EUTERPE

di Ellen


Capitolo 1

-Dottore … mi dispiace … -
La stanza era appena illuminata dalla debole luce che proveniva dalla scrivania e un silenzio pesante scese tra lui e la ragazza, mentre cercava di riflettere sulle sue parole.
-Dottore, forse non riesce a capire la mia decisione , ma … -
-Invece la capisco molto bene, bambina mia … - il Dottore si guardò un attimo intorno, come se vedesse tutto per la prima volta.
-Se mi capisce, sa bene che per me questa è una scelta molto dura … che non ha ritorno né rimpianti .- la voce della ragazza era ferma, ma nascondeva un filo di dolore impercettibile che lui notò subito. Era la sua bambina, la conosceva, l’aveva vista crescere e diventare donna e  sapeva bene che l’aveva fatta soffrire molto in passato.
-Se questa è la tua decisione, la rispetterò … e farò in modo che gli altri facciano altrettanto.-
-La ringrazio … partirò stanotte, appena tutti saranno andati a riposare.-
-Non li vuoi neanche salutare? … -
Francoise abbassò mestamente gli occhi e con un filo di voce rispose al Dottore: - Gli addii sono tristi e … fanno male a tutti … -
La ragazza uscii dalla stanza senza dire altro, a questo punto le parole erano inutili anche di fronte alla sua ipocrisia .

Mentre preparava le ultime cose e chiudeva le sue valigie, ripensò all’ultima frase detta al Dottore  e si diede di codarda, sapeva bene che non sarebbe mai riuscita a guardare tutti loro in faccia e dir loro che se ne stava andando,che li stava abbandonando per sempre e che non sarebbe mai più tornata indietro.
Era tutto a posto, aveva infilato tutta la sua vita degli ultimi anni in quelle due valigie. Si chiese se fosse veramente una cosa possibile, se si potesse veramente infilare tutti i suoi ricordi, le sue lacrime, le sue risate, le sue paure e molto altro là dentro, in quei due involucri e mentre si chiudeva alle spalle la porta, di quella che era stata la sua camera per così tanto tempo, si rispose con un triste no.
-Sono pronta … -
-Hai preso tutto? … -
-Sì … - le lacrime cominciarono a scendere lungo le sue guance rosse per l’emozione, gli faceva male il cuore, tanto da dover quasi urlare.
-Addio Dottore … per favore , mi perdoni se può per quello che sto facendo … -
Il Dottore non disse una parola, l’abbracciò soltanto , nel più caldo dei suoi abbracci.

-Buona fortuna per tutto bambina mia … - sciolse il suo abbraccio e la lasciò andare via, per l’ultima volta … quella sarebbe stata l’ultima volta che lui l’avrebbe vista e quella presa di coscienza lo faceva soffrire immensamente.

Capitolo 2

Francoise si stiracchiò nel letto,era già mattina e i raggi del sole facevano capolino attraverso le persiane appena accostate … l’estate era arrivata e con essa, erano giunte le calde e afose nottate in bianco … solo in mattinata, quando si alzava un fresco venticello, si riusciva a riposare un po’ …
-Uffff … che caldo anche stanotte … - aprì gli occhi e guardò il soffitto. Erano passati alcuni mesi dalla sua partenza e di loro non aveva saputo più nulla, ogni notte prima di andare a dormire si addormentava pregando che stessero tutti bene e che riuscissero a non odiarla troppo per quello che aveva fatto , ma si rendeva conto che probabilmente era più lei che non riusciva a perdonarsi per la scelta fatta.
Si alzò dal letto contro voglia e si guardò a giro … non aveva portato con sé neanche una foto di loro e quelle che aveva sul cellulare le aveva cancellate per non avere rimpianti. Quella decisione le era costata tanto e nessuno avrebbe mai potuto capirla … nessuno avrebbe mai capito che il suo cuore non sarebbe mai più riuscito a far di nuovo parte di lei, ma che era rimasto in quella lontana terra, insieme a loro … per sempre.
Guardò l’orologio a forma di cuore in ferro battuto appeso alla parete e si rese conto che era tardi …

-Buongiorno a tutti!- Francoise entrò in sala prove e tutti la salutarono.
-Sei in ritardo!Stasera c’è lo spettacolo e tu te la prendi comoda!- l’uomo la brontolò e dal suo volto si capiva bene che era molto nervoso.
-Scusatemi, ma anche stanotte ho dormito poco pe –
-Sei la prima ballerina, non ti puoi permettere di arrivare in ritardo in un giorno importante come questo!- Vincent, il suo manager , era eccessivamente pignolo e continuava a rimproverarla per qualsiasi cosa, da quando le era stata affidata quella parte. Per lui era un grande onore che avessero chiesto alla prima ballerina dell’Operà di interpretare , in prima mondiale, l’opera rivisitata in chiave moderna da uno dei coreografi più importanti della scena teatrale di tutto il decennio.
-Rilassati Vincent … non sei tu che devi salire sul palco stasera!Sono io!Ed io sono perfettamente cosciente delle mie capacità!-
L’uomo la guardò di sbieco e sbuffando, tornò a sedere al suo posto.
-Ti vorrei ricordare un’ultima cosa: stasera ci saranno personaggi molto importanti, tra cui il signor Rousseau … il famoso filantropo nizzardo, che ha aiutato molti artisti nella loro scalata al successo … da lui potrebbe dipendere la tua futura carriera!Viene a vedere te, per cui si dice, abbia una certa predilezione!Nelle sue ultime interviste aveva espresso il desiderio di vederti presto ballare in un grande spettacolo e di poter essere presente alla prima …!-
Francoise lo guardò un attimo e sentì salire la pressione di tutta la responsabilità che aveva sulle spalle .
-Farò del mio meglio … vedrai che non deluderò nessuno.-

Poche ore all’inizio dello spettacolo e lei non riusciva a concentrarsi, sembrava che avesse un cattivo presentimento.
-Tesoro? Tutto bene?- la madre la guardò un attimo preoccupata.
-Tutto bene … è solo la solita agitazione prima di salire sul palco … -  non era la solita agitazione, ne era perfettamente cosciente , ma non ne conosceva il motivo. Era veramente tesa e fare anche i passi più semplici, le risultavano difficili … stava cominciando ad entrare nel panico, doveva fare qualcosa.
-Mamma, esco un attimo … - uscii dalla stanza  prove, ancora con la tuta e si diresse verso l’esterno del teatro. Doveva respirare, prendere fiato e tornare in sé! Che le stava prendendo? Era panico? Non si sentiva all’altezza della parte? Cominciarono ad assalirla mille pensieri e mille dubbi, forse era stata troppo spavalda … da quella serata dipendeva il suo futuro e lei forse, era stata troppo sicura di sé … avrebbe dovuto essere più umile e non pensare che per lei quel ruolo, rivisitato dopo anni, le calzasse a pennello. Ma ormai era un po’ troppo tardi per pensarci …
-A questo punto non posso fare altro che interpretare il ruolo che mi sono costruita addosso e … sperare che la mia interpretazione sia apprezzata da tutti … - non aveva altra scelta, non poteva fare altro che portare in scena il suo personaggio e mostrarlo a critici e giornalisti di tutto il mondo.
Tornò dalla madre che era rimasta ad aspettarla in sala.
-Tesoro … stai tranquilla … la tua interpretazione è veramente speciale … commuoverai la platea e sarai applaudita da tutti … - Sua mamma sembrava che le avesse letto nel pensiero e , forse a causa della tensione, scoppiò in lacrime, gettandosi tra le sue braccia.

