarono e si avviarono serenamente alla macchina.

Joe era appoggiato alla vettura,  li stava aspettando …  
Al suo arrivo, li aveva visti insieme, a parlare e scherzare allegramente con Messala e il dottore … inizialmente, non aveva riconosciuto subito Loki, ma poi lo aveva visto  rivolgersi sorridente verso Françoise, sorriso che lei aveva ricambiato amabilmente, e lo aveva riconosciuto … 
“Ma che diavolo sta succedendo? Diamine!”
Cercò di tranquillizzarsi … si fidava di lei, ma non sopportava di vederli così felici, insieme …
Si stavano dirigendo verso di lui, inconsapevolmente, chiacchierando tranquilli come vecchi amici … o qualcosa di più.
La fronte corrugata e lo sguardo tetro valevano più di mille parole, per spiegare cosa gli si agitava dentro.
-Buona sera Loki! – li interruppe.
I due si voltarono sorpresi verso la voce:
-009!– ribatté l’uomo con tono di sfida.
-… Joe … - sussurrò Françoise, portandosi una mano al petto, in segno di afflizione … avrebbe voluto spiegargli che era tutto a posto e che il loro nemico si era rivelato un essere umano sensibile … ma le parole le morirono in gola … forse non ci credeva neppure lei, fino in fondo.
I due uomini si lanciarono un’occhiata di sfida.
-Sei stato gentile ad accompagnare Françoise, ma ora, non c’è più bisogno dei tuoi servizi … ora, ci penso io! – e così dicendo, allungò un braccio verso la ragazza, come invito a raggiungerlo.
Visibilmente imbarazzata dalla situazione, lei si mosse verso Joe, quando si sentì afferrare per il braccio destro …
Loki l’attirò a sé e le sussurrò all’orecchio:
-Ti lascerò in pace d’ora in poi, ma questo non significa che non tornerò! –
Queste parole la pietrificarono sul posto, rimanendo lì, inerme, ad osservare Loki svanire nella notte.
Joe non era riuscito a sentire cosa le avesse detto, ma quel gesto, ai suoi occhi, era sembrato troppo intimo e non riusciva a sopportarlo.
Cercò di trattenersi buttandosi dietro tutta la rabbia che provava in quel momento, senza farlo notare … si girò verso l’automobile e, aprendo la porta, mormorò:
-Sali in macchina ... è tardi! … dobbiamo tornare in albergo! –

 

SMILE

 

Il tragitto verso l’hotel avvenne nel silenzio più completo.
Nessuno dei due si sentiva di affrontare l’argomento … erano troppo stanchi, sia per la giornata che per le emozioni vissute.
Salirono in camera come automi, senza riuscire neanche a guardarsi negli occhi.
Si cambiarono e andarono a dormire, senza dirsi neppure una sola parola … si addormentarono solo a tarda notte, ognuno rimuginando sui propri pensieri.
Il mattino seguente, quando Françoise si svegliò, trovò Joe già sveglio, sul terrazzino, intento a fare colazione.
-Buongiorno! – la salutò sorridendole teneramente … sembrava sereno e sul suo volto, non sembrava esserci traccia del turbamento della sera precedente. Françoise però, lo conosceva troppo bene e sapeva che dentro di sé stava soffrendo … avrebbe dovuto chiarire al più presto o le ombre di Joe avrebbero preso il sopravvento.
-Buongiorno! – contraccambiò il suo sorriso - … dobbiamo assolutamente organizzare un altro pomeriggio con Messala! … ieri era molto dispiaciuto che tu non ci fossi – tanto valeva andare subito al sodo …
-Magari a fine missione … ieri, sono riuscito a parlare con Paraskevopoulos e mi ha dato informazioni decisive – disse sviando immediatamente la conversazione.
-Oh bene! …  Andreas Murga è il miglior amico di Messala e gli ho promesso che avremo ritrovato entrambi. –
-Motivo in più per portare a termine la missione … avrei voluto che per te questa fosse solo una vacanza ma, viste le circostanze, avrò bisogno del tuo aiuto –
-Naturalmente! Non penserai che voglia rimanermene con le mani in mano!?!- rispose contrariata
-Françoise, non ci sono dubbi su chi ha rapito Murga …  sei sicura di voler seguire le indagini insieme a me?-
La ragazza lo fissò pensierosa.
-E’ stato Loki, vero? –
-Si! –
-Joe … riguardo a ieri sera … -
-Françoise, non mi devi nessuna spiegazione … conosco bene le tua capacità di giudizio – continuò abbassando lo sguardo  - Ammetto che non mi sia piaciuto vederti insieme a lui… anche se è pericoloso, sono consapevole che a te non farebbe mai del male … forse è proprio questa sua propensione nei tuoi confronti che mi turba così tanto. –
-Oh! Joe … - sussurrò allungando la mano sul tavolo per posarla su quella del compagno.
Comprendeva lo stato d’animo di Joe, ma non riuscì a far altro che abbassare lo sguardo e rimanere in silenzio.
Era sempre stata lei quella forte e risoluta nella coppia e vederla così confusa e angosciata lo faceva sentire impotente.
Già! … chissà quante volte si era sentita così anche lei, per colpa sua  … eppure riusciva sempre a trovare una breccia … questa volta, stava a lui fare lo stesso con lei …si armò di tutta la forza d’animo che gli era rimasta e dirottò la conversazione sul tempo trascorso con Messala.
Françoise si rianimò immediatamente ed iniziò a raccontargli di quanto il ragazzo fosse cresciuto e di tutto ciò che le aveva detto.
Piano piano il disagio tra loro si appianò … sebbene avesse ancora molto da imparare, era però riuscito a compiere il primo passo.

