DANGEROUS

di Aika


JAM

 

-Qualche notizia sul chip dottore? –
-Si, 009! E’ un lavoro sofisticato. –
-Ho sentito parlare di un progetto statunitense sul controllo mentale –
-Si, è un vecchio progetto degli anni cinquanta. Il progetto MKULTRA era una serie di attività svolte dalla CIA tra gli anni cinquanta e sessanta,  aveva come scopo finale quello di influenzare e controllare, attraverso la somministrazione di sieri della verità, LSD o l’utilizzo di messaggi subliminali, ipnosi e altri tipi di azioni psicologiche, persone scelte allo scopo. Il progetto venne portato all'attenzione del pubblico solo nel 975, ad opera della commissione Rockefeller, l'attività investigativa fu resa difficoltosa a causa del direttore della CIA, Richard Helms, che nel 1973, aveva ordinato la distruzione di tutti i documenti riguardanti l'operazione. Si dovette ricostruire il tutto, attraverso la testimonianza dei diretti interessati e i pochi documenti recuperati. –
-Insomma…questo si può considerare un’evoluzione del progetto !?! –
-Umh…sì, lo penso anche io, questa tecnica avrebbe dovuto portare numerosi vantaggi, come ad esempio la creazione di assassini inconsapevoli o il controllo di leader stranieri scomodi. Il progetto sarebbe stato sovvenzionato da un totale di 25 milioni di dollari, furono coinvolte 80 istituzioni tra cui 44 università e 12 ospedali… Sicuramente, optare per un impianto del genere è più rischioso, il rigetto del tessuto celebrale di Andreas Murga ne è la prova. –
- Ciò nonostante, se l’organizzazione riuscisse a piazzare strategicamente questi chip…l’economia mondiale e non solo sarebbe totalmente sotto il loro controllo! –
-Senza ombra di dubbio! E’ certamente un piano più accurato rispetto al Progetto Shangri-La, ideato dai fratelli Tibetani,  anche se le caratteristiche sono comunque simili. Anche in questo caso, sarebbero necessari installazioni di propagazione delle onde elettromagnetiche. –
-Il progetto Shangri-La, prevedeva il condizionamento della popolazione terrestre dallo spazio. Da un satellite, il segnale sarebbe rimbalzato su tutto il globo tramite ripetitori, posizionati ad arte, nei vari continenti. Se la sua ipotesi è corretta, significa che i nuovi Fantasmi Neri intendono rimettere in funzione quelle apparecchiature! –
-Farò delle ricerche insieme al dottor Kozumi, se i trasmettitori sono in funzione, riusciremo sicuramente ad individuarli tramite i picchi di emissione delle onde. –
-Va bene, Dottore! Avviserò gli altri di tenersi pronti. –

 

 

-Dottor Droz, Il suo chip è stato un completo fallimento!!! –
-Odino, mio Signore, sono certo che senza l’intromissione dei cyborg serie 00 non ci sarebbe stato nessun problema –
-Dottore, mi permetta di ricordarle che il tessuto celebrale di Andreas Murga ha rigettato il suo prezioso…capolavoro – intervenne Loki sogghignando.
-E’ un dettaglio irrilevante! – tuonò Droz –Sul padre ha attecchito perfettamente! Il figlio era solo un elemento in più, di cui abbiamo approfittato per fare esperimenti. Le tue accuse mi sembrano un mero tentativo per coprire la tua incapacità! –
-Dottore, può raccontarsela come e quanto vuole, ma rimane il fatto che il suo chip è imperfetto! –
-Come osi, tu!?! Se non… -
-Basta!!! Ne ho abbastanza delle vostre stupide scuse! –
-Ma Odino, mio sig… -
-Dottor Droz, il progetto Mkultra deve essere portato avanti! Torni al suo lavoro, confido che riuscirà a migliorare la sua invenzione in tempi brevi.  –
-Va bene, mio Signore! -  fece un breve inchino in segno di ossequio, poi, si allontanò con aria dimessa, ma non senza prima lanciare un’occhiata inferocita a Loki.
Quest’ultimo osservò la scena in silenzio, con un ghigno di sfida stampato sul volto.
-Loki! –
-Mio Signore! – rispose in tono assertivo.
-Ti sei fatto mettere nuovamente i bastoni tra le ruote dai cyborg del Dottor Gilmore!– lo rimproverò –La missione che ti avevo affidato è stata un disastro,  abbiamo perso l’occasione di destabilizzare del tutto il paese e trarne profitto –
-Ne sono mortificato! Non avevo avuto alcun sentore di un possibile coinvolgimento di 009 e 003…me ne ero accertato di persona – concluse abbassando il capo.
-Loki, 009 è molto astuto, li stai sottovalutando, attento! –
-Chiedo perdono! Farò tesoro dei vostri consigli! –
Odino fissò il ragazzo per qualche istante, aveva grandi progetti per lui, avrebbe dovuto essere più severo nel riprenderlo, ma…non ci riusciva…
-Ci sono dodici ripetitori in Mongolia e rimane quello sulle rive del Nilo. Come procedono i lavori d’intensificazione della rete? –
-Stiamo ultimando le stazioni in Scozia, Texas, Messico e Cambogia. Anche la stazione sotto i ghiacci del Kamchatka sta procedendo bene. –
-Desidero tu vada a controllare la costruzione del ripetitore di Angkor Wat: è uno dei centri nevralgici  per la riuscita dell’operazione, i lavori sono quasi ultimati, ma voglio essere certo che non vi siano ulteriori intromissioni. –
-Sarà fatto, mio Signore! –

-Arghh! – in un moto d’ira, il dottor Droz, scaraventò a terra tutto ciò che si trovava sul suo piano di lavoro.
Come osava quell’idiota prendersi gioco di lui? E davanti a Odino, poi! Serrò i pugni e li sbatté violentemente sul tavolo, i suo occhi ricolmi d’odio, già piccoli e infossati, si chiusero in sottili fessure, ogni fibra del suo corpo era scossa da un irrefrenabile desiderio di vendetta.
-Hai davvero bisogno di tutta questa teatralità? –
-Ishii, non è il momento! Non ho voglia di ascoltare i tuoi farfugliamenti! –
-Va bene…pensavo però, che ti avrebbe interessato vendicarti di Loki…ma evidentemente, mi sbagliavo – e così dicendo si diresse verso la porta.
-Fermo! –  disse  enfatizzando con un gesto della mano.
Ishii si fermò sulla soglia abbozzando un sorriso fiero, si voltò leggermente verso il collega e con fare serafico disse:
-Conosco qualcuno, interessato quanto noi, a rimettere “qualcuno” al suo posto – L’espressione di Droz si fece più distesa ma soprattutto interessata:
-Va avanti, amico mio! –

 