 

Arrivò il momento, il pubblico era già tutto seduto e trepidava per questa anteprima così attesa: tutti si aspettavano una grande interpretazione da parte sua, dalla nuova etoile dell’Operà di Parigi che era stata da subito amata dal pubblico e dalla critica nazionale.
Francoise sentiva il cuore in gola, le gambe tremare e la testa girare … ma doveva avere la forza di affrontare quella difficile prova, per sé stessa e per tutti quelli che le erano stati accanto da quando era tornata a Parigi.
I primi tempi furono molto difficili, più che altro da un punto di vista psicologico; aveva lasciato alle spalle, un passato di dolore e violenza per andare incontro a quello che era la sua vita passata, ma … quello che aveva perso anni prima non poteva più recuperarlo … poteva solo cominciare da capo … iniziare  tutto di nuovo … di questo era perfettamente cosciente quando rimise piede a Parigi e si presentò a casa dei suoi genitori … si era preparata a tutto, anche al fatto che i suoi genitori non la volessero più dopo quello che le era accaduto … ma non fu così: la sua famiglia l’ accolse in lacrime e a loro non importava nulla del suo passato … lei era di nuovo lì e da questo si poteva ricominciare a vivere di nuovo. Anche il suo rientro nel mondo della danza fu molto più semplice di quello che aveva pensato: sembrava che tutti aspettassero solo lei … il posto di etoile era vagante da alcuni mesi e al suo rientro, dopo poche settimane di prove e conferme della sua innata bravura , fu proclamata ufficialmente la nuova stella del teatro.
Avevano riposto tutti molta fiducia in lei e ora, lei doveva ripagare tutti per quello che è stato un ritorno alla  vita: se lei era lì, era merito di tutti quelli che l’avevano sostenuta e supportata in quei mesi...

Capitolo 3

Lo spettacolo fu un successo, il pubblico si alzò in piedi ad applaudirla e l’applauso durò a lungo, per diversi minuti.
-Tesoro mio, sei stata una meraviglia! Non ti ho mai visto ballare così bene!- La madre era dietro le quinte ad aspettarla, fu la prima ad abbracciarla e a complimentarsi con lei.
Finalmente era finito, era riuscita ad interpretare come aveva voluto l’eroina della storia ed era totalmente soddisfatta di sé stessa! Non le sembrava neanche vero … era così felice che scoppiò in lacrime senza accorgersene, avrebbe voluto urlare da quanto era grande la sua gioia.
Andò in camerino a cambiarsi, dopo lo spettacolo vi era un ricevimento in suo onore, con tutti i personaggi dello spettacolo e gli invitati speciali della prima. Entrando sentì subito un buon profumo e rimase senza parole quando vide che la stanza era piena di mazzi di fiori.
-Questi provengono dai tuoi ammiratori!-
-Vincent!-
-Mentre tu eri a farti applaudire, io ero a sistemare questa serra!Non sembra più neanche un camerino!- lei gli sorrise con le lacrime agli occhi.
-E’ stato un successo … avevi ragione a brontolarmi per essere stato l’unico a non avere … abbastanza fiducia in te … -
- … sei il mio manager … devi brontolarmi … per tirare fuori, sempre il mio lato migliore … e poi … non è vero che non avevi fiducia in me … sei stato l’unico che era certo che, solo io,  avrei potuto interpretare questo ruolo … -
-E avevo ragione! … la tua interpretazione resterà nella storia della danza … ora preparati … tutti ti aspettano per farti le congratulazioni!- fece per andarsene, ma all’improvviso si ricordò di una cosa
-A proposito … il signor Rousseau ti ha inviato un mazzo di fiori con un biglietto d’invito al suo tavolo stasera … Vedi di continuare a rendermi fiero di te!- l’ultima frase lo disse ridendo , quasi a prendere in giro la ragazza.
Si mise finalmente a sedere, sentiva le gambe cederle dall’emozione … si guardò allo specchio e si mise a ridere, aveva tutto il trucco colato sul volto in unico mascherone!Se le avessero fatto una foto ora, la sua reputazione avrebbe vacillato!!!
-Francoise … sei ancora vestita così?!- la mamma era entrata in camerino per aiutarla a prepararsi , immaginava che la figlia fosse esausta dopo lo spettacolo.
-Mamma, non mi brontolare anche tu!- sbuffò, facendo il broncio!
-Ma ti sei vista allo specchio?Sembri Freddy Krueger!-
-Ma mamma!!!Non puoi dire una cosa del genere a tua figlia!- si mise a ridere e poi corse ad abbracciarla, era bello stare tra le sue braccia … per molto tempo non aveva potuto farlo ed ora, si rendeva conto, di quanto le fosse mancato e di quanto ne avesse bisogno …
-Su!Preparati! Ti stanno aspettando tutti!- la mamma cominciò ad aiutarla a svestirsi e, trascinandola per un braccio, la infilò sotto la doccia e le intimò di sbrigarsi, senza passare le ore sotto l’acqua, come faceva d’abitudine!

Quando uscii dalla doccia vide sua mamma tenere in mano uno dei mazzi di fiori …
-Ma non hai fatto caso a questo?-
Francoise guardò un attimo lei e poi il fiore … effettivamente avrebbe dovuto farci caso , era solo uno stelo di orchidee bianche tra una distesa di rose rosse … e anche la forma era molto insolita …
-Strano … solo uno stelo … e poi, questo fiore ha una forma così strana … non credo di aver mai visto un’orchidea del genere … aspetta c’è un biglietto.- la donna porse alla figlia il bigliettino.
“ La Polyradicion lindenii è uno tra i fiori più rari al mondo e la sua bellezza è unica … proprio come la sua grazia e la sua eleganza, Madeimoselle Arnoul … La prego gentilmente di farmi l’onore di omaggiarmi con la sua presenza al mio tavolo stasera, M. Rousseau.”
La ragazza era rimasta molto colpita dal biglietto e dall’elegante invito del suo ammiratore.