 

-Come procede l’operazione in Grecia? –
-Tutto secondo i piani, mio signore! -
-Presto potremo testare il chip del dottor Dorz! … sono certo che darà i risultati sperati! –
-Ottimo! … vedi di non deludermi: non voglio inconvenienti! –
-Non ce ne saranno, mio signore! -

 

Siamo lieti di annunciare che il deputato Murga, e suo figlio, sono stati ritrovati, questa mattina, sulle rive dell’isolotto di Koumoundourou. Da un primo esame non sono state riscontrate lesioni gravi, i due sono comunque ricoverati per accertamenti al Policlinico di Atene.

-E’ vicino a dove siete stati al mare con Messala, vero? – chiese Joe spegnendo il televisore.
-Sì … e abbiamo anche fatto una gita su quell’isolotto … non riesco a capire che senso abbia rapirli per poi rilasciarli? –
-Questo bisognerà scoprirlo … comunque mi sembra invece evidente la scelta del luogo … c’era anche lui insieme a voi … vero? –
-Sì … –
-Non hai notato nulla di strano? Qualcosa che possa indicare l’isola come la loro base? –
-No, lo escludo... però … forse è meglio non dire a Messala del coinvolgimento di Loki … ieri pomeriggio si è instaurato un buon legame tra di loro … –
-Come vuoi … – e aggiunse –Françoise … per quanto possa dimostrasi umano, ricordati che è un membro dei Fantasmi Neri e che non ci hanno pensato due volte a sterminare un intero villaggio d’innocenti –
-Lo so … non ho dimenticato con chi abbiamo a che fare – rispose portandosi una mano alla tempia.
-Murga e il figlio non usciranno dall’ospedale tanto presto … che ne diresti, se andassimo a prendere Messala a scuola e lo portassimo da Andreas? … credo che sarebbe felice di rivedere il suo amico … –
-Oh Joe, sarebbe magnifico! –
-Allora, vai a prepararti! … ti aspetto nella hall!–  così dicendo, si chinò e la baciò sulla bocca.
Le sue labbra si schiusero subito, e lei ricambiò il bacio avidamente.
-Messala  uscirà da scuola  solo tra un paio d’ore … perché uscire così presto? –
Joe la scrutò, leggermente sorpreso … l’ultimo periodo non era stato dei migliori, ma ora, era lei a chiederglielo.
La fece adagiare e con lentezza, le sfilò gli indumenti … poi, con la punta delle dita le accarezzò le spalle, il collo e le orecchie.
Lui scivolò indietro nel divano, con il torace fra le sue cosce, e le baciò il ventre … disegnando con la lingua una scia infuocata intorno al suo ombelico e poi, guizzando dentro e fuori da esso …
Poi, la sua testa scese più in basso … cominciando ad esplorare la parte più segreta e dolce di lei …
Era estasiato e perso allo stesso tempo … il suo sapore e il suo calore lo rese sorprendentemente audace … tanto da spingersi profondamente in lei, strappandole un gemito sonoro …
Françoise rimase paralizzata e senza fiato, davanti al turbamento interiore che le stava facendo provare … era tesa ed immobile come una corda di violino e completamente in balia del suo desiderio … come una foglia che viene sopraffatta dall’impetuosità dell’acqua …
Finalmente la sua lingua irrequieta di Joe, trovò un piccolo punto sensibile … così piccolo, che nemmeno lei ne conosceva l'esistenza e così sensibile, che il tocco fu quasi doloroso all'inizio.
Dimenticò il suo turbamento quando fu sopraffatta dalle sensazioni più sconvolgenti che avesse mai provato … incapace di dominarsi, mosse i fianchi su e giù … sempre più velocemente … e freneticamente …
L'eccitazione crebbe e crebbe e quando pensò di essere arrivata sul punto di perdere il controllo, lui si fermò … si staccò e si sdraiò sul suo corpo, entrando in lei.
All’inizio, fu inaspettatamente lento e rilassato, come il ritmo del mare sulla spiaggia … poi, qualcosa mutò in lui: le sue mani le afferrarono i fianchi con inaudita violenza e passione … e la guardò in faccia …
In quel momento, lei seppe che era pronto a lasciarsi andare e a perdere se stesso dentro di lei.
Questo, la eccitò più di ogni altra cosa … e quando, alla fine, lui inarcò la schiena, e la sua faccia si serrò in una maschera di dolore, mandando un gemito dal profondo del petto, lei gli allacciò le gambe intorno alla vita e si abbandonò all'estasi.
Rimasero in silenzio a lungo … Françoise era invasa da un'ondata di calore, come se stesse bruciando, mentre lui era completamente esausto e sfinito … completamente libero da ogni pensiero o turbamento …
Quando il loro respiro si calmò, si rese conto che per la prima volta, dopo la missione in Congo, tutto fra loro era tornato alla normalità. Non poté fare a meno di ripensare alle parole di Loki “Ti lascerò in pace d’ora in poi …”, che potesse esserci davvero qualche nesso?