Entrò in biblioteca, sapeva che l’avrebbe trovata lì. Il Dottor Gilmore, li aveva avvertiti che le indagini avevano rivelato forti concentrazioni di onde elettromagnetiche in Messico, Scozia, Cambogia e Texas.
Avevano deciso che si sarebbero divisi in squadre per indagare. A loro era toccata la Cambogia, e  Françoise aveva deciso di cercare informazioni sul luogo indicato loro dal Dottore. Era in piedi, accanto ad uno degli scaffali polverosi della biblioteca, intenta a leggere. Quando sentì aprire la porta, si voltò verso di lui:
-Ah! Joe, ho trovato molte informazioni su Angkor Wat. E’ un tempio khmer, all'interno del sito archeologico di Angkor,  nei pressi della città di Siem Reap. Fu fatto costruire dal re Suryavarman II. Il re ordinò che la costruzione del gigantesco edificio proseguisse , contemporaneamente, su tutti e quattro i lati, così l'opera fu completata in meno di quarant’anni. L'ipotesi più probabile è che si tratti di un mausoleo, un luogo dove il re potesse essere venerato dopo la morte. Infatti, l'entrata principale è situata a ovest, come nei templi funerari, e non a est, come consuetudine per i templi indù. –
Si era sistemato davanti alla finestra con lo sguardo fisso sull’oceano, mentre ascoltava,  sentiva la voce di lei come provenire da lontano, non riusciva a prestare attenzione a quanto gli stava dicendo.
“La prossima volta che lei ti respingerà, saprai che sono tornato e questa volta sarà per restare.”
Quelle parole continuavano a risuonargli in testa, viveva nel terrore che quel giorno potesse arrivare.
Françoise era più serena, non aveva più “incubi” e…non lo aveva più allontanato… almeno per il momento.
Si sentiva perso, non aveva avuto il coraggio di chiederle spiegazioni, ormai aveva capito, o meglio, ormai, Loki glielo aveva sputato in faccia.
L’inquietudine di Françoise era dovuta unicamente a quell’uomo ma, in fondo, già lo sapeva, lo sapevano tutti, solo che lui non voleva crederci fino in fondo.
Si voltò leggermente verso di lei, soffermandosi a guardarla. Indossava un vestito leggero, color avorio, a spalline larghe, la luce che entrava nella stanza non faceva altro che risaltare la sua grazia.
Era terrorizzato all’idea di perderla …
-Il tempio è a forma di rettangolo, lungo circa 1,5 km da ovest a est e 1,3 km da nord a sud; all'interno del fossato che circonda completamente il muro perimetrale di 3,6 km vi sono tre gallerie rettangolari, costruite una sopra l'altra. Al centro del tempio si trovano cinque torri…ma…mi stai ascoltando!?! –
Trasalì, ma si riprese rapidamente, sfoggiando il suo sorriso più dolce.
-Certo! Continua, cos’altro dice? –
Françoise si soffermò a scrutarlo per un attimo.
Ultimamente le sembrava strano, spesso assente.
Non che Joe fosse l’espansività fatta persona, ma era da molto tempo che non lo vedeva così cupo.
Pensò che fosse per Loki, ma scartò immediatamente l’ipotesi, in Grecia Joe si era dimostrato fiducioso in lei…già fiducioso,  in fondo lui non sapeva nulla delle visite di…sentì una morsa al cuore al solo pensiero, si fece forza e riprese a leggere, scacciando ogni ombra dalla sua mente:
- Dice che Angkor Wat riassume due principali caratteristiche dell'architettura cambogiana: il tempio-montagna che si erge all'interno di un fossato e che simboleggia il Meru e i successivi templi a galleria. –
Joe, nel frattempo, aveva lasciato la sua postazione accanto alla finestra e le si era avvicinato, le appoggiò le mani sulle spalle e sentì la pelle di lei fresca al tatto.
I loro sguardi s’incrociarono. Mentre i loro visi si avvicinavano,  lui era ancora abbastanza insicuro da temere che Françoise potesse ritrarsi di scatto e respingerlo. Si allontanarono per un istante, lui la cinse con le braccia e si baciarono ancora, con maggior disinvoltura questa volta.
Con audacia ritrovata, si sfiorarono la punta della lingua e fu allora che lei emise il gemito sommesso che segnò la trasformazione, il contatto delle lingue, e il suono inconsueto che il contatto aveva prodotto in lei, cambiarono ogni cosa.
Quel suono parve penetrarlo, trapassargli il corpo in tutta la sua lunghezza dandogli la possibilità di uscire da sé stesso e baciarla liberamente. Il sospiro che lei aveva emesso era carico di desiderio e l’aveva contagiato. La spinse con forza nell’angolo, tra i libri. Mentre si baciavano, Françoise gli tirava i vestiti, tentando senza successo di aprirgli la camicia e di slacciargli la cintura.
Le teste si rovesciavano girandosi da un lato all'altro mentre i loro baci diventavano violenti come morsi.
Lui si ritrasse per un istante, per poi tornare a farsi mordere forte il labbro inferiore. Le baciò la gola, bloccandole la testa contro lo scaffale; lei lo afferrò per i capelli e lo guidò verso il seno che circondò con le labbra. La schiena di lei si irrigidì, percorsa da un lungo brivido.
Gli cingeva il capo con le braccia molli, e quando serrò la presa, lui sollevò la testa per prendere fiato, si drizzò e avvicinò la testa di lei al proprio petto.
Lei, lo morse di nuovo, tirando fra i denti la camicia. Udendo un bottone cadere a terra tintinnando, entrambi dovettero trattenere un sorriso e distogliere lo sguardo.
Le rovesciò il capo all'indietro, immobilizzandola, le baciò gli occhi e le schiuse le labbra con la lingua.
La porta della biblioteca era massiccia e nessuno dei rumori consueti che avrebbero potuto trattenerli o richiamarli alla realtà, poteva raggiungerli.
Si trovavano al di là del presente, fuori dal tempo, privi di ricordi e di futuro. Restava soltanto il brivido crescente della dimenticanza, e il suono di stoffa contro stoffa, e pelle contro stoffa, mentre le loro membra si cercavano nell'inquietudine sensuale di quella lotta.
Con il peso di lui che la sosteneva contro l'angolo, Françoise tornò a cingergli il collo, appoggiandogli i gomiti sulle spalle senza smettere di baciarlo. Lui le scivolò dentro. Avvicinarono i corpi, intimamente uniti; poi, per alcuni secondi, ogni cosa si fermò. Rimasero lì, fermi. Joe le baciò le palpebre, la fronte e la punta del naso. Lei gli accarezzò il viso e lo guardò nei suoi penetranti occhi nocciola.
Restarono immobili forse per l'eternità di mezzo minuto. Resistere oltre, avrebbe richiesto la formidabile padronanza di qualche arte orientale.
Incominciarono a fare l'amore contro gli scaffali della libreria che scricchiolava al ritmo dei loro movimenti. Lui la fissava, intensamente, mentre il ritmo dei loro movimenti aumentava. Nel giro di pochi attimi, Joe venne travolto dal piacere, serrò gli occhi e socchiuse le labbra, il corpo teso come un arco. Françoise avvertì i suoi spasmi dentro di lei, un istante dopo, anche lei venne travolta dal piacere. chiuse gli occhi, si spinse forte contro di lui e si lasciò andare a un brivido che la scosse come un fuscello al vento.
Rimasero vicini a lungo, dopo. Lui le nascose la faccia sul collo e Françoise sentì il suo fiato caldo sulla pelle e gli accarezzò la schiena sudata. Piano piano, lei sentì il suo battito rallentare e fu pervasa da una dolcissima sensazione di beatitudine, come se si trovasse davanti a un tramonto in una sera d'estate.

 

-Mi dica Chau, a che punto siamo con il trasmettitore? –
-Praticamente ultimato signore! –
-E’ già stato fatto il collaudo? –
-No signore! Aspettiamo che siano ultimati gli ultimi controlli –
-Bene! Intensifichi il sistema di sorveglianza, siamo ad un punto cruciale dell’operazione e non voglio sorprese! –
-Sì, signore! –

 

La giornata era calda e umida, erano arrivati la sera precedente e, una volta registrati in albergo, si erano buttati a letto e addormentati all’istante.
L’hotel, che distava appena venti minuti dal complesso di templi di Angkor Wat, aveva una splendida terrazza con vista sulla città. Joe e Françoise, stavano consumando la colazione proprio su quella terrazza, godendosi la vista.
Il piano era di visitare il tempio e cercare di scoprire il più notizie possibili.
-Quando sono sceso, ho parlato con il concierge, mi ha detto che, da qualche mese, stanno facendo delle ristrutturazioni al livello superiore della facciata Ovest, forse dovremmo iniziare le ricerche proprio da lì, che ne dici? –
-Sono d’accordo, se in quella zona c’è movimento, sarà bene tenere d’occhio le persone coinvolte nel progetto –
Si avviarono verso il tempio, una volta giunti a complesso si confusero nella folla di turisti. Al momento opportuno, si allontanarono con discrezione per osservare da più vicino il luogo sospetto.
Stranamente, riuscirono a raggiungere la zona senza alcun intoppo, gli operai erano al lavoro ma tutto faceva presupporre che fosse un normalissimo cantiere.
-003, controlla a fondo l’area! –
Dopo un’attenta scansione, il verdetto fu inequivocabile:
-009 non c’è alcun segno di attività anomala, è una vera ristrutturazione. –
-Sei sicura!?! –
-Assolutamente! –  e aggiunse -Il complesso è molto vasto, non ci resta che scandagliarlo palmo a palmo –
-T la senti? – chiese preoccupato
-Ma certo! –  rispose sorridente –Ci vorrà qualche giorno, viste le dimensioni, ma sono certa che riusciremo a trovare quello che cerchiamo –
Il suo ottimismo era sempre contagioso.
-Ok, ma appena ti senti stanca sospendiamo! –
-Ricevuto! – concluse strizzandogli l’occhio.
Trascorsero l’intera giornata a controllare tutta la parte Ovest della struttura, arrivarono a sera, completamente sfiniti senza aver ottenuto il minimo risultato.
Sarebbero tornati il giorno seguente ma per il momento avevano bisogno di riprendere le forze.

 

-Signore, il sistema di sicurezza ha individuato i cyborg della serie 00 aggirarsi nel blocco Ovest –
-Sono al completo? –
-No signore! Ci sono solo 003 e 009. –
-Se 003 non si è accorta dei rilevatori, significa che gli scudi stanno funzionando bene! –
-Così pare! Signore, mi permetta di occuparmi di loro –
-A tempo debito Chau…a tempo debito. Il completamento ed il collaudo dell’impianto hanno la priorità, poi, penseremo anche a loro. –
-Si, signore! –

 