Capitolo 4

Quando entrò nell’enorme salone del ricevimento, tutti gli invitati si voltarono verso di lei e rimasero abbagliati dalla sua bellezza così limpida. L’abito disegnato appositamente per lei e unico pezzo esistente, le sembrava cucito addosso: di pregiatissime stoffe e disegni che ricordavano le favole, risaltavano in tutto la sua bellissima figura. Le spalle scoperte  e il decolté a forma di cuore, sottolineavano la sua pelle bianca e vellutata , mettendo in risalto il suo candido seno e strappando gli sguardi intensi di molti uomini.
-Sono senza parole … non sono abituato a vederti vestita così …!-
-Grazie Vincent!- la ragazza accennò un sorriso imbarazzato.
-Vedo che hai portato con te il fiore del signor Rousseau … Ottima mossa! Vedrai che apprezzerà molto il tuo gesto …!-
-Vincent … potresti per una volta non pensare solo agli affari … -
-Sono il tuo manager … è il mio compito!E comunque, sappi che quel fiore non solo è raro, ma è una specie protetta … che il tuo ammiratore, tramite permessi speciali, ha potuto donarti dalla sua stessa serra … !-
-Co-sì tan-to spe-cia-le … da dover chiedere un permesso per la sua stessa serra …?- Francoise ripeté le parole del suo manager sillabandole, da quanto era rimasta colpita …
-Sì, ma non importa che ripeti le mie parole!-la derise il ragazzo
-Scusa … -
-Comunque ora sbrigati … ti sta aspettando … e ricorda … ne va del tuo futuro … - La voce di Vincent diventò improvvisamente seria e rigida, mentre sussurrava quelle parole all’orecchio della ragazza.
Un uomo molto raffinato ed elegante, con dei lineamenti molto gentili e maschili e un bel sorriso sincero sul viso, venne loro incontro.
-Signor Rousseau!Le presento Madeimoselle Arnaul …-
L’uomo le fece un profondo inchino e Francoise arrossì per quel gesto di ammirazione nei suoi confronti.
-Madeimoselle … la sua bellezza supera quella delle sette meraviglie del mondo ….- le porse la mano e Francoise l’accettò, accompagnandola gentilmente verso il tavolo.
-Signor Rousseau mi lusinga … è troppo buono … -
L’uomo rise in modo cristallino -Madeimoselle … è lei che troppo modesta!- la ragazza gli sorrise gentilmente, si sentiva veramente lusingata dall’attenzioni del suo ammiratore, soprattutto perché non percepiva in lui secondi fini, ma solo molta ammirazione e questo la confortava …
La sua felicità però si spense dopo pochi istanti … il suo sguardo gelò, fissando i due volti di fronte ai suoi occhi … si bloccò nel mezzo della sala e cominciò a tremare come una foglia …
-Madeimoselle … tutto bene?- l’uomo seguì con gli occhi il suo sguardo.
-Madeimoselle … non si spaventi … quelli sono le mie due guardie del corpo … Purtroppo non ne posso fare a meno … neanche qui … -
Francoise era impietrita, lasciò la mano di Rousseau e indietreggiando corse via dalla sala, sotto gli occhi sbalorditi di tutti i presenti …
I genitori e Vincent le corsero dietro.
Non riusciva a respirare, il cuore le batteva così forte che le faceva male…
-Francoise? Bambina mia … che ti succede? – il padre e la madre erano molto preoccupati, il viso della figlia era diventato bianco e terrorizzato .
-Tesoro … sembra che tu abbia visto un fantasma … -
In parte era vero … aveva visto in carne ossa i fantasmi del suo passato …
-Io … non posso rientrare dentro … devo andare via da qui ..-
I tre la guardarono stupiti e increduli …
-Ma cosa stai dicendo?Sei impazzita?!Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?- Vincent era furioso, tanto che la voce gli tremava …
-Vincent … non attaccarla! Francoise, probabilmente è solo molto stanca per questa giornata piena di emozioni ….- il padre della ragazza intervenne, notando che la figlia faceva fatica a stare in piedi da quanto tremava e che sicuramente era successo qualcosa che lei non voleva dire .
-Mi spiace signor Arnaul, ma Francoise non si può permettere di andarsene … deve rimanere:ne va della sua reputazione .-
-Ma non a costo della sua salute!- intervenne immediatamente la madre, anche lei si era accorta che c’era qualcosa che non andava .
-Deve rientrare, anche se sta male.- la voce di Vincent non ammetteva replica e i genitori della ragazza si irrigidirono.
-Per favore , lasciatemi parlare un attimo con lei … vedrete che le farò cambiare idea … - La voce del manager era gelida e intransigente e a malincuore i due dovettero andarsene.
-Devi rientrare … e chiedere scusa per il tuo stupido comportamento al signor Rousseau!-
-Non posso … io … devo andarmene da qui!- Francoise si voltò verso di lui e con lo sguardo lo implorò di accettare la sua richiesta.
L’uomo, girò un attimo la testa innervosito, tentando di calmarsi, ma era furioso , non riuscì a contenere la sua rabbia e la schiaffeggiò.
Francoise cadde per terra a causa dello schiaffo … era incredula per quel gesto così cattivo e spietato nei suoi confronti.
Vincent l’afferrò per il polso, strattonandola e rialzandola in malo modo da terra.
-Ora, tu vieni con me! Rientri dentro e facendo finta di nulla ti scusi con tutti!- gli urlò contro, mentre lei si teneva una mano ancora sulla guancia dolorante e le lacrime si affacciarono dai suoi tristi occhi.
-Ti prego … io non posso … - la voce era rotta dal pianto e faceva fatica a respirare.
-Tu rientri e basta! Asciugati gli occhi e andiamo!-
La trascinò dentro, non ascoltando minimante la ragazza che lo supplicava di non farla rientrare.
-Ti prego … te ne scongiuro … non posso!- l’uomo sembrava sordo alle sue suppliche e mentre la teneva per il polso e la tirava lungo le scale per rientrare in sala, Francoise cominciò a sentirsi male, la testa iniziò a girarle fino a quando non vide tutto grigio e cadde per terra svenuta.

Capitolo 5

Quando si risvegliò era sdraiata su un letto di ospedale ed era già mattina… si sentiva dolorante, le faceva male ogni parte del suo corpo, compresa la testa che sentiva tremendamente pesante … Si guardò un attimo a giro, faceva fatica a ricordare cosa era successo … tentò di fare mente locale, ma la testa le faceva troppo male.
La porta della camera si aprì ed entrarono i suoi genitori, che furono rincuorati nel vederla sveglia.
-Bambina mia! Ti sei finalmente svegliata!Eravamo così preoccupati!Ieri … sera quando hai perso i sensi non davi segni di ripresa … - la donna era sollevata e felice allo stesso tempo.
- Francoise … che è successo ieri sera?- il padre della ragazza , la guardava tentando di avere una spiegazione per quello che era successo … non era stato un caso il suo malore, non avrebbe mai potuto dimenticare il volto sconvolto della figlia della sera prima e sicuramente le due cose erano collegate …
Francoise tentò di parlare, quando in camera entrarono anche il medico che si era occupato di lei e il signor Rousseau …
-Bene!La nostra paziente si è finalmente ripresa!- il medico le si avvicinò per ascoltarle il polso e controllarle le pupille.
-Sospettavamo un trauma cranico , ma per fortuna … non era così!Questo pomeriggio la dimetteremo e potrà tornare a casa!-
Il signor Rousseau sembrava lieto della notizia quanto i genitori della ragazza e le si rivolse molto dolcemente.
-Madeimoselle! Non sa quanto ha fatto preoccupare tutti ieri sera …!Per fortuna era solo un malore dovuta alla stanchezza!-
-Grazie signor Rousseau per il suo interessamento … - Francoise parlò lievemente, ancora visibilmente stravolta dalla situazione.
-Madeimoselle … mi permetta di farle una proposta … per le prossime due  settimane, le hanno imposto riposo assoluto e … mi farebbe molto piacere se fosse mia ospite nella mia tenuta di Nizza per qualche giorno … vorrei, esserle di aiuto in qualche maniera … è solo una piccola cosa, ma mi farebbe piacere se l’accettasse … -
Francoise e i suoi genitori rimasero colpiti dalla gentile offerta dell’uomo:
-La ringrazio infinitamente per la sua gentilezza, ma … - la ragazza faceva ancora fatica a mettere le parole assieme, parlava con lentezza e non riuscì a finire la frase in tempo ...
-Signor Rousseau , la ringraziamo per il suo gentile invito. Accetteremo sicuramente la sua gentile offerta!- dalla porta entrò spavaldo Vincent, lasciando tutti a bocca aperta.
-Ma … - la ragazza tentò di dire qualcosa, ma lo sguardo perentorio del manager la fermarono.

Capitolo 6

Erano giunti all’aeroporto di Nizza e Francoise, avrebbe voluto essere lontana mille miglia da lì … aveva il terrore di trovarsi di fronte quei due… Da quando li aveva rivisti, non riusciva a togliersi dalla mente i loro volti, che la guardavano con tremenda freddezza e impassibilità.
-Guarda, lì c’è una limousine … probabilmente sta aspettando noi … - Vincent fece segno a Francoise , che guardò con terrore scendere l’autista dall’auto nera … per fortuna, non era nessuno dei due … voleva rimandare il più possibile quell’incontro anche se sapeva che era impossibile evitarlo…
L’auto li condusse alla tenuta del signor Rousseau , lasciandoli proprio davanti alla porta della villa, dove l’ospite li stava aspettando con impazienza.
Francoise scese dall’auto e con un sorriso semiforzato salutò l’uomo.
Lui le venne incontro e l’abbracciò teneramente, come un padre avrebbe fatto con la figlia, quella sensazione la calmò leggermente.
Quando si staccò da quel debole appigliò si guardò a giro sospettosa e scongiurò di non vederli ancora …
Il loro ospite gli fece strada in casa e spiegò loro, che in quei giorni avrebbero avuto la compagnia anche di alcuni altri noti artisti: la scrittrice Dani Summerson, la supermodel Estelle, il fotografo David Rexon e il pittore Andrew Lennox. Tutti nomi famosi, persone che ogni giorno apparivano sui giornali di tutto il mondo e di cui tutti  parlavano.
Vincent era entusiasta della situazione e alla sola idea che ci fosse anche la statuaria modella brasiliana lo rese particolarmente felice …
-Hai sentito? … questa è gente famosa e di successo!E’ da salotti del genere che si parte verso il successo … quindi, mi raccomando:non fare sciocchezze e comportati bene.- più che un consiglio , quelle parole sembravano un vero ordine categorico e la ragazza, sentì un brivido gelido percorrerle la schiena … ormai, sapeva bene di cosa poteva essere capace il suo manager se disubbidiva ai suoi ordini …
Furono accompagnati alle loro stanze dai domestici e il signor Rousseau  chiese loro di mettersi un costume e di prepararsi per una gita in barca con gli altri ospiti.
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-Madeimoselle!Non sa quanto io sia felice di averla qui!- il signor Rousseau era effettivamente molto felice e il suo sguardo e il suo comportamento lo dimostravano senza ombra di dubbio, mentre introduceva i due nuovi arrivati agli altri invitati.
Francoise guardò i presenti e per un attimo si chiese cosa stesse facendo lì, quando improvvisamente si riscosse bruscamente dai suoi pensieri.
-Madeimoselle Arnoul e signor Vincent, vi presento anche le mie due guardie del corpo: Jet Link e Joe Shimamura … Purtroppo, come vi accennai quella sera, non posso farne a meno , per questo li vedrete sempre con noi … sono persone di estrema fiducia, per qualsiasi cosa potete chiedere a loro!- Francoise si ghiacciò sul posto, fece un debole saluto ai due che non risposero.- Ah, dimenticavo … sono estremamente silenziosi… non vi offendete se per caso non vi rispondessero … ma si limitano ad eseguire solo gli ordini … -
-Ottimo!Grazie per l’informazione, signor Rousseau!Fanno comodo dei tirapiedi che eseguono senza parlare!-
-Forse … non mi sono spiegato bene signor Vincent … ma i signori, sono delle persone molto ligi al dovere e non vogliono distrazioni … non sono tirapiedi o altro … - l’ospite fu molto duro nella risposta, non tollerava la mancanza di rispetto verso i suoi sottoposti.
-Madeimoselle, mi permetta di accompagnarla io personalmente alla mia barca.- la ragazza fu felice di venire via da quella sgradevole situazione, anche se continuava a sentire la loro continua presenza e i loro sguardi duri nei suoi confronti .
La barca salpò dal piccolo porto della tenuta del signor Rousseau, verso il mare aperto …