 

-Il dottor Pandermalis mi ha parlato molto bene di voi, mi ha detto che avete chiesto di far parte del mio corpo di guardia, inutile dire che dopo l’incidente che ha coinvolto anche mio figlio le misure di sicurezza sono state intensificate, tuttavia ritengo non sia necessario il vostro aiuto –
-Ministro! Mi permetta di insistere! … temo che non si renda conto delle persone che stanno dietro al suo rapimento! –
-Giovanotto, io non avrò avuto contatti con i miei rapitori, ma mi permetta di ricordarle che, essendo stato io quello rapito, forse un’idea potrei avermela fatta – rispose stizzito Murga.
-Quello che Joe intendeva dire: è che conosciamo molto bene l’organizzazione che ha preso di mira lei e suo figlio. E troviamo improbabile che possano avervi rilasciato senza un secondo fine … per questo, riteniamo che non siate ancora del tutto fuori pericolo –
-Mademoiselle Arnoul, per quanto possa esservi grato per il vostro interessamento, sono completamente fiducioso nelle nostre risorse. Sono certo che non avremo bisogno di un aiuto esterno, per la protezione della mia persona –
-Pensi almeno a suo figlio! L’esperienza che ha vissuto è stata certamente traumatizzante … non crede che sia meglio evitare che si ripeta di nuovo? –
-Mademoiselle … come le ho detto, abbiamo già, chi ci protegge a dovere! … e ora scusatemi, ma devo presentare il nuovo piano economico per la salvezza della Nazione … grandi cose ci aspettano e non posso perdere tempo in sciocchezze –
-Ma … -
-Arrivederci! – e così dicendo, lascio la stanza.
Joe e Françoise raggiunsero Messala e Andreas in giardino … il ragazzino sembrava inquieto e confidò che, dal loro rapimento, il padre era cambiato… il suo comportamento non era più lo stesso: non aveva più tempo da dedicargli e spesso sembrava come guadato da altri occhi.
Quest’ultima frase insospettì Joe e Françoise, che decisero di tenere comunque d’occhio il funzionario e il figlio.