Pub street è una strada che si trova molto vicina all'Old Market ed al Night Market  che si anima ogni sera al calar del sole. E’ ricca di ristoranti di tutti i tipi, a partire dagli “street restaurant” in cui mangiare ottima cucina Khmer e asiatica in generale.
Dopo una giornata estenuante Joe e Françoise decisero di mescolarsi tra la folla in cerca di un po’ di normalità.
Quando si è cyborg, sempre in missione, difficilmente ci si riesce a ritagliare qualche momento per se stessi. I recenti avvenimenti, poi, avevano messo a dura prova il loro rapporto e sempre più spesso, sentivano il bisogno di quotidianità.
Cenarono in uno dei tanti ristoranti e poi girano fra i vari negozietti aperti per lo shopping anche la notte.
Improvvisamente Françoise sentì mancarle il fiato in gola, lo aveva visto! Ne era certa! Lo aveva notato tra tra la folla, era appoggiato ad un angolo di strada, intento a fissarla.  Joe si accorse immediatamente del suo turbamento, ma quando le chiese il motivo, lei non poté fare a meno di mentire e dare la colpa alla stanchezza. Prima di dirigersi verso l’albergo, diede un ultimo sguardo a quell’angolo di strada ma non vi trovò più alcuna figura familiare. Lo aveva visto veramente o era solo un’illusione?
Trascorse la notte inquieta, chiedendosi se l’incubo sarebbe ritornato.
“Ti lascerò in pace d’ora in poi, ma questo non significa che non tornerò!”
Era da un po’ di tempo che non ripensava a quella frase. La relazione con Joe si stava normalizzando, a fatica, ma stavano facendo entrambi del loro meglio. Non voleva ritrovarsi al punto di partenza. Si addormentò a fatica, rapita in mille scenari catastrofici.
Il mattino seguente, dopo colazione, ripresero la perlustrazione dell’antico tempio. Avevano deciso di proseguire con il comparto Nord, lo setacciarono palmo a palmo e nuovamente non ebbero alcun risultato.
La sera decisero di cenare in albergo. Françoise scese al Lounge, in attesa che Joe finisse di ragguagliare il dottor Gilmore sugli esiti della missione.
Era seduta ad uno dei tavolini con veduta sulla città. Continuava a rigirare il drink tra le mani,  non sapeva neppure cosa fosse, aveva detto al cameriere di fare lui ma non aveva degnato la bevanda neppure di un assaggio.
-Una signorina così graziosa non dovrebbe essere lasciata sola e triste… -
A Françoise si gelò il sangue, aveva riconosciuto perfettamente quella voce, alzò lentamente lo sguardo verso il suo interlocutore.
-Loki! Perché sei qui? –
-Affari, ma chérie–
“Certo! Che altr…come chérie? Quando siamo arrivati a tanta confidenza?”
-Non vedo il tuo cavaliere dall’armatura lucente? –
-Arriverà presto…e non sarà felice di vederti qui. –
-Spero di non essere stato motivo di dispiaceri, con il nostro ultimo incontro…–
-Non vedo perché, in fondo sei solo il nemico! – rispose bonariamente.
-Touchè! E’ una serata splendida, non trovi? Che ne diresti di aspettare il tuo amico sulla terrazza?–
-Non credo sia una buona idea –
-Perché mai! In fondo…faresti solo compagnia ad un amico, si anche nemico, ma che vorrebbe tanto esserti amico! –
“Ah non fa una piega!”
-Uhm!…va bene… -
I due si avviarono sulla terrazza panoramica sistemandosi alla balaustra.
-Se sei qui, significa che l’organizzazione ha interessi ben specifici in quest’area –
Loki la fissò con aria sorniona e  , avvicinandosi a lei rispose.
-Non sempre la mia presenza implica qualcosa di grosso, forse sto solo facendo indagini di mercato, o forse…voglio solo godermi qualche attimo fugace con una deliziosa signorina! – e così dicendo si fece pericolosamente più vicino, tanto da iniziare a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli.
Françoise era estremamente imbarazzata e allo stesso tempo confusa, era in balìa di una miriade di sentimenti contrastanti: emozione, timore di qualcosa di indefinito, desiderio di abbracciarsi...e di sentire i loro corpi uniti.
Loki aveva la stessa espressione calma e attenta che gli aveva visto tutte le volte. Ma questa volta c’era stato come un fugace accenno di divertimento nei suoi occhi.
In qualche modo si era accorto di aver superato le sue difese, e si stava divertendo per il suo scompiglio, si accostò a lei e la baciò.
Françoise, non poté fare a meno di ammirare la rapidità e la decisione del suo gesto. Prima che lei potesse  scostarsi, le labbra di lui erano già sulle sue.
L 'attirò con forza a sé, i seni di lei premettero contro il suo petto. Sapeva che avrebbe dovuto essere indignata, ma con grande costernazione, si ritrovò a rispondere al bacio. Improvvisamente, soggiogata dalla sensazione del corpo forte e del calore umano, in uno slancio di desiderio aprì le labbra.
Si baciarono, voraci, per un minuto, poi la mano di lui si spostò sul seno, e questo ruppe l'incantesimo. Si staccò da lui.
Si portò una mano alle labbra, gli occhi sbarrati, cosa aveva fatto? Aveva ceduto a lui, il nemico.
-Ti chiedo scusa, mi sono lasciato trasportare dal momento – e aggiunse –Joe ben arrivato! Penso che toglierò il disturbo e vi lascerò cenare in pace! – così dicendo, si diresse all’entrata, lanciando uno sguardo compiaciuto al ragazzo.
A quelle parole Françoise si voltò di scatto, Joe era livido in volto, non riuscì a sostenere il suo sguardo, si sentiva così colpevole!
Dal canto suo Loki uscì passandogli accanto trionfante.
-Loki! –
Si fermò! Erano fianco a fianco.
-Se la ami veramente…smettila di tormentarla come hai fatto fin’ora, toglierle il sonno non ti aiuterà ad averla! –
Loki non disse nulla, si limitò a proseguire per il suo cammino.
-Tu lo sapevi!?! – Chiese Françoise con le lacrime che le rigavano il viso.
-No! Me lo ha detto lui durante uno scontro…e, ho capito tutto –
-Perché non me lo hai detto? –
-Soffrivi già abbastanza, era inutile rincarare la dose per qualcosa di cui non avevi colpa, Loki è un manipolatore, ti ha usata, ma forse…adesso è ora tu faccia chiarezza nei tuoi sentimenti – 
-Joe…io… -
-Andiamo a dormire. Se lui è qui, significa che siamo sulla pista giusta. Ci mancano due blocchi da esplorare, uno dei due deve essere quello giusto –  così dicendo s’incamminò verso l’ascensore.
Il tono di Joe era stato estremamente pacato e comprensivo. Il non colpevolizzarla, la faceva sentire ancora più colpevole.
Quella notte Joe dormì sul divano. Françoise non era una donna volubile, lo sapeva bene. Era come sotto un sortilegio da cui combatteva quotidianamente.
C’era ancora speranza di riaverla o era tutto perduto?
Le immagini di quella sera lo tormentavano, non voleva lasciarla andare ma sapeva anche che avrebbe dovuto combattere questa battaglia da sola. Lui ci sarebbe stato, ma non poteva più essere in prima fila insieme a lei.

 

Rith Chau era un uomo ambizioso. Aveva scalato in fretta i vertici dei Nuovi Fantasmi Neri, la sua collaborazione e amicizia con il dottor Ishii gli erano stati molto utili per la sua carriera.
Era un uomo pratico, trovava ridicola la teatralità di Loki, lo vedeva come un uomo debole, infetto da sciocco sentimentalismo. Non aveva mai capito, come e perché fosse stato scelto da Odino come suo braccio destro, ma forse era giunta l’ora di rendere giustizia a chi se lo meritava. Presto Loki avrebbe perso tutta la sua credibilità a favore di qualcun altro.
Era un piano ben articolato, avrebbe dovuto guadagnarsi la fiducia di Loki per minare il suo potere dall’interno, il tutto cancellando ogni traccia del proprio passaggio.

 

Era il terzo giorno di esplorazione, non venne fatto alcun cenno ai fatti della sera precedente. Erano cyborg ed erano in missione, la loro vita privata doveva rimanerne fuori.
009 lo ripeteva sempre, con il tempo, aveva capito che era più un’auto imposizione, ripeterselo gli impediva di soffrire.
Avevano appena iniziato ad esaminare l’area Est che 003 notò subito qualcosa di strano. Improvvisamente le era dato vedere tutto. Evidentemente, c’era un sistema scudo che interferiva con le sue capacità. Per una qualche ragione il sistema risultava disattivato, permettendole di avere una completa visuale del trasmettitore.
Individuò immediatamente gli accessi principali, istruì 009 sulla disposizione dell’impianto. In silenzio e con la massima cautela, stordirono le guardie dislocate sul loro percorso, raggiungendo indisturbati, il trasmettitore di onde elettromagnetiche. Senza mai abbassare la guardia, posizionarono le micro bombe studiate appositamente dal dottor Kozumi per distruggere l’apparecchio, senza arrecare danno all’importante monumento.
Ebbero giusto il tempo di mettersi in salvo, che le micro esplosioni fecero il loro lavoro.
Il complesso monumentale era intatto, al di fuori dell’area, si avvertì nient’altro che una lieve scossa di assestamento, in compenso la temibile arma era completamente distrutta e inutilizzabile.
Loki, restò ad osservare la base in balìa delle fiamme con una calma serafica. Infine, diede l’ordine di evacuazione.