Capitolo 7

Gli invitati erano tutti molto euforici e spensierati, in particolare la bella modella che gironzolava con un costume praticamente inesistente di fronte a Joe … Francoise scosse la testa e pensò che nulla era cambiato in quel tempo … e poi si corresse, lei era cambiata e quel passato non faceva più parte di lei … doveva continuare a starne lontana e a non farsi domande …
Qualcuno sulla barca aveva acceso della musica e subito, Estelle, sotto gli occhi di tutti, si mise a ballare in modo sensuale, destando gli sguardi interessati di tutti gli uomini.
-Che schianto è quella donna! Di lei sui giornali si dicono tante cose … dai mille flirt  alle love story con gli uomini più potenti del mondo … da scoop che l’avrebbero vista baciarsi con altre donne e foto provocanti in locali alla moda … tra l’altro so che in molti parlano della sua sfrenata sensualità … non so, se mi capisci … - Vincent guardò Francoise , ammiccandole con lo sguardo quello che sembrava il suo nuovo interesse…
-E quindi?Mi dovrebbe interessare la cosa …?-
-Mamma mia come siamo acide … è proprio vero: quando ci sono più prime donne assieme c’è rischio di un vero scontro …!- rise , sbeffeggiandola.
-Io non sono una prima donna … non confondermi con il resto delle persone … -
-Sei troppo acida … dovresti rilassarti … E’ vero che non sei ancora nella sua posizione di far parlare di te in ogni modo, purché se ne parli … ma rilassati … e pensa a divertirti!- Vincet si allontanò, lasciandola sola a pensare, mentre lui si andava a gustare quel spettacolo così interessante …
Francoise riguardò Estelle : aveva un corpo perfetto, era alta e slanciata, tonica e con un bel seno sodo e prosperoso, un addome scolpito e una bella chioma fluente. La definizione della perfezione! … era il prototipo della tipica donna che girava attorno a Joe … ma questo a lei non doveva interessare …
-Madeimoselle Arnoul!Un penny per i suoi pensieri … - l’uomo le sorrise gentilmente mentre si avvicinò a lei.
-Signor Rousseau … -
-Cosa sono quegli occhi tristi? … Per caso le è sgradevole stare qui?-
-No, assolutamente … mi scusi … sono solo ricordi del passato … - aggiunse lei, con un filo di voce guardando verso lo spazio aperto.
-Ricordi? … Madeimoselle, mi permetta di dirle una cosa … non bisogna mai vivere nel ricordo e soprattutto di farsi offuscare la vista dal nostro passato … Nei prossimi giorni le racconterò una storia che le farà capire il significato di queste parole … - improvvisamente gli occhi dell’uomo si rabbuiarono, lasciando spazio ad un filo di tristezza .
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La giornata trascorse tranquillamente, tra chiacchere e scambi di opinioni, più o meno vivaci, tra tutti gli invitati, sotto lo sguardo attento delle due guardie del corpo …
-Quando si dice che il mondo è piccolo … Chi avrebbe mai pensato che l’idolo del nostro protetto fosse proprio lei …! - Jet guardò un attimo negli occhi Joe, chiedendosi che cosa gli fosse passato per la testa, quando avevano saputo di doverlo scortare fino a Parigi, ad assistere alla prima di quello spettacolo …
-Hey, non dici nulla?-
-Non ho niente da dire. Pensiamo solo a sorvegliare e proteggere il signor Rousseau.-
-Certo capo!Ma … non ti fa effetto vederla a così pochi metri di distanza,  dopo tutti questi mesi che non avevamo avuto più sue notizie? –
Joe non rispose , sospirò lievemente e lasciò cadere il discorso.

Estelle era tutto il giorno che cercava di attirare l’attenzione del bel ragazzo biondo, non le importava molto se non era uno dei tipi che frequentava normalmente … era troppo sexy e affascinante per non notarlo. Emanava una forte carica sensuale e molta sicurezza, e questo era il mix perfetto che le faceva girare la testa … Ogni volta che lo guardava, non riusciva a non soffermarsi sul suo corpo muscoloso e su quelle labbra … si mordeva le labbra per trattenersi dalla voglia di saltargli addosso … e la cosa fu evidente un po’ per tutti gli invitati, in particolare per gli uomini, che furono colti da una punta di invidia verso di lui, che era riuscito ad attirare l’attenzione della bella modella!
-A che stai pensando Estelle?- Dani le si affiancò incuriosita, anche se poteva immaginare ciò che aveva attirato i suoi pensieri, e pensò che , era impossibile darle torto …
-Niente di particolare … mi chiedevo solo – si avvicinò all’orecchio dell’amica per sussurrarle una cosa – come fosse senza vestiti … -
-Estelle!- l’amica la rimproverò per la sua spudoratezza.
-Perché? Che ho detto di male? Mi criticate sempre tutti perché sono l’unica che parla direttamente e sono onesta! … per voi bisognerebbe vivere nell’ipocrisia … -
-Non era quello che ti criticavo … -
-Ah, sì? … allora cosa?I miei pensieri peccaminosi? … tutta invidia la tua! Vedrai che dopo aver passato una notte con me, quel tipo non penserà ad altro … - la ragazza sembrava molto convinta e sicura della sua conquista.

Intanto il sole all’orizzonte stava sparendo piano piano , come inghiottito dal mare … tutti erano assorti a guardare quello spettacolo, quando il loro ospite richiamò la loro attenzione.
-Signori e signorine … visto che siamo ancora molto lontani dalla costa e siamo quasi vicini all’ora di cena … ve ne proporrei una qui, sulla barca, in modo molto formale e frugale!-
Gli invitati accettarono con piacere, la stanchezza della giornata in mare si stava facendo sentire e aveva assopito anche gli animi più passionali …
-Una cena sulla barca … mmmm … il nostro ospite ha molte idee originali e per ora non ci sta facendo annoiare … non trovi Francoise?-
-Hai ragione … -
-Come siamo di poche parole … che c’è?Ti dà noia che Estelle abbia catturato l’attenzione di tutti gi uomini …?-
-No, non mi importa nulla di quello che fa la signorina Estelle … ma a quanto pare a te sì, invece … -
-Beh, sì … sinceramente … punto a farla finire nel mio letto … -
-Difficile … sembra interessata a qualcun altro … -
-Hai perfettamente ragione … ma lui rimane comunque un grezzo tirapiedi ...mentre io ho classe da vendere … -
Francoise sospirò, stava cominciando ad accusare anche lei la stanchezza, sentì il bisogno di mettersi a sedere e di non sentire più gli stupidi discorsi monotematici del suo manager.
-Che c’è? Ti senti di nuovo male?-
-No … sono solo un po’ stanca … ho solo bisogno di riposarmi ...-
Vincent la squadrò e poi se ne andò, lasciandola nuovamente sola, rannicchiata sul divano a prua della barca.
Lo sguardo di Joe si pose su di lei, solo qualche attimo, in cui però gli ritornò in mente  quel mattino, quando si svegliò e lei non c’era più … fu un istante, ma Jet se ne accorse e andò da lui .
-Perché non glielo chiedi? … ti sei sempre chiesto perché se ne fosse andata via senza dire niente a nessuno … ora, potresti avere le risposte che cerchi… -
-No, ormai … non ha alcuna importanza. Non mi interessa saperlo .-
-Non sembrerebbe dai tuoi occhi, però … Se è questo ciò che vuoi … .-

Capitolo 8

-Signori! Dato che oggi il vostro compito si è prolungato tanto, vi chiedo se mi fate l’onore di cenare con gli altri ospiti … - Rousseau si rivolse ai due ragazzi.
-Non credo che sia il caso … siamo sempre e solo guardie del corpo … Non credo che i signori invitati apprezzino la nostra presenza … - Joe fu molto secco nel rispondergli, tanto che l’uomo non replicò e se ne andò accettando la risposta.