 

Nei giorni seguenti, con la scusa di accompagnare Messala, fu possibile tenere d’occhio le persone che entravano ed uscivano da casa Murga … e in particolare Alexis Nastos, che attirò subito la loro attenzione …
Cosa ci faceva un famigerato mercante di armi, a casa di un pacifista convinto come Murga?
Per questo motivo, Joe decise di pedinare Nastos, dopo uno dei colloqui con il ministro.
Per quanto l’imprenditore avesse preso attente precauzioni, non riuscì ad evitare che Joe assistesse ad un incontro proprio con Loki, al porto di Atene.
Immediatamente, nella mente di Joe, si fece strada l’ipotesi che, in una qualche maniera, il funzionario fosse stato manipolato per appoggiare l’acquisto di armi, minando irreversibilmente l’economia del paese.
Sarebbe stata la rovina, se ci fossero state sommosse … sarebbero andati incontro, sicuramente, ad una guerra civile.
Murga avrebbe presentato il piano di risanamento fra poche ore … non aveva tempo da perdere! … doveva tornare immediatamente indietro e fermarli.
Loki fu più veloce di lui e lo imprigionò in un vortice di fuoco.
-009, che piacere rivederti! –
-Loki! Ho capito cosa stai tramando … è una follia! –
-Sei il solito sempliciotto! …questi, sono affari! –
-Non pensi alla popolazione? E’ già ridotta allo stremo … un intervento simile, scatenerebbe una guerra civile senza pari! –
-Appunto! E chi credi che venderà le armi alle opposte fazioni? –
-Maledetto! Non pensi a Messala? Anche lui rimarrà vittima delle tue macchinazioni! –
La fronte di Loki si corrugò leggermente, ma respinse immediatamente qualsiasi senso di pietà.
-Sono stufo di perdere tempo con te! – e così dicendo, gli scagliò contro una palla di fuoco.
“Accelerazione”
Joe schivò tutti gli attacchi di Loki, ma quest’ultimo, invece di esserne irritato o preoccupato, sembrava quasi divertito … come stesse torturando un insignificante insetto.
Fu però, proprio la presunzione di Loki che, permise a 009 di avvicinarsi pericolosamente!
Ora era un corpo a corpo e, nella concitazione della battaglia, sebbene con riluttanza, Joe provò a giocarsi l’ultima carta.
-Loki … ricordati che, se a Messala succedesse qualcosa, Françoise ne soffrirebbe molto … –
Senza assolutamente scomporsi a quella affermazione, gli rise in faccia …
-Ah ah ah, a proposito! Vedi di goderti quanto puoi, questo periodo di tregua che le ho concesso, presto tornerò a occupare i suoi pensieri e ricomincerà a rifiutarti! –
“I suoi pensieri?… ricomincerà a rifiutarti?”
Come sotto shock, Joe ripensò a Françoise e a ciò che non aveva mai voluto confidargli … e comprese il motivo per cui, tutte quelle volte, Françoise non aveva potuto fare a meno di allontanarsi da lui … improvvisamente, tutto gli sembrò chiaro.
Era sconvolto: quel bastardo aveva giocato con la mente di Françoise per tutto quel tempo…
A quella rivelazione, sentì un moto di rabbia salirgli dentro e si accanì violentemente contro Loki.
Quest’ultimo però, continuò a deriderlo: riusciva a leggere distintamente l’odio nei suo occhi e, vederlo soffrire così, appagava profondamente il suo ego.
Anche se Joe era talmente furioso che, riusciva a malapena ad assestare, solo, qualche colpo all’avversario, Loki si sentì minacciato e si scagliò, con violenza, contro 009 … prendendolo per la gola e alzandolo a mezz’aria.
-Sciocco, che non sei altro! E’ inutile che ti affanni! Murga è completamente nelle nostre mani! La nostra tecnologia è superiore a quella di chiunque altro!  Ormai è letteralmente una marionetta nelle nostre mani … lui e il figlio sono stati i primi, ma tanti altri subiranno il nostro condizionamento e diventeranno nostri servi fedeli! –
Lo scagliò a terra.
-Ora … ho ben altro a cui pensare … ma ricordati: la prossima volta che lei ti respingerà, saprai che sono tornato, e questa volta, sarà per restare! Ah Ah Ah – con questa ultima affermazione si dileguò in un lampo.
-Lokiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! -
Joe urlò con forza il nome dell’avversario, come se, in qualche modo, potesse lenire il dolore che provava dentro.
Ferito nel corpo e nello spirito, il primo istinto fu di radere al suolo tutto ciò che lo circondava ma non c’era tempo … avrebbe pensato ai propri sentimenti più tardi … ora, doveva assolutamente impedire a Murga di presentare il nuovo piano di risanamento.