 

-Allora!?! Mi vuoi dire che è successo in Cambogia?! –
-Lo sai! Abbiamo fatto saltare il trasmettitore che si trovava nel complesso monumentale di Angkor Wat. –
-Ma mi prendi in giro!?! Diamine! E’ da quando siete tornati che non dormi più in camera sua! –
-E con questo? –
-Tu vuoi farmi uscire pazzo vero? –
-Mica potevo approfittare in eterno della sua camera?!–
-Dico! Ma ti senti!?! E dove stai andando ora!?!–
-Jet, smettila di sbraitare a questo modo, sei irritante. –
-Cosa?! Ma Albert! Joe e Françoise sono anche amici tuoi, non vuoi aiutarli? –
-Tsik! E come? Impicciandomi in affari che non mi riguardano? Sono abbastanza grandi da risolvere i loro problemi da soli, è evidente che sono confusi, non rimanere appiccicati tutto il giorno li aiuterà a schiarirsi le idee. –
-Mah! Se lo dici tu… -

 

 

GIVE IN TO ME

 

-Maledetti cyborg! Hanno distrutto tutte le basi che stavamo ultimando. Loki! Cosa hai da dire a tua discolpa? –
Il ragazzo rimase a testa bassa mordendosi un labbro.
-Sono dispiaciuto mio signore. Posso solo dire che rimedierò quanto prima– 
-Non m’interessano le tue scuse, ci è rimasta ancora la stazione sotto i ghiacci del Kamchatka, vedi di non fallire questa volta! –

 

-001 ritiene che vi siano altri ripetitori in costruzione –
-Cosa? Ma non è possibile! –
-Dottore, 007 ha ragione! Abbiamo distrutto tutte le basi che ci avevate segnalato –
-006, le stazioni emanavano una forte concentrazione di onde elettromagnetiche ed era facile individuarle, in questo caso, invece, le concentrazioni sono basse e, di conseguenza, più difficile localizzarne il punto di origine. –
-E se non riuscissimo a trovarle? Se non c’è riuscito neppure 001, dubito possa farlo qualcun altro –
-Comprendo le tue perplessità 004, ma io e il dottor Kozumi stiamo studiando un amplificatore che, combinato con le onde celebrali di 001, darà sicuramente ottimi risultati –
-Dottore, non sarà troppo pericoloso per Ivan? –
-003 non ti preoccupare! Il dottor Gilmore, sa bene quello che sta facendo –
-007 le preoccupazioni di 003 sono più che giustificate, anche io condivido la sua stessa ansia, non è la prima volta che sfruttiamo eccessivamente le capacità di 001 e, prima o poi, potrebbe essergli fatale. –
Il silenzio cadde nella stanza, finché:
-Joe, so benissimo a cosa ti riferisci, non ti nascondo che anche a me non piace utilizzare certi metodi, ma con il dottor Kozumi stiamo pensando anche a questo. Non vogliamo che Ivan possa correre pericoli maggiori di quanto possa realmente sopportare. –
-Dottore, ci fidiamo di lei, faccia il possibile! Siete d’accordo? –  così dicendo, Jet si voltò verso 003 e 009 che annuirono in silenzio.

 

-Chau!! –
-Ai suoi ordini signore! –
-Voglio sapere chi è il traditore! –
-Prego? –
-Hai capito benissimo! I sistemi di rilevazione della base in Cambogia sono stati disattivati, non c’è altra spiegazione, 003 non avrebbe mai potuto rilevarci così facilmente! –
-In verità, signore, anche io ho pensato la stessa cosa, mi sono permesso di svolgere alcune  indagini –
-E? –
-E credo di aver individuato i potenziali responsabili, se potesse darmi ancora un po’ di tem… -
-Hai solo un giorno! Un giorno e dovrai portare al mio cospetto il traditore! –
Loki non aspettò ulteriore risposta, si dileguò lasciando Chau solo nella stanza.

 

Era passata una settimana dalla loro ultima missione, il rapporto con Joe era cambiato. Non dormiva più in camera con lei e non poteva di certo biasimarlo. Tuttavia, lui non sembrava incollerito, anzi, pareva comprenderla e questo, questo la faceva sentire peggio. Ma, il suo stato non dipendeva solo da lui.
Trascorse tutto il pomeriggio fissando i muri della sua camera da letto, cercando di combattere il grande tormento interiore. Anche se la sua mente odiava accanitamente Loki per la sua arroganza e per i suoi sguardi che la sondavano nel profondo, il suo corpo lo bramava appassionatamente. La sua pelle era in fiamme. Le punte dei seni erano assurdamente turgide e così sensibili, da farle male. Tanto che, persino la sottoveste li irritava. In mezzo alle gambe provava un dolore che non aveva mai avvertito prima.
E non era stata solo la presenza fisica di Loki a ridurla così. Era stato lo sguardo dei suoi occhi, e la sua calma misteriosa.
Iniziò a fare sogni ad occhi aperti nei quali lui entrava silenziosamente nella sua camera, nel cuore della notte, quando lei era sola, proprio come ora, e la toccava con le sue mani calde e forti. Poteva addirittura sentire i baci e il corpo poderoso sopra di lei, e il suo delizioso arrendersi al suo tocco. Si immaginò la scena centinaia di volte, l’una più seducente dell’altra, ma ogni volta lei era sola nella camera e Loki entrava per farle conoscere le peccaminose e sensuali delizie che, solo lui, sapeva portarle. Incredibile! Cosa le aveva fatto quell’uomo? Si sentiva a pezzi.
A cena non disse una parola e al calar del sole, augurò la buonanotte a tutti e andò a coricarsi. Sapeva che i suoi compagni erano in pensiero, ma lei aveva bisogno di rimanere sola con i suoi pensieri e le sue fantasie.

 

In soggiorno erano rimasti solo 009 e 004, quest’ultimo la osservò salire le scale, quando, fu fuori dalla sua visuale si rivolse all’amico:
-Joe, sono preoccupato per lei! –
Il ragazzo si voltò a guardare il compagno e sembrò soppesare le parole prima di rispondere:
-Si anche io! E’ inquieta e distratta –
-Non fare lo sciocco! Sai bene cosa sta combattendo!!! Non vorrai lasciarlo vincere? –
Joe abbassò lo sguardo per un tempo che sembro, ad Albert, interminabile.
-Devi fare qualcosa! Lei ti ha sempre aiutato, la stai abbandonando a se stessa! –
Joe si prese la testa tra le mani.
-Ma non capisci che non so cosa fare? – e continuò –Non ho la minima idea di come aiutarla, la mia vicinanza, fin’ora, non è servita a nulla! –
-E pensi che abbandonarla a sé stessa invece, possa essere utile? Più si allontana da te e più lui potrà avvicinarsi a lei –
Joe ne era consapevole, ma sapeva anche che non stava combattendo contro un nemico qualunque.
-Joe, lei ha sempre combattuto per te, ora è il tuo turno! –
Rimase un attimo a valutare le parole dell’amico, poi infine, si alzò e si diresse verso il piano superiore.

 

Françoise si tolse il vestito e la sottoveste e scivolò dentro una camicia da notte di seta. La sensazione del leggero tessuto sulla sua pelle nuda la fece fremere. I suoi seni si tesero fino a farle male. Tutto il suo corpo era percorso da mille tremori.
Lesse per mezz’ora. Quindi venne travolta definitivamente da una grande spossatezza. Aveva rinunciato a combattere per negare le proprie emozioni, e questo sembrò portarle un senso di pace. Peccaminosamente si tolse la camicia da notte. Quella notte avrebbe dormito nuda. Forse, l’unico modo per sconfiggere le fantasie su Loki, era arrendersi ad esse. Persino ora, mentre giaceva nuda sul letto, il suo orgoglio le faceva odiare Loki per averla ridotta in quello stato.
Le sarebbe piaciuto tanto, sgusciare via per una notte, fuggire in un posto dove lei e Joe sarebbero potuti essere di nuovo felici. A quel punto avrebbe finalmente potuto dimenticare Loki e concedersi un riposo decente.
Ma nulla sarebbe potuto più essere come prima. E questo, Françoise, per quanto si sforzasse, non poteva negarlo.
E mentre veniva tormentata da questi insani pensieri, sentì la porta aprirsi e qualcuno introdursi silenziosamente in camera.
Non aveva bisogno di guardare chi fosse, conosceva bene il rumore di quei passi. Per un attimo si chiese se stesse sognando, nel caso fosse così, non voleva rischiare d’infrangere il sogno, così, rimase con gli occhi chiusi in ascolto.
Sentiva il fruscio della camicia cadere sul pavimento, delle mani che armeggiano con i bottoni dei pantaloni e lo scivolare di essi fino a terra. Infine, l’elastico dei boxer allentarsi, per raggiungere il resto dei vestiti all’angolo del letto.
Sentì le lenzuola alzarsi ed un corpo, nudo e caldo, avvicinarsi al suo. Le si incollò, modellandosi nella forma del suo corpo premendo il suo petto contro la sua schiena, i fianchi contro i suoi, le ginocchia nell’incavo delle sue.
Lei rimase immobile, timorosa che, se avesse parlato o si fosse mossa, avrebbe potuto spezzare l'incantesimo.
Poi sentì la sua mano sulla pelle nuda della schiena. Cominciò ad accarezzarla con estrema delicatezza, tanto da sembrare che la stesse esplorando, forse sorpreso di trovarla nuda. Avvertì la mano salire fino al collo e poi scendere, seguendo sensualmente la curva del fianco.
La mano di lui era sempre sul fianco, tormentosamente vicina a dove Françoise voleva che la toccasse. Gli prese la mano e gliela guidò. Non sapeva da dove le fosse venuta quell'iniziativa: era l'ispirazione che la stava conducendo e lei decise di seguirla, nel bene e nel male.
Joe gemette. La ragazza sentì la sua mano stringerle delicatamente un seno, poi l'altro. Il respiro di lui si fece più ansante. Françoise si girò verso di lui, gli esplorò il corpo sfiorandogli delicatamente tutto il torace fino a scendere sempre più in basso dove si fermarono. Joe cominciò a muovere ritmicamente i fianchi.
Françoise temette che l'atto finisse prima ancora di essere consumato. Non voleva che accadesse. Doveva essere tutto o niente. Lo fece distendere sulla schiena, si sollevò in fretta, gli si mise a cavalcioni sopra, e si abbassò su di lui. Cominciò a muoversi, abbassandosi alla spinta dei fianchi di Joe e sollevandosi quando lui si ritraeva. Avvicinò il volto a quello di lui e gli baciò la bocca. Lui le afferrò il viso e ricambiò il bacio.
Joe mugolò sonoramente di passione, aumentò il ritmo dei loro movimenti, fino a scuoterla su e giù con impeto, abbandonandosi alla fine, completamente, dentro di lei.
Françoise si addormentò esausta, ma Joe rimase sveglio. La guardava dormire serena, chiedendosi quando e come sarebbero riapparse le ombre.
Scosse la testa, aveva commesso un errore! Non avrebbe dovuto fare l’amore con lei…aveva bisogno di schiarirsi le idee e chissà, forse una boccata d’aria fresca lo avrebbe aiutato. Si alzò, recuperò i vestiti, finì di indossarli facendo attenzione a non svegliarla, si soffermò a scrutare il suo viso ancora per un attimo, poi, si voltò, aprì la porta ed uscì.