-Perché hai risposto così?Era stato gentile ad invitarci … -
-Siamo in missione, non siamo qui a divertirci come i signori invitati.-


-Ufff … potresti essere anche un po’ più flessibile … e poi non tutti la pensano come quell’idiota di Vincent … Estelle sarebbe stata molto felice di averti a portata di mani …!- sorrise ironicamente, facendogli notare che la bella modella sbavava dietro a lui.

 

-Signor Rousseau , la cena è stata strepitosa!Degna di un ristorante di lusso!-
-La ringrazio signor Lennox, sono felice che sia rimasto soddisfatto da questa modesta cena!-
-Le assicuro, che non ho mangiato così bene neanche nei ristoranti più rinomati del mio paese!-
Rousseau rise e ringraziò nuovamente i suoi commensali per tutti i complimenti che gli avevano rivolto, proponendo poi di dirigersi verso prua per prendere il dolce.
L’ospite raggiunse i suoi invitati , facendo segno alle sue due guardie del corpo di avvicinarsi  e di unirsi a loro …
-Signori … perché non passare questi ultimi istanti a suonare sotto la luna tutti insieme?- l’uomo aveva in mano una bellissima chitarra acustica, di pregiate fattezze.
-Signor Rousseau, lei sa suonare la chitarra?-  il manager di Francoise  sembrava sorpreso dalla cosa.
-Sì , signor Vincent … Anche io, a modo mio, sono un’artista … - prese la chitarra in mano e cominciò a suonare alcune note, e poi la melodia prese forma, rapendo con il suo suono tutti i presenti .
Francoise riconobbe la melodia e si stupì che il loro ospite la conoscesse… quante volte l’aveva ascoltata e cantata al piccolo Ivan, per farlo calmare nelle notti agitate … era una nenia molto triste, ma così placida … Ivan adorava sentirla e si calmava sempre quando gliela cantava … inconsciamente cominciò a cantare le parole della canzone …
-Madeimoselle Arnoul, lei conosce questa nenia?- Rousseau smise di suonare .
Tutti si voltarono verso Francoise, guardandola in modo interrogativo.
-Sì … la conosco … - sussurrò con un filo di voce.
-Bene … io conosco la melodia, ma non ricordo le parole … mi vorrebbe  accompagnare, per favore … Madeimoselle?-
Esitò un attimo, cercando di prendere tempo e chiedendosi perché il destino le si era rivoltato contro in quel modo, ma alla fine accennò con la testa un debole sì ed iniziò ad intonare la canzone … Rousseau trovò la sua tonalità e cominciò ad accompagnarla:
“Wild flower blossoming
I beg of you tell me this so I know too
Why do people fight?
They all act as if it’s right
Don’t they know
That’s no
Way to live

Valiant flower blossoming
What can you see?
When you look down on me
Why can’t people say
That they’re sorry for the way
That they fought
I thought
We once could...

When the sky has cleared
And rains have passed
I still won’t forget the past
You are not alone on your own
I remember you back then
Trembling in front of me
Crying deep inside silently

When you see loved ones withering
What do you do with your remaining time
When your leaves can’t speak a word
And your thoughts cannot be heard
How do you convey your love

When the summer’s sun is hiding and
Winds are harsh against our backs
Everything seems to overlap

I’ll sing in your memory
All the times you’ve spent with me
We’ve lost your name but I’ll sing for you”1

Appena Francoise smise di cantare  e Rousseau suonò l’ultima nota, cadde un silenzio profondo tra tutti gli invitati , alcuni di loro sembravano commossi fino alle lacrime, quel testo era stato toccante e la voce della ragazza sembrava così malinconica mentre cantava che, aveva trascinato tutti in un vortice di emozioni e dolcezza infinita … quella notte, molti di loro ripensarono al testo di quella canzone, i loro pensieri furono spazzati via da quelle parole come foglie nel vento e il loro sonno fu placido e sereno …

Capitolo 9

Il giorno dopo, vigeva ancora quella strana sensazione della sera prima, gli invitati erano ancora come rapiti da quel incantesimo … nessuno parlava, alcuni sussurravano come se parlare potesse rompere l’incanto, ma presto tutto cambiò radicalmente.
-Signori, oggi vi propongo una bella giornata al mare, sulla mia spiaggia privata. Pranzeremo a riva e potremo fare sia surf che nuoto subacqueo! Appena finirete di fare colazione , vi prego di cambiarvi e di portare con voi quello che vi potrà servire per tutto l’arco della giornata!-
Il signor Rousseau era soddisfatto, vedeva i suoi invitati sereni e predisposti a scambiare idee e pensieri tra di loro, un po’ come nei tempi antichi, in cui i grandi artisti si ritrovavano in feste che celebravano la loro arte.

Nel tragitto verso la spiaggia Rousseau si affiancò a Francoise:
-Madeimoselle Arnoul … posso farle una domanda?-
-Certo … mi dica pure –
-Come faceva a conoscere quella canzone? –
Francoise lo guardò un attimo, tentò di ricordarsi come aveva fatto a imparare quella nenia e poi si ricordò … - Una volta, in un piccolo paese di campagna, nelle colline vicino Tokyo, sentii una mamma che la cantava ai suoi bimbi per farli dormire … il suo testo era così triste, ma in contemporanea così dolce e pieno d’amore che chiesi alla donna se poteva insegnarmela … ecco, è così che l’ho imparata … -
-Ne esistono due versioni … lei, quindi, le conosce entrambe Madeimoselle?-
-Quella in lingua madre e la versione in inglese?-
-Sì, esatto … si dice, che fosse una vecchia canzone che cantassero le donne giapponesi durante il periodo di guerra, per calmare i loro bimbi impauriti dalle bombe … e si dice anche, che un soldato americano, sentendola nella notte, ne rimase a tal punto affascinato che, anche se ne comprese solo poche parole, decise di impararla e di tradurla con l’aiuto delle donne , creandone una seconda versione in lingua inglese … -
Francoise rimase ad ascoltarlo con interesse e ammise che non ne conosceva l’origine e che in realtà non si fosse mai chiesta quale fosse la sua storia.

Arrivarono alla spiaggia , era un piccolo lembo di terra dalla sabbia rosa con un piccolo golfo di acqua turchese limpidissima .
-Che meraviglia!- Estelle era estasiata da quel bellissimo mare che le ricordava il suo amato paese. Senza pensarci troppo, adagiò la sua roba da una parte, si spogliò rapidamente e si tuffò in mare, incitando tutti a seguirla .