 

Françoise aveva notato un comportamento strano in Andreas: aveva spesso forti emicranie e Messala le aveva confidato che, spesso, era assente … come fosse un automa. Insospettita dal comportamento simile al padre, escluse le emicranie, decise di fare una scansione del bambino con la sua supervista, alla ricerca di qualche anomalia, al limite del lobo frontale, individuò un minuscolo chip. Notò inoltre, che l’organismo del bambino stava rigettando l’oggetto e questo, era sicuramente la causa del suo malessere! Ora, si spiegava lo strano comportamento sia di lui che del padre!
Era scioccata! Non solo, avevano impiantato un sistema di condizionamento al padre, ma avevano utilizzato anche il figlio, come mero esperimento.
Contattò immediatamente il dottor Pandermalis e gli spiegò la situazione, questi, a sua volta, si mise subito in contatto con un suo amico neurochirurgo per intervenire al più presto … così, sotto la supervisione del dottor Gilmore in videoconferenza, avrebbe rimosso l’impianto.
Ma c’era ancora un problema … come convincere Murga a sottoporsi alla stessa operazione?
Doveva assolutamente impedire al ministro di lasciare la sua abitazione … a breve, avrebbe avuto una presentazione in parlamento e, Dio solo sa, cosa lo avrebbero costretto a dire i Fantasmi Neri.
Riuscì, con una scusa, ad avere udienza con Murga e a trattenerlo in casa fino all’arrivo di Joe … purtroppo, il suo compagno confermò i suoi sospetti. Gli addetti alla sicurezza non tardarono molto a rivelarsi uomini al servizio dei Fantasmi Neri e a ingaggiare battaglia con i due cyborg.
Per quanto numerosi, i Black Ghost, ben presto, si resero conto di non potere nulla contro 003 e 009 e dovettero soccombere alla loro forza …
Il deputato, fortunatamente, rimase solo tramortito durante lo scontro e ne approfittarono per portarlo in salvo.
Sebbene Andreas e Messala fossero stati messi al sicuro da Françoise, Nastos riuscì a trovarli e a farli prigionieri … usadoli come merce di scambio.
Loki osservava le operazioni a debita distanza, 003 lo notò nelle retrovie e, quando vide Messala in mano al nemico, ricordò a Loki la sua promessa:
-Avevi detto che Messala non sarebbe stato coinvolto! Ricordi? … lo avevi promesso! – urlò con le lacrime agli occhi.
Loki le si avvicinò fluttuando a mezz’aria, mentre 009 le si parò davanti per proteggerla.
Da dietro la spalla di Joe, Françoise continuò ad urlare a Loki:
-Sei diventato suo amico, non distruggere la sua innocenza! – ma proprio in quel momento, Nastos, di sua iniziativa, scaraventò il ragazzino a terra e puntò la pistola contro 003 sparandole.
In un baleno, Loki la protesse con uno scudo di fuoco, infuriato come non mai, scagliò tutta la sua ira contro Nastos:
-Come osi tu! Lurido insetto, intrometterti nella mia battaglia? –
Nastos venne incenerito seduta stante da una palla infuocata e, di lui, non rimase più nulla …
Non era rimasto più nessuno in vita , a parte loro …  
Prima di ritirarsi, Loki, ormai sconfitto, rivolse un ultimo sguardo, pieno di significati, a Françoise …
003 e 009 soccorsero Murga e i due ragazzi … l’impianto venne estratto e inviato subito al dottor Gilmore, affinchè lo studiasse.
Per fortuna, Messala se la cavò solo con qualche graffio, ma nulla che non potesse guarire in pochi giorni.
Guardando il ragazzo, Joe decise che avrebbe messo da parte i propri sentimenti ancora per un po’ … la cosa più importante, ora come ora, era che Messala avesse riacquistato il sorriso … lo stesso sorriso di quel giorno, il giorno in cui, insieme a Françoise, per la prima volta in vita sua, aveva visto la pioggia e poi, l’arcobaleno.

 

© 31/10/ 2013

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