 

-Loki ha capito che qualcuno ha interferito nella missione in Cambogia! –
-Droz, smettila di agitarti tanto, ci penserà il nostro buon amico Chau a sviare ogni sospetto sul nostro coinvolgimento –
-Ishii, ti fidi troppo di questo Chau,! Cosa ti fa credere che non decida di tradirci per il suo tornaconto?, Non sarebbe la prima volta che assistiamo ad un comportamento del genere in quest’ambiente.! –
-Droz, ho i miei buoni motivi, rilassati e goditi la nostra vittoria su Loki –

 

Fu risvegliata, nel cuore della notte, con la sensazione di essere sfiorata lievemente dalle labbra di qualcuno.
Da principio non si rese conto di dove si trovasse . Il sogno che stava facendo era così intenso che quella sensazione sembrava esserne la continuazione. Percepiva il corpo nudo di lui che le aderiva contro, ed il suo insondabile sorriso che incurvava le labbra morbide mentre la sfioravano.
Sentì i suoi baci sulle gambe, sulle sopracciglia, sulle palpebre, e infine sulle labbra, baci che la  deliziavano. Incominciò a risvegliarsi, ma l’eccitazione del suo sogno la spinse di nuovamente in quel rapimento. Il suo corpo desiderava le carezze di quell’amante immaginario. Un gemito le sfuggì dalla gola.
I baci erano di nuovo sulle sue labbra, e stavano diventando sempre più intensi. una lingua maschile le si insinuò tra le labbra, esplorandola delicatamente. Ancora confusa dal sogno, lei gli mise le braccia attorno alle spalle robuste.
Una voce nella sua mente le diceva che stava tenendo tra le braccia Joe. Era nel suo letto, come al solito. Ed erano i suoi baci che stava assaporando.
Ma non sembravano i suoi. Questo serviva solo ad aumentare la verosimiglianza del suo sogno. Intanto i baci diventavano sempre più profondi, più intimi, e una sensazione interiore cominciò ad avvertirla che quello non era un sogno. Stava accadendole realmente.
Anche se una parte di Françoise stava gradualmente svegliandosi, il resto di lei si abbandonava completamente alle sensazioni inconsce che la attraversavano. Teneva stretto il suo amante mentre si apriva a lui.
I suoi capezzoli indurivano eccitati protendendosi verso il torace di lui. I suoi seni scivolavano amorevolmente lungo i fianachi di lui. Il suo sogno stava diventando realtà infine, ed era anche più bello di quanto lasciassero presagire le sue fantasie peccaminose. Joe era nuovamente lì, dentro la sua mente, dentro il suo corpo, virile e tutto per lei.
Il gemito della propria eccitazione la svegliò.
Non era sola. C’era un uomo nella stanza. Nel letto e sopra di lei.
Fece per dire qualcosa ma quel bacio delizioso era ancora sulle sue labbra, e ogni propaggine del suo corpo si era già aperta per lui durante il suo sonno. Non poteva interrompere le sue voglie così rapidamente, doveva prima andare fino in fondo.
A poco a poco, riuscì a mettere a fuoco la camera illuminata fiocamente dalla luna, intravide la sagoma scura dell’uomo che stava tenendo fra le braccia. Le sue mani si irrigidirono sulla gabbia toracica di lui, ma non lo lasciò andare né lo spinse via. Non riusciva a raccapezzarsi. Il suo desiderio e l’intensità del sogno, le avevano indebolito le difese di cui adesso aveva bisogno per liberarsi di lui. Tutti i suoi sensi si erano già arresi, anche se la sua mente lottava ancora per la lucidità. Radunando tutte le sue forze, ributtò indietro la marea di delizia che si annidava nel suo grembo e spinse l’amante del suo sogno abbastanza indietro per poterlo guardare in faccia.
Il respiro le si mozzò in gola. Era Loki. Un grande tremore la scosse mentre respingeva ancora il suo torace.
-Tu – sibilò lei –Cosa credi di fare?–
Ma persino mentre sussurrava aspramente queste parole le sue labbra tremavano. Il desiderio era ancora più forte della paura e della rabbia.
Stava facendo una figura ridicola, nuda nel letto, cercando di spingerlo via con le braccia delicate mentre le sue lunghe gambe erano appassionatamente avvinghiate al suo bacino.
Fu colta dal furore,  incominciò a graffiare e a schiaffeggiarlo anche se, la parte inferiore del suo corpo, che non era ancora stata informata della decisione di combatterlo, era ancora in preda al desiderio.
Persino le morbide mani che cercavano di graffiare la carne di lui agivano come spinte da una passione che non veniva solo dal rifiuto. A lui sembrava di avvertire che lei stesse in realtà combattendo contro se stessa, e che nel sogno lui aveva conquistato troppo di lei per perdere terreno proprio ora.
-Ssshhh -  mormorò, accarezzandole il corpo tremante con delicatezza. Per un terribile momento Françoise vacillò sull’orlo di un abisso. Il suo orgoglio ferito si mescolò alla rabbia, e lei, più di qualunque altra cosa avrebbe voluto sbattere fuori l’intruso, far accorrere i compagni, chiamare Joe e scatenare tutta la furia del suo potere contro Loki.
Ma la sensazione del corpo di lui, insieme ai sensuali ricordi del suo sogno e ai fermenti che l’avevano tormentata per tutto quel tempo, minarono la sua resistenza.
Le sue mani, ribellandosi al suo volere, cominciarono a carezzargli le spalle. Il grido di rabbia nella sua gola si trasformò in un sospiro sensuale. La sua pelle era in fiamme.
Lui approfittò di quel momento, attirò a sé il suo viso e la baciò con passione, le sue braccia potenti le circondarono la schiena e l’attrassero verso il terribile corpo maschile che aveva fame di lei. Le gambe di lei, si spalancarono per accoglierlo mentre la sua morbida carne femminile era premuta dalla possente virilità di lui.
E in quell’istante fatale Françoise perse la battaglia. Il suo corpo non le apparteneva più. Le sue mani passavano e ripassavano sulla schiena di lui, i suoi capezzoli si strofinavano deliziosamente contro il suo petto, la sua lingua si congiunse con quella di lui in una piccola frenetica danza di reciproca scoperta.
Le istintive ondulazioni femminili fecero sì che i suoi fianchi si congiungessero accarezzandoli a quelli di lui e già fioriva il bramosia di averlo dentro di lei.
-Bastardo – gemette –Sporco bastardo… -
Ormai era troppo tardi, il sesso di lui aveva colto l’invito, aperta la porta con un lungo movimento insinuante era scivolato dentro di lei. Lei sussultò, era più dotato di quanto avesse immaginato e più abile nel prendere d’assalto le profondità della sua femminilità. Lei continuava ad essere irata, il suo orgoglio non poteva dimenticare l’insulto che le era stato fatto. Ma quelle forze potevano solo aumentare le delizie dei suoi sensi, come se lei si fosse concessa a lui combattendo tutto il tempo e facendo sì che i suoi sforzi rendessero la sua resa più dolce e più perversa.
Lei fece scendere le sue mani giù, fino ai suoi reni . Lui aveva un corpo solido, con fasci di muscoli duri come l’acciaio. Le mani di lui erano sulle sue spalle e l’attiravano verso di se, mentre lei teneva le ginocchia sollevate per aiutarlo ad andare più in profondità. Le loro spinte erano lente, indicibilmente intime.
I suoi assalti avevano trovato dei caldi centri di estasi, della cui esistenza lei non aveva avuto il minimo sospetto, fino a quel momento.
Lei inarcò la schiena aggrappandosi con le mani alle lenzuola. I suoi seni tremavano contro il suo petto, lei aveva raggiunto il suo primo orgasmo e quindi subito dopo un altro. Lui si accorgeva dei piccoli spasmi che lo carezzavano ma non smise di vibrare colpi, dal momento che gli sembrava che questa fosse solo l’ouverture della sua passione.
Le sue forti mani erano scivolate fino in fondo alla schiena di lei, le prese le soffici natiche fra le mani, posizionandola come una bambola a suo piacimento. Il viso dell’uomo rimaneva nell’oscurità, era come un’ombra smisurata caduta su di lei in quella notte stregata. Il silenzio della camera, le pareti familiari, erano come complici in quell’azione indicibile che stava svolgendo sul letto. Françoise incominciò a roteare la testa, con gli occhi accecati dall’estasi.
Egli continuava ad entrare sempre più profondamente, accarezzandola con le grandi mani, con le dita forti come l’acciaio che le danzavano sulla tenera carne.
Il piacere la fece gemere violentemente, mentre sesso maschile dentro di lei si agitava e si immergeva con piccoli spostamenti che provocavano esplosioni nei suoi sensi.
-Bastardo – La parola non era più un’accusa sulle sue labbra, ma un inno, il sensuale canto della sua resa.
Ma ora si annullò persino questa parola, perché lui la stava tirando più vicina, più stretta, e lei si accorse del tremito del suo orgasmo, più eccitante di qualsiasi altra cosa che avesse mai sentito. In quel momento, rapidamente stava venendo veloce, come un treno espresso, inarrestabile. E quando infine si incontrarono, lui la sollevò a un’altezza che lei non poté sopportare, l’esplosione fu più grande di quanto lei non avesse immaginato possibile.
Sembrava che durasse per sempre, una possessione così completa che lei perse la sua anima ed esistette solo per essere la schiava del suo corpo. Anche lui era immobile, sepolto in lei, i suoi tendini erano tesi come l’acciaio in quell’ultimo abbraccio, mentre lei era scossa da mille tremiti di delizia, la sua mente era sconvolta,  il suo orgoglio era stato sacrificato sull’altare dell’estasi che lui le aveva regalato.
Quando finì tutto, e lei incominciò a tornare in sé, a piccole tappe, come un sognatore che cerchi con esitazione di tornare alla realtà, sapeva già che la sua forte volontà era stata bruciata da quello che lui le aveva fatto. La ribellione che aveva provato solo qualche momento prima era sparita miseramente. Tutto quello che rimaneva era la resa, e le pulsanti conseguenze del piacere dietro ai suoi sogni, un piacere simile alla morte stessa.
Lui rimase dentro di lei, ma ora la cullava con braccia diventate gentili e premurose.
La tenne contro il suo petto e baciò le sue sopracciglia con labbra calde e morbide. E lei era ancora scossa da tremiti, dal momento che si era data così intensamente, poteva ritornare in sé solo con una lunga serie di tappe, ciascuna delle quali era un piccolo shock.
Lei cercò di dire qualcosa. Da principio non riuscì a trovare le parole. La sua padronanza del linguaggio sembrava averla abbandonata.
-Come hai fatto… - balbettò –ad arrivare qui? – 
Lui non rispose. Si limitò a tenerla stretta. La cullò contro il suo petto, le gambe di lei erano sempre avvinghiate a lui.
Il sesso dentro di lei non si ritirava ancora. Decisamente non era un uomo comune. Era qualcosa di molto più forte di un uomo, più astuto, più potente. Ne aveva avuto il sospetto quando l’aveva visto la prima volta, ma ora lo aveva sperimentato con ogni fibra del suo essere.
-Non importa – disse lei, trovando un avanzo di humor nella voragine del suo annullamento.  –Ormai sei qui. –  Si era completamente arresa a lui, rifletté mentre una lacrima le rigava il viso…
“Joe…” ,  fu l’ultimo suo pensiero prima di riaddormentarsi.                                          