Francoise invece, si guardò intorno, voleva mettersi in un punto che fosse lontano dagli schiamazzi, ma neanche troppo, per non mancare di rispetto agli altri ...e vide, vicino ad un piccolo scoglio, che faceva capolino nel mare, un lembo di spiaggia ombreggiata in cui il sole arrivava a tratti . Decise di mettersi lì, da quel punto aveva un ottima visuale di tutta la spiaggia e in più il mare le bagnava i piedi.
Osservò tutti gli altri invitati: Estelle era l’anima del gruppo, era piena di energia e voglia di divertirsi , Dani la seguiva come un’ombra e … beh, gli altri la seguivano per la sua bellezza!  Il loro ospite invece li guardava come a vegliare su di loro e a sua volta, lui stesso, veniva sorvegliato a vista da Jet e Joe. Si chiese come mai fossero lì e perché stessero proteggendo il signor Rousseau … da cosa dovevano proteggerlo? Sbuffò e si rimproverò per quelle domande … a lei non doveva interessare la cosa, lei era solo una semplice ospite!
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-Dani … l’hai visto?-
-Sì, il tuo sogno di vederlo senza abiti si è realizzato … - disse l’altra ironicamente.
-Veramente … io lo volevo vedere completamente nudo … sopra di me…-
Dani la guardò di sbieco:- Questi discorsi alla “Sex and The City” non fanno per me … Per favore risparmiateli per qualcun altro … - la donna sembrava improvvisamente stizzita dall’amica
-La tua è solo gelosia … stasera sarà mio … vedrai … -
-Estelle … tu sei conosciuta per il tuo bellissimo corpo e gli uomini ti cadono ai piedi solo per portarti a letto … ma io ho un cervello e non mi abbassò a istinti così bassi … -
Estelle la guardò di sbieco a sua volta e facendo buon viso a cattivo gioco, se ne andò a prendere il sole davanti alla sua preda, togliendosi perfino il reggiseno del costume.

-Beh, non si può dire che la ragazza non sappia ciò che vuole Joe , vero?- Jet fece cenno all’amico di guardare davanti a loro. La superba siluette della modella distesa sulla spiaggia era un vero spettacolo per gli occhi e lo stesso Joe dovette ammettere che era veramente bella.
-Io , se fossi in te, ci farei un pensierino … un po’ di sano divertimento, non può fare che bene al tuo pessimo umore …!- quella frase, più che un consiglio suonò a una presa di giro, a cui Joe preferì non rispondere.
Nel frattempo Francoise si era svestita e messa anche lei in costume da bagno … era veramente passato tanto tempo da quando aveva indossato quel costume, il giorno prima aveva optato per stare in tuta e non l’aveva messo, ma oggi si sentiva più rilassata e meno tesa … forse il terrore di quel incontro le era un po’ passato e aveva capito che bastava evitare di incrociare i loro sguardi e far finta che non ci fossero, per non avere più il fiato sul collo.
C’era una fresca brezza, che scompigliava i capelli, il suono delle onde che arrivavano dal mare era così rilassante che, per un attimo, le sembrò di essere da un’altra parte, poi il chiasso dei suoi compagni la riscossero ricordandole dove fosse …
Guardò nuovamente il mare e decise di prendere un materassino per andare a largo a fare una nuotata e a prendere un po’ di sole .
Arrivò sulla battigia e mise un piede dentro l’acqua,che era stranamente già calda … e cominciò ad entrarvi, senza accorgersi, che tutti stavano seguendo i suoi movimenti, colpiti dal suo fisico e dalla sua grazia. A Lennox e a Renox sfuggì anche un fischio di approvazione quando la videro, distogliendo lo sguardo da Estelle che, accortasi della scena, si innervosì!
Francoise non prestò attenzione a nessuno, era così assorta a sentire l’acqua del mare che le veniva addosso e l’ accarezzava e a gustarsi quella strana sensazione dei piedi che affondavano nella sabbia umida che, non fece caso a niente! Con il materassino, riuscì ad arrivare ad una certa lontananza da riva e si mise distesa a respirare quell’aria e quella calma che la circondava. Era tutto una novità per lei , quelle cose che per gli altri erano normali, per lei era una scoperta , era passato tanto tempo da quando aveva potuto godersi dei momenti simili …
All’improvviso qualcosa cambiò, l’acqua si fece improvvisamente torbida intorno a lei e un cattivo odore la circondò. Era così forte e nauseabondo che lei stessa ebbe un urto di vomito, i suoi sensi si allertarono, sentì il pericolo avvicinarsi.
Intanto Jet notò che qualcosa  non andava e fece segno a Joe di guardare verso di lei. Francoise era a sedere sul materassino con sguardo attento e in allerta, come se stesse controllando qualcosa intorno a sé. Poi ci fu un urlo, il materassino andò giù, tirato da qualcosa e lei finì in acqua.   Visto           l’ accaduto, Joe si precipitò in acqua in suo aiuto, mentre Jet prendeva una piccola scialuppa per soccorrerli entrambi.

Uno strattone tirò giù il materassino, portando a fondo anche lei, si fece prendere dal panico e inghiottì molta acqua. Senti qualcosa avvicinarsi a lei, un taglio doloroso, del sangue e poi una mano che l’afferrava e la portava in superficie. Perse i sensi e poi non seppe più nulla.
Si risvegliò sulla spiaggia, con il signor Rousseau che la chiamava disperato, gli occhi ancora annebbiati e la testa confusa. La gola le bruciava e continuava a tossire, sentiva il braccio destro indolenzito e intorpidito, ma non riusciva a capire il perché … faceva troppa fatica a connettere le cose, era ancora sotto shock da quello che era accaduto …

Ore dopo, Francoise si guardava il braccio, era fasciato e le faceva molto male. Da quello che le avevano raccontato, qualcosa l’aveva attaccata e ferita … forse un piccolo squalo …
-Madeimoselle, come sta?-
-Signor Rousseau … grazie per essermi venuto in aiuto … -
-Deve ringraziare le mie guardie del corpo … sono stati loro a salvarla,si sono accorti che qualcosa non andava e appena successo il fatto si sono lanciati in suo soccorso … portandola in salvo … se non fosse stato per i miei ragazzi … non voglio neanche immaginare che cosa sarebbe potuto accadere ...-
Guardò l’uomo e ascoltò le sue parole, un velo di tristezza le velò l’ anima … avrebbe dovuto ringraziarli , l’avevano salvata per l’ennesima volta … Sembrava che fosse un destino crudele il suo: anche se si era allontanata da loro per non creare problemi era riuscita a ritrovarsi , per chissà quale gioco del destino, di nuovo sulla loro strada e, come in passato, si era messa nei guai, facendoli correre in suo aiuto …

Capitolo 10

-Tutto bene Joe …?-
-Sì … -
-Sembri pensieroso … -
-Non sono riuscito a capire cosa l’ha attaccata … sembrava un mostro feroce, con denti aguzzi e da un colore scuro … -
-Sarà stato un piccolo squalo, avvicinatosi alla riva … comunque, l’importante è che si sia salvata e che non sia stata ferita in modo serio …- Jet tirò un sospirò di sollievo, mentre Joe ripercorreva con la mente la scena … non era un pesce qualsiasi, quello aveva proprio l’aria di un mostro, dalle cui fauci era riuscito, per puro miracolo, a sottrarre Francoise.
L’aveva afferrata per un soffio, attirandola a sé, stringendola e proteggendola con tutto il suo corpo e riportandola in superficie. Quando l’aveva soccorsa aveva ormai perso i sensi: l’aveva adagiata sulla piccola scialuppa, ascoltandole il cuore che, fortunatamente, batteva ancora, e il respiro che però, rimaneva flebile … probabilmente aveva bevuto troppa acqua che le aveva tappato le prime vie respiratorie. Non esitò un attimo , le fece subito la respirazione bocca a bocca e dopo alcuni istanti, la sentì tossire e ricominciare a respirare normalmente … era finalmente salva !

Quello che era accaduto riecheggiava nella sua testa e in particolare non riusciva a dargli tregua, le sue labbra che si posavano sulla sua bocca. Quell’immagine lo stava facendo letteralmente impazzire …
-Esco un attimo … vado a fare due passi … -
Jet lo osservò uscire, non sembrava avere una bella cera … il fatto del pomeriggio l’aveva scosso in modo profondo, come non era mai successo in passato … l’aveva salvata altre volte, forse da cose ancora più pericolose, ma quella situazione era diversa, aveva intaccato qualcosa nel suo profondo.