 

Il sole era sorto da poco, i deboli raggi filtravano nella stanza indugiando delicatamente sul suo volto, piano piano, aprì gli occhi, non appena si fu abituata alla luce si girò e si stiracchiò, di riflesso, allungò la mano cercando il corpo di Joe ma non lo trovò.
Si sentiva indolenzita.
Improvvisamente, come in preda ad uno shock, scattò a sedere sul letto. Era nuda, ricordava benissimo della notte trascorsa con Joe e di essersi, addormentata tra le sue braccia ma poi … quel sogno! Si portò una mano alla bocca, arrossendo violentemente e con il cuore a mille.
“Oh mio Dio! E se non fosse stato solo un sogno?”
Quando il cuore smise di batterle furiosamente e la mente si calmò, ripensò  alla notte appena trascorsa. Cercò di ricostruire ogni secondo dal momento in cui si era addormentata tra le braccia di Joe, tutto era vago e senza senso.
“Beh! Non proprio senza senso, ripensandoci un senso ce l’ha eccome!”
Scosse la testa violentemente come per allontanare quei pensieri.
“Ma cosa sto dicendo!?! Devo essere impazzita!”
Si rannicchiò, portandosi le ginocchia al petto, aiutandosi con le braccia. Rimase così, in silenzio, a rivivere la notte appena trascorsa.
I momenti trascorsi con Joe erano così vivi nella sua mente, sentì il suo corpo pervaso da un senso di serenità.
Sorrise affondando ancora di più il volto tra le ginocchia.
“Che sciocca! Basta rovinarsi la vita dietro a stupidi sogni, il mio presente è qui, adesso!”
Non le bastava sapere altro, ora, l’unica cosa di cui sentiva realmente il bisogno, era una lunga doccia rinfrescante.
Con  questa determinazione nell’animo, si alzò dal letto e si diresse verso il bagno.

 

-Signore, finalmente! –
-Cosa c’è, Chau? –
-E’ tutta la notte che la cerco! – il viso di Loki si contrasse in una smorfia di disappunto e il sottoposto si affrettò ad aggiustare il tiro –Volevo fosse il primo a sapere che ho individuato il traditore –
-Ottimo lavoro, Chau! Portalo al mio cospetto –
-E’ qui fuori, signore! Con il suo permesso lo farei entrare –
Loki fece un gesto di assenso con la mano, dirigendosi verso un tavolino dove si versò da bere.
Avvicinò il bicchiere alle labbra e ne sorseggiò il delizioso nettare poco a poco, assaporandone ogni aroma e sfumatura del gusto.
-Eccolo, signore! –
Chau trascinò nella stanza un soldato ammanettato, scortato da altri due suoi pari.
Loki si voltò a fissarlo, gli si avvicinò quanto bastava per guardarlo negli occhi.
Lo scrutò a fondo poi cominciò:
-Lurido verme! Cosa o chi, ti ha spinto a sabotare l’impianto di sicurezza? –
Il soldato rimase a capo chino, tremante.
-Rispondi! – gli urlò in faccia.
Chau colpì il poveretto in testa con il calce della pistola. Questi cadde a terra in ginocchio, Chau continuava ad urlargli contro, puntandogli la pistola alla testa.
-Hai sentito!?! Avanti! Ti è stata fatta una domanda, rispondi!!! –
Il soldato sembrò barcollare sulle ginocchia, ma con stupore dei presenti riuscì, con un balzo fulmineo, a liberarsi e ad estrarre un coltello dall’incavo degli stivali. Il suo obiettivo era Loki, fu tutto così veloce e confuso che, lo stesso Loki non ebbe il tempo di reagire,  ritrovandosi con un coltello alla gola poi…uno sparo. Il sangue dell’uomo gli schizzò sul suo volto, gli occhi del soldato si spalancarono in un ultimo spasmo di dolore e morte, gli si aggrappò, scivolando ai suoi piedi.
Alzò lo sguardo e vide Chau, ancora con la pistola puntata e la canna fumante.
-Tutto bene, signore? –
Loki fece un passo indietro, portandosi il dorso della mano alla bocca, in segno di disgusto.
-Sì grazie, amico mio, mi hai salvato la vita! –
Chau lo guardò con un sorriso compiaciuto.
-Di nulla signore, solo dovere! –

 

 

DANGEROUS

 

-La Kamčatka è una penisola lunga 1.250 km situata nell'estremo oriente russo. La vallata centrale e il fiume Kamčatka  sono fiancheggiati da ampi massicci vulcanici, composti da oltre 160 vulcani 29 dei quali sono ancora attivi; l'ossatura della penisola è rappresentata dalla Catena Centrale, culminante nel Ključevskaja Sopka. Sui fianchi del Mutnovsky, un vulcano situato nella parte meridionale della penisola si trova un tunnel, lungo circa un chilometro, che si è formato grazie a un'interazione molto particolare tra fuoco e ghiaccio. Riteniamo che quella sia l’entrata della base che stavamo cercando. 001 è riuscito infatti, a rilevare anomalie nel continuum magnetico della zona, bisogna che partiate immediatamente con il Dolphin 2! –
-Dottore come troveremo l’imbocco della galleria? – chiese 009.
-Vi fornirò un localizzatore GPS, appositamente modificato per la missione … -  rivolgendosi amorevolmente a 003, concluse –Te lo affido! Guidali tu! –
-Grazie, dottore! –  rispose ricevendo il prezioso oggetto dalle mani di Gilmore.
-Fate molta attenzione! Con 29 vulcani all'attivo, la penisola russa è una delle regioni geologicamente più instabili al mondo. L'ultima eruzione del Mutnovsky risale al 2000 e non possiamo prevedere quando sarà la prossima. –
-Il dottor Kozumi ha perfettamente ragione! Fate attenzione ragazzi miei! –
-Sì, dottore! – risposero in coro.