Vagò tra i giardini della tenuta, cercando di rimuovere quella immagine dalla sua testa, quando incontrò Estelle …
-Hey, bell’uomo … che ci fai da queste parti tutto solo? … dove hai lasciato il tuo compagno di avventura?-
Joe la guardò, Estelle era veramente una donna bellissima e sensuale, ma il suo modo di fare era veramente  fastidioso in alcuni momenti …
-Sta riposando … -
-E tu? … non ti riposi? –
-Volevo fare due passi prima di andare a letto .-
-Capisco … - Estelle gli gironzolava attorno per farsi ammirare e guardare, sembrava una falena vicina ad una lanterna …
-Le falene vengono sempre attirate dalla luce … e non imparano mai che, rischiano di bruciarsi … - disse lui, facendole notare che si era accorto del suo interesse nei suoi confronti …
-Ed io, cosa sarei? Una falena? … - la ragazza lo incalzò, continuando a girargli attorno, sfiorandolo di tanto in tanto …
-Non credo che sia una buona idea … penso che rischieresti di bruciarti con me , Estelle … -
-Sono disposta a correre il rischio … per ciò che mi piace … - lo guardò dritta negli occhi, gli si avvicinò e lo baciò con passione.

Quello che accadde dopo, rese Joe ancora più confuso … arrivarono in camera della ragazza, lui le tolse i vestiti di dosso con fretta cieca, bramoso di arrivare al suo corpo perfetto. Lei fece altrettanto, era desiderosa di sentire quella pelle a contatto con la sua e sentirlo dentro di lei.
Fu un attimo, nella  sua testa rivide la bocca di Francoise , le sue labbra che si posavano sulle sue, quel contatto così intimo e profondo che lo travolgevano come una tempesta … e come tale , per combattere quella sensazione, scivolò dentro Estelle con forza , strappandole un grido di dolore, misto a piacere puro. Non aveva mai fatto una cosa del genere, non era mai stato così violento in un rapporto fisico, come in quel momento. Era un mare in tempesta che si abbatteva sulla ragazza, con forza, desiderio e passione . Era puro istinto e quello che consumarono fu il fuoco della passione che li aveva divorati.


Estelle si addormentò esausta … Joe si alzò e se ne andò, tornando , ferito nell’animo per quello che aveva fatto nella sua stanza …

Erano le tre del mattino e Jet non riusciva a dormire, Joe non era ancora tornato e lui ripensava a quella strana sensazione … il destino a volte fa veramente brutti scherzi … all’improvviso però, gli tornò in mente una frase di Joe, prima che partissero per la missione … “Certe volte le cose vanno forzate ad andare per un certo verso …” aveva ripensato spesso a quella frase, di cui non aveva capito il senso, ma ora …
La porta si aprì e Jet vide l’amico rientrare in camera, con aria stravolta e stanca …
-Che è successo?-
-Niente … -
-Hai fatto un bel giro … molto lungo … e dal profumo, sembra anche che sei passato per la camera di Estelle … -
-Non ne voglio parlare … vado a farmi una doccia … --
-Per toglierti lo sporco di dosso?-
Joe si fermò e lo guardò  un attimo, e senza dire nulla si infilò in doccia.
Quando uscì  Jet lo aspettava seduto sul letto con aria seria e cupa.
-Tu già lo sapevi … -
-Cosa?-
-Prima di partire in missione, tu già sapevi che Rousseau era un fan di Francoise  e che avrebbe assistito alla prima del suo spettacolo … -
Joe rimase in silenzio.
-L’hai fatto apposta … sei venuto a cercarla !Ammettilo!- la voce di Jet si alterò dalla rabbia -Sei venuto ad infrangere i suoi sogni … sei … solo un egoista … -
-No, no che non lo sono! … è vero: sapevo che l’avremmo incontrata … ma non immaginavo che rivedendoci rimanesse sconvolta … speravo che , tornasse indietro sui suoi passi e … -
-E cosa? … se, se ne era andata e aveva chiesto di non cercarla per nessun motivo al mondo avresti dovuto rispettare la sua richiesta e non, andarci contro …! Anche io, sono stato male quel giorno, in cui ci siamo svegliati ed una parte di noi si è sgretolata in mille pezzi, quando ci siamo accorti che se ne era andata senza dirci nulla … Anche io, volevo andarla a riprendere e a riportarla alla base … cosa credi? Pensi di essere stato male solo tu?E noi? Noi , no? … tu dimentichi sempre che anche per noi Francoise era importante … Ivan, con i suoi poteri, avrebbe potuto dirci subito dove era, ma non l’ha fatto … perché rispettava la sua scelta! … anche se era sbagliata e non doveva andarsene e abbandonarci, noi tutti l’abbiamo accettato e abbiamo cercato di andare avanti per il suo bene … mentre tu ... appena ne hai avuto la possibilità, hai pensato bene di distruggere tutto! … Lo sai cosa ti dico: che anche se ti sei portato a letto Estelle e sei venuto a frantumarle i suoi sogni … non puoi evitare di affrontare la realtà dei fatti ... per te è molto di più di quello che hai sempre detto !… prima te ne farai una ragione e prima … smetterai di illuderti che lei tornerà indietro! Perché, mi dispiace dirtelo … ma non tornerà … neanche per te stavolta … - Jet era furioso e aveva riversato su di lui tutta la rabbia e anche tutta la sua frustrazione , non gli importava di averlo ferito … in fondo se lo meritava , aveva giocato sporco ed ora ne doveva pagare le conseguenze e di sicuro, lui non gli avrebbe alleviato la cosa …

Capitolo 11

Erano le prime luci dell’alba quando Francoise scese sulla spiaggia … c’era silenzio , il solo rumore che poteva sentire era quello delle onde del mare ... tutto era calmo, quasi immobile, sembravano passati giorni da quella sua brutta avventura, invece erano passate solo poche ore … si avvicinò alla battigia e si bagnò le punte dei piedi … anche quella sensazione era così piacevole, sembrava che cercasse di immagazzinare più dati possibili, come se da un momento all’altro le venisse portato tutto via … Si guardò intorno e lo sguardo le cadde su qualcosa di piccolo che brillava nell’acqua … si piegò a raccoglierlo , era una piccola medaglietta di metallo su cui vi era uno stemma e un numero si serie …   
-Ma questo  è … - Francoise guardò ancora la medaglietta , persa nei suoi pensieri la strinse nel pugno e ritornò di corsa alla villa: aveva bisogno di un computer e di una connessione internet al più presto … doveva fare maggiori ricerche e se aveva ragione su quello che pensava , avrebbe dovuto avvisare Jet e Joe al più presto.