Appena il Dolphin 2 fu pronto, prese il volo con la squadra al completo.
001 era rimasto con i dottori: individuare la base dei Nuovi Fantasmi Neri, aveva comportato un grosso dispendio di energie da parte del piccolo, avrebbe dormito tutto il tempo necessario per ricaricare le batterie, questo però, significava aspettare giorni o settimane prima del suo risveglio . Se avessero avuto bisogno delle sue capacità telepatiche in battaglia, non sarebbe stato possibile contare su di lui. Avrebbero dovuto cavarsela da soli.
Con tutti questi pensieri ad affollargli la mente, Joe era alla guida del Dolphin mentre Françoise, al suo fianco, tracciava la rotta. Fra di loro c’era una specie di silenzio assenso, erano passati tre giorni da quella insolita notte, da allora: Joe si era limitato a sgattaiolare furtivo nella sua stanza, come un tempo, per poi ritornarsene in camera sua prima che lei si risvegliasse.
003 si voltò leggermente verso di lui, pensierosa.
In un certo senso, si erano riavvicinati, ma lui non si fermava più come prima. e Sembrava timoroso ad invadere i suoi spazi. Il suo senso d’inadeguatezza di Joe era sicuramente tornato a galla. Françoise, aveva deciso di chiarire quella situazione, al termine della missione si sarebbero seduti l’uno di fronte all’altro e non gli avrebbe permesso di scappare finchè tutto non fosse andato a posto.
Joe si sentì osservato, d’impulso, si voltò verso di lei con aria interrogativa.
-Tutto bene? – le chiese
Ops! Colta in flagrante.
-Sì … tutto bene –  gli rispose sorridendo dolcemente.
Joe ricambiò e ritornò vigile sulla missione … o quasi.
Da quando si erano riavvicinati, Françoise pareva più serena, tutto sembrava tornato alla normalità.
Con lei, non era mai stato capace di dissimulare i propri sentimenti. Lei era in grado di leggergli dentro come un libro aperto. Anche lui però, aveva iniziato a capire qualcosa di lei. Era consapevole che, prima o poi, avrebbero dovuto confrontarsi apertamente. Lei non gli avrebbe mai permesso di continuare a rinchiudersi a riccio nelle propri paure.
Sebbene gli eventi recenti avessero messo a dura prova la sua forza d’animo, questo non significava che si sarebbe arresa. In tutti quegli anni, aveva imparato che, per quanto delicata potesse essere, nulla avrebbe intaccato la sua determinazione.
In questo, erano molto diversi: a lui bastava un niente per farsi inghiottire dalla sua parte oscura, mentre lei rappresentava il suo faro nella nebbia. Doveva trovare anche lui la forza di reagire e affrontare questa prova insieme a lei.
-009, ci stiamo avvicinando al punto di atterraggio – la voce di 004  lo destò dai suoi ragionamenti.
-Ok, inizio le manovre di atterraggio. –

 

-Signore, il Dolphin 2 è appena atterrato sul ghiacciao, sembra abbiano individuato l’entrata della base –
-Bene Chau, lasciamoli entrare senza ostacolarli! –
-Cosa?! Ma signore… -
-Non preoccuparti amico mio, è ora di finirla con loro! A tempo debito faremo la nostra contromossa, piuttosto – disse rivolgendosi al sottoposto –abbiamo uomini fidati, questa volta? –
-Sì,  signore, appositamente scelti da me! –
-Ottimo! Confido in te, non deludermi! –

 

-Questa grotta di ghiaccio è immensa! Ma come diavolo ha fatto a formarsi!?! –
-Oh 007, sei il solito ignorante! –
-Ioooo!!!?!Ah, sentiamo! Perché tu invece lo sai, vero?! –
-Ovvio! Sono stati i Fantasmi Neri! Chi altri?! –
-006, mi sembra tu stia facendo confusione – rise debolmente
-Oh 003, perché dici questo? –
-Perché sei il solito babbeo che non capisce niente! Ecco perché! –
-007, tu invece sei il solito maleducato! , Mi ritengo molto offeso –
-Piantatela voi due! –
-004 ha ragione! Finitela di fare tutto questo baccano o ci scopriranno ancora prima di arrivare all’obiettivo! – aggiunse 002.
-006, questa lunga caverna, è stata scavata da un torrente associato alle fumarole del vulcano Mutnovsky. Il corso d'acqua, scorre al di sotto del ghiacciaio che si trova sui fianchi della montagna della Kamchatka –
-Oh, grazie 008! Tu sì, che sei ben informato –
-Lo saresti anche tu, se ti fossi documentato prima della missione! –
-Senti chi parla! Hai dormito tutto il tempo! –
-E non mi sembra che tu abbia fatto di meglio! –
-Quando distruggeremo la base dei Fantasmi Neri, dobbiamo fare attenzione a non distruggere anche questa meraviglia – esordì all'improvviso Geronimo, distogliendo i compagni  dal battibecco tra 006 e 007 e facendo riflettere tutti sulla sua osservazione.
-005 ha ragione…sarebbe una grossa perdita per l’umanità –
-003, mi spiace, ma l’uomo ci sta già pensando da solo a distruggerla. Come quelli sparsi nel resto del mondo, anche i ghiacciai della penisola, negli ultimi anni, sono stati ridotti dal global warming – aggiunse 008.
-Allora ... è per questo, che i raggi solari riescono a penetrare attraverso le pareti sottili e frastagliate della grotta, creando questi magnifici giochi di luci e riflessi colorati! –
-Esatto 003,! Fino al 1991, anno della dissoluzione dell'Unione Sovietica, la Kamchatka è rimasta relativamente inesplorata e poco conosciuta ai turisti e ai russi stessi. La scarsa affluenza dell'uomo ha lasciato incontaminate svariate aree della penisola, ma questo non l’ha resa immune dai cambiamenti climatici –
008 era sempre molto attento e rispettoso dell’equilibrio naturale. Insieme a 005, erano quelli più sensibili e in sintonia con i ritmi naturali, ciò li rendeva anche più ricettivi ai cambiamenti perpetrati dall’uomo.
-E’ il posto ideale per una base, del resto, la Kamchatka rimane coperta dalle nevi per buona parte dell'anno, chi penserebbe mai, di avventurarsi in questo posto dimenticato da Dio!? –
-004 ha ragione! Motivo in più per non abbassare la guardia! – asserì 009 e rivolgendosi alla ragazza continuò -003, stai captando qualcosa? –
La ragazza si concentrò.
-Devono esserci sicuramente delle schermature, non riesco a vedere nulla, in compenso, il localizzatore che ci ha fornito il dottore sta rilevando un’emissione di onde elettromagnetiche sempre più anomale ed intense –
-Teniamo gli occhi ben aperti! Il nemico ci avrà già individuato e si starà sicuramente preparando per un’offensiva –
-Sì, 009. –  risposero in coro.

 

-Stanno cadendo, come topi, dritti nella nostra trappola! –
Loki rimase in completo silenzio, limitandosi ad osservare le immagini che scorrevano sui monitor di sorveglianza.
-Che sciocchi! Come possono pensare di penetrare nella nostra base senza essere individuati? –
-Chau, attento a non sottovalutarli! Anche in Cambogia, doveva essere una missione di routine. –
-Signore, questa volta, non riusciranno a sopraffarci! –
-Felice tu ne sia così convinto…staremo a vedere! –
Chau lo guardò perplesso.
Loki continuò, imperterrito a tenere d’occhio i monitor.

 

Sbucarono in un deposito di sottomarini.
-Ecco come hanno condotto, indisturbati, le operazioni! – esclamò 002.
-Qualsiasi cosa accada, diamoci appuntamento qui, mal che vada, sfrutteremo i loro stessi mezzi per scappare.–
-Va bene 009, ma prega che non ce ne sia bisogno! – ribatté 002.
-Non mi piace che ci abbiano lasciati arrivare fin qui senza provare a fermarci - interruppe 004.
-Tsik, hanno sicuramente paura ad affrontarci! –
- 002, invece di fare lo sbruffone, fai un giro di ricognizione! –
-Come vuoi, ma se come dici tu, è una trappola, non troverò nulla se non un bell’invito alla festa! –
Jet si alzò in volo, percorse tutta l’area e individuò un unico accesso. Era tutto molto strano: in una base che si rispetti si prevedono molte più vie di fughe.
Non avevano scelta, che fosse una trappola o meno, dovevano portare comunque a termine la missione.
Imboccarono l’unico passaggio trovato, man mano che s’inoltravano nella galleria, 008 piazzava delle micro bombe ad innesco radio comandato.
Arrivarono finalmente, indisturbati, alla stanza del ripetitore la loro unica via d’uscita, venne subito sbarrata. Tutt’intorno, si aprirono delle feritoie da cui sbucarono gli uomini di Chau, con il loro comandante in prima fila.
-Vi stavamo aspettando, cyborg! –
-Chi sei? – domandò 009
-Visto che presto morirete, sarei un vero maleducato se non mi presentassi, sono il comandante Rith Chau, e presto, vi ucciderò tutti! –
-Lo vedremo! –
“Accelerazione!”
I cyborg ingaggiarono battaglia contro il nemico. Sotto la pioggia di fuoco, 008 con l’aiuto di 003 piazzarono le micro cariche sul ripetitore, ora, bastava solo allontanarsi.
005 scagliò tutta la sua forza erculea contro la porta di accesso, 006 andò in suo soccorso ammorbidendo il portone d’acciaio con il suo getto di fuoco. Le loro forze congiunte avevano creato un varco di accesso. 004 e 009 coprirono la ritirata dei compagni. Una volta raggiunto l’angar dei sottomarini, 008 iniziò a far esplodere sequenzialmente le bombe piazzate.
Uscirono appena in tempo da non essere raggiunti dalla deflagrazione.
Si ritrovarono tutti fuori, sulla neve,
L’esplosione aveva fatto tremare violentemente la terra e il vulcano dormiente sembrava agitarsi sotto quella spessa coltre bianca.
-Ah ah ah, sciocchi che siete! – la voce di Loki tuonò divertita su di loro, scuotendoli dallo scombussolamento generato dalla deflagrazione dei loro stessi esplosivi.
I cyborg si alzarono faticosamente, ma con rapidità da terra, concentrando subito, tutta la loro attenzione sul Dio che si ergeva a mezz’aria, compiaciuto e soddisfatto, a poca distanza, di fronte a loro.
Puntarono all’unisono le armi contro di lui e spararono, lo scudo di fuoco di Loki, però, deviò tutti i loro colpi.
“Maledizione, deve avere un punto debole!” pensò 009.
E lo aveva! Eccome, se lo aveva…
-009, non è bello lasciare indietro i compagni! – continuò con un sorriso sarcastico.
I cyborg si guardarono atterriti l’un l’altro, c’erano tutti, o forse no?
-003! –  esclamarono nello stesso momento.
Chau fece il suo ingresso trionfante spingendo avanti Françoise, aveva le mani legate dietro la schiena e la pistola del comandante puntata contro.
-Loki! Non puoi farlo! – urlò Joe.
-Oh 009, ma non le farò nulla, infatti, a meno che, voi decidiate di non arrendervi! –
-Loki! Sei davvero sicuro che riusciresti a portare a termine i tuoi intenti? –
-Joe, ma che diami… -
-Tranquillo 002! Sa benissimo cosa sta facendo. –
-Ma 004! –
Albert aveva capito, Joe cercava di prendere tempo. Per quanto fosse doloroso ammetterlo, sapeva bene che il punto debole di Loki era proprio Françoise e su questo stava giocando.
-009, e tu? Saresti davvero capace di attaccare, pur sapendo che ne varrebbe della vita della tua “compagna”? –
Si scrutarono intensamente come abili giocatori di poker che cercano di capire se l’altro, stia bluffando. Ma, come nel poker, l’unico modo per saperlo, era proprio rischiare.
“Accelerazione!”
Lo sguardo di Loki si fece torvo e innescò anche lui il dispositivo di accelerazione molecolare.
Tutto Intorno a loro, rimase immobile. Il silenzio era rotto unicamente dalle sferzate dei loro colpi. I loro corpi si muovevano a una tale velocità che era impossibile rilevarli, non solo a occhio umano ma anche da quello di un cyborg.
004 approfittò dello sgomento generale per fare fuoco verso i soldati nemici, seguito dai compagni in breve tempo sgominarono l’esercito nemico, finchè…
-Fermi! O le faccio saltare questa bella testolina –
Già, 003 era ancora nelle mani di Chau. La squadra si fermò di colpo. Anche Joe, distratto dalle parole del comandante, non riuscì a schivare un colpo che lo mise a terra. Loki gli ricomparve subito davanti, aveva la bocca piegata in una leggera smorfia di trionfo.
-Ah ah ah sembra che questo ghiacciaio, sarà la vostra tomba! –
-E non solo la loro, Loki! –
Sorpreso da quelle parole, il ragazzo si voltò di scatto verso il comandante. Chau continuava a tenere, con una mano, sotto tiro 003 e, con l’altra, impugnava una pistola in direzione di Loki.
-Cosa pensi di fare, insulso moscerino? –  si alzò a mezz’aria e riprese dicendo:     - Pensi davvero, di potermi fare qualcosa con le tue misere pallottole? –
-Oh, ma questa non è un’arma qualunque, è stata forgiata solo per te! –
-Non riuscirai mai ad uccidermi! –
-Forse non in condizioni normali, ma sono certo che daresti anche la tua vita, in cambio di quella della tua amata  –  e così dicendo Chau premette ancora di più la canna della pistola contro la tempia di 003.
Gli occhi di Loki bruciarono intensamente di rabbia e odio, guardò subito in basso verso 009, in pochi secondi, si scambiarono uno sguardo d’intesa, ora, la loro principale prerogativa era quella di salvare Françoise.
-Chau, maledetto ipocrita, non sfuggirai alle mie ire! Osa solo torcerle un capello e farò di te un cumulo di cenere! –
-Ah ah ah sono stufo delle tue chiacchiere! –  e dicendo questo, inferse un colpo, alla ragazza con il calce della pistola, lei cadde a terra. Loki si fiondò subito verso il suo sottoposto ma, quando vide che la ragazza era ancora sotto tiro, si fermò a pochi centimetri da lui. Senza alcuna titubanza Chau, approfittò dell’esitazione dell’avversario per sparargli un colpo devastante. Loki cadde a terra, esanime.
“Accelerazione!”
Joe approfittando della confusione, si portò dietro a Chau e gli sferrò un colpo mortale. Loki, conun ultimo sforzo, si alzò da terra, quel tanto che bastava, per incenerire il corpo del traditore con una potente palla di fuoco. Dopo tutto, lo aveva avvertito! Soddisfatto, si lasciò cadere a terra senza forze e in fin di vita.
Le ceneri di Chau vennero trasportate via dal vento. Il nemico era sconfitto.
I cyborg liberarono la compagna, assicurandosi che fosse tutto a posto e che non avesse riportato ferite più gravi di un forte mal di testa .
Joe fu l’unico ad avvicinarsi al corpo di Loki, il ragazzo giaceva a terra, agonizzante.
Lo girò con delicatezza.
-Perché non sei fuggito con l’acceleratore? –
Un flebile sorriso si affacciò sulle labbra di Loki.
-Lo sai bene il perché! Non…non potevo…rischia…re la sua vita –
Parlava a fatica, ma sembrava non voler mollare. Sentiva di dover spiegare molte cose prima di andarsene.
Françoise gli si avvicinò. Era molto turbata, aveva le lacrime agli occhi. Gli si inginocchiò accanto. Lui alzò il braccio per asciugargliele le lacrime. Lei non esitò un attimo a prendergli la mano e gli sussurrò:
-Grazie! –
-No! Gra…zie a te! Perdonami! No…n, non avrei mai dovuto approfittare del tuo cuore…–
Joe e Françoise lo guardarono frastornati, tentarono di dire qualcosa, ma dalla loro bocca non uscì alcun suono.
-Joe, ti pr…ego, non averce…la con lei…arhg! – uno spasmo lancinante lo fece sobbalzare e irrigidire. Sentiva la morte vicina, ma doveva prima terminare il suo discorso, glielo doveva!
-Loki smettila di affaticarti, non ce ne è bisogno, non è successo niente! –
Guardò intensamente la ragazza negli occhi cercandovi una risposta…
“Già…non è successo niente…”
-Joe, sappi che…non avrebbe mai potu…to essere mia – deglutì faticosamente, il sangue in gola gli stava ostruendo le vie respiratorie  - Fran…çoise scusa, non avrei mai do…vuto ingannarti, avrei dovu…to capire che non ti sare…sti mai…completamente arresa a me. –
-Loki smettila! Non ha più importanza! – insistette Joe.
-Ti libero! Ti libe…ro dal mio incatesim…-
Le parole gli morirono in gola. La sua mano, senza vita, scivolò via dal volto di Françoise, le palpebre si chiusero per sempre e il volto assunse un’aria serena.
Ogni battaglia vuol dire una vita in meno, che sia dall’una o dall’altra parte, non ha importanza. Rimane sempre solo il dolore, il dolore per una follia che sembra non avere mai fine.
Ricomposero il corpo di Loki elo lasciarono lì, tra i ghiacciai perenni ed incontaminati.
Il volo di ritorno sul Dolphin avvenne nel più completo silenzio. Ognuno immerso nei propri pensieri.
Intanto, vicino al corpo di Loki, ormai quasi ricoperto completamente dalla neve che stava cadendo incurante e soffice, una figura oscura si avvicinò.

 

-Dottor Gamo! –
-Odino cosa vuoi? Non vedi che sono occupato?! –
La sfrontatezza di Gamo era insopportabile, ma non era questo il momento. Aveva bisogno di lui e se ciò, avesse dovuto significare piegarsi alla sua insolenza…beh lo avrebbe fatto. Aveva piani più importanti da portare a termine e Gamo faceva parte del puzzle.
-Portatelo dentro e adagiatelo sul tavolo! – ordinò Odino.
I soldati portarono con cura, all’interno del laboratorio, un corpo avvolto in un lenzuolo. Lo  posarono con cura, come da indicazioni.
Gamo, incuriosito, si avvicinò alla salma. Scostò il lenzuolo, sorpreso inarcò un sopraciglio.
-Cosa dovrei farne di lui? –
-Devi renderlo più potente di qualunque tua creazione! –
-Odino, non opero sui lavori degli altri! –
-Gamo, nessuno deve sapere di questo progetto, Io mi fido solo di te! Te lo chiedo come favore personale. –
-Uhmmm! Perché tanto interesse per lui? –
-Questo non ti deve riguardare! Pensa solo a renderlo un’arma letale. –
-Non lo era di già? – chiese Gamo con tono di sfida.
-Si, ma non abbastanza, questa volta, deve essere privo di ogni debolezza umana, deve essere solo spietato e terribilmente pericoloso!!! –
Così dicendo, Odino si allontanò.
Gamo lo seguì, con lo sguardo, lasciare il laboratorio e poi si avvicinò al corpo.
Scrutò a lungo il corpo inerme di Loki, e intanto, nella sua testa risuonavano le ultime parole di Odino …
“Temibilmente pericoloso!”
Un lampo attraversò gli occhi di Gamo e le sue labbra si piegarono in un bieco sorriso, forse, aveva trovato una soluzione.

 

© 07/12/ 2014

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