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-Un computer ed una connessione internet? … Ma certo, Madeimoselle! Sarà con mio piacere fornirle ciò che mi ha richiesto!- il signor Rousseau fornì alla ragazza le cose di cui aveva bisogno e lei si mise subito all’opera… doveva assolutamente capire se quello che aveva trovato centrasse con il centro di ricerche sperimentali EXOk e con il dottor Harrison …
Per fortuna il Dottor Gilmore non aveva ancora rimosso il suo pass per entrare nel sito segreto del centro … passò la mattinata a fare ricerche, adducendo la scusa che le faceva male il braccio ferito si assentò dal resto del gruppo , che invece trascorse la giornata alle terme personali del loro ospite.
Il Dottor Harrison era un amico del Dottore, lei stessa l’aveva conosciuto durante un convegno, e sapeva che lo scienziato si occupava di biologia marina mirata ai fini militari. Sapeva inoltre, che da mesi Harrison si stava occupando di un progetto molto particolare : un pesce modificato geneticamente che avesse la potenza e l’aggressività di due razze spietate, quali lo squalo e il pirana,e che venisse in aiuto dei soldati nelle lotte subacquee , ma che fosse in grado di attaccare solo il nemico e non anche le forze armate amiche … Un progetto alquanto ambizioso, che si prefiggeva di istruire un mostro del genere per riconoscere l’amico dal nemico … domare la natura e porla ai propri ordini è sempre stata una cosa rischiosa , che ha portato spesso ad una ritorsione verso l’uomo …
Il braccio le faceva veramente male, ma con molta determinazione continuò le sue ricerche, finché non riuscì a scoprire nell’archivio del centro il file archiviato del progetto di Harrison …
-Archiviato? … - Francoise sapeva benissimo che archiviato, nel gergo del centro di ricerche significava, fallito e eliminato. Questo la insospettì molto, chiedendosi se per caso, qualcuno al centro EXOk, avesse sottratto l’esperimento senza che nessuno se ne accorgesse … ma restava ancora sapere perché, l’esperimento era stato considerato inefficiente. Cercò di riunire più notizie possibili, di modo da poter fornire più dati possibili ai due ragazzi, ma le mancava ancora dei pezzi del puzzle …
-Pronto?-
-Signor Harrison?-
-Sì … -
-Mi perdoni se la disturbo, sono l’assistente del Dottor Gilmore, Francoise Arnoul … -
-Signorina Arnoul!Che piacere risentirla!Il Dottor Gilmore come sta?-
-La ringrazio Dottore … Il Dottore Gilmore, sta molto bene! … anzi, proprio lui mi ha chiesto di fare delle ricerche su un suo esperimento … - la ragazza si morse le labbra, non sopportava dire cose false, ma … in realtà era giustificata dalla situazione e questo, in qualche modo, mise i suoi sensi di colpa a tacere.
-Mi dica pure … a quale esperimento è interessata signorina ?-
-Al numero 30594 … l’arma per le battaglie subacquee …-
-Ah … comprendo … ma purtroppo quel esperimento è stato “archiviato” … -
-Capisco … ma per quale motivo?-
-Il pesce sembrava in grado di essere istruito e sembrava attaccare solo il bersaglio predefinito, invece … dopo alcune ore di prove abbiamo dovuto a malincuore constatare che perdeva i suoi dati e attaccava spietatamente anche chi avrebbe dovuto proteggere … -
-Dottore, le posso chiedere se l’esperimento prima di essere eliminato, fosse stato implementato in qualche modo?-
-A dire il vero … avevamo aggiunto un potente veleno nelle sue pinne, che non desse scampo al nemico … -
-Un veleno …?-
-Sì. Era un potente veleno dall’odore caratteristico … l’odore serviva a dare la posizione ai nostri soldati, in modo che non rimanessero feriti per errore … -
- … che sintomi provocava il veleno?-
-La parte interessata, oltre ad un forte dolore presentava gonfiore e la ferita , lentamente, assumeva un colore nero … il veleno portava alla putrefazione dei tessuti: da questo l’odore caratteristico del veleno di carne in putrefazione … -
Francoise impallidì ad ascoltare le parole dello scienziato ed involontariamente la sua mano cominciò a tremare …
-Se … per caso , una persona venisse ferita … quanto tempo avrebbe di vita … -
-Probabilmente una settimana … forse qualcosa meno … dipende da quanto veleno è stato assorbito.-
- Un’ultima domanda … è stato “eliminato” nel modo solito del centro?-
-Sì, certo. In mia presenza è stato soppresso e inserito tra gli elementi da incenerire nell’altoforno.-
-Lei è sicuro che … sia stato eliminato?-
-Sì, ma perché mi sta facendo queste domande …?-
- Servono per delle ricerche del dottore … nessun altro motivo … -
La ragazza chiuse la telefonata e si guardò la ferita : il suo aspetto stava lentamente modificandosi e così il suo colore, che era iniziato a diventare scuro …


Raccolse tutti i dati in un unico file e lo inserì in una chiavetta usb:doveva assolutamente avvisare gli altri e farli partecipi delle sue scoperte …

Era ormai tarda sera quando tutti gli invitati si riunirono in sala per la cena: il signor Rousseau chiese cortesemente a tutti di vestirsi per un’occasione speciale e, che avrebbe svelato il motivo della sua richiesta proprio durante questa …

Francoise si guardò un’ultima volta allo specchio, per controllare se l’acconciatura e la mise fossero a posto.
Per l’occasione aveva indossato un monospalla a manica lunga color rosa antico con cintura nera sotto il seno, dal leggero volume a uovo e un paio di sandali neri di Gucci con tacco a spillo. Per gli accessori aveva optato per un paio di pendenti semplici a filo di diamanti e un bracciale anch’esso di diamanti, i capelli li aveva riunti in una treccia alla francese laterale, che le ricadeva sulla spalla destra e lasciava totalmente scoperto il suo esile e bianco collo .
Il suo volto cominciava a diventare pallido e sofferente, il veleno era entrato in circolo e il braccio le faceva sempre più male , per questo anche se odiava farlo, decise di truccarsi per nascondere il pallore e accentuò il trucco su occhi e labbra, in modo da attirare l’attenzione su questi e non sui lineamenti del volto .

Quando arrivò in sala, vi erano già tutti, mancava solo lei e la cosa la imbarazzò moltissimo … il suo arrivo destò diversi tipi di commenti e sguardi: gli occhi degli uomini si concentrarono sul suo corpo, seguendone i movimenti con attenzione ed ammirazione, mentre le donne la guardarono con invidia e si lasciarono andare a commenti decisamente più acidi e maligni.
Il signor Rousseau le andò incontro, felice di vederla stare bene.
-Madeimoselle, sono molto felice di vederla qui … mi ero preoccupato quando poi, oggi, non se l’è sentita di venire alle terme con noi … -
Gli occhi della ragazza brillarono come stelle , in senso di gratitudine verso quell’interessamento così sincero verso di lei.
-Se mi posso permettere … - le si affiancò di lato, sussurrandole all’orecchio - … stasera è di una bellezza pari ad una dea … - Francoise arrossì e lo ringraziò a bassa voce, mentre l’uomo le sorrise amabilmente tenendola sottobraccio.
Il signor Rousseau si rivolse poi a tutti i suoi invitati, spiegando il motivo di quella riunione elegante.
-Stasera, si uniranno a noi anche altri due ospiti … la mia ex-moglie Itomi e il suo compagno Marvin Russell.-
La notizia lasciò tutti stupiti, compresa Francoise che si voltò verso l’uomo come a cercare un ulteriore spiegazione …
I due nuovi invitati arrivarono puntuali e furono introdotti ai presenti …

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-Madeimoselle … le avevo promesso di spiegarle perché conoscevo quella nenia … credo che sia arrivato il momento  di farlo … -
Francoise era sul bordo piscina, da sola, quando la raggiunse il signor Rousseau .
-Come avrà ben capito ..tempo fa ero sposata con Itomi … mia m … la mia ex-moglie ha origini giapponesi e quella canzone, con la sua storia, le era stata tramandata dalla nonna, come un piccolo dono nei momenti di sconforto e agitazione … Itomi diceva sempre che la sua melodia e il suo testo, avessero  il potere di sedare gli animi di chi l’ascoltava e che spesso la cantava quando era nevosa e ansiosa … la insegnò anche a me , perché la usassi nei momenti di nervosismo, come rimedio … L’altra sera, sulla barca, inconsciamente cominciai a suonarla … ricordavo le parole … ma non riuscivo a pronunciarle … poi, lei iniziò a sussurrarle e fui, come nei tempi passati quando Itomi me la cantava per farmi rilassare, completamente trasportato da quella nenia stregata … -
La ragazza ascoltò il sofferto racconto del suo ospite in silenzio e alla fine di questo, fece fatica a trattenere le lacrime , cercò di dire qualcosa, ma l’arrivo di Jet e Joe alle spalle del signor Rousseau la fermarono. Lo stesso uomo si spaventò da quella improvvisa incursione.
-Che succede? Perché vi siete precipitati fuori in questo modo?Avete spaventato Madeimoselle … Cercate di avere più tatto la prossima volta!.- la sua voce divenne dura e seria, mentre guardava negli occhi i due.
-Ci dispiace disturbare lei e la signorina, ma dobbiamo parlarle immediatamente.- la voce di Joe era altrettanto seria e dura.
I tre si allontanarono assieme, dirigendosi verso l’ufficio privato di Rousseau e lasciandola sola .

Capitolo 12

Alcune ore dopo …

-Ci manca solo che ci faccia le sorprese anche lui e poi siamo a posto … - Jet era nervoso e preoccupato, quella situazione stava minando la sua già scarsa calma .
-L’arrivo della ex-moglie e del suo compagno non ci era stato preavvisato … dobbiamo cambiare il nostro piano e tenere in considerazione anche loro d’ora in avanti.- Joe fissava il cielo dalla finestra della camera con sguardo perso.
-Certo … ma se ci avesse detto qualcosa sarebbe stato meglio … - scese il silenzio, mentre i due erano assorti dai loro pensieri.

Qualcuno bussò e i loro sensi si misero all’erta.
-Chi è?-
-Sono Francoise … posso entrare?-
I due si guardarono negli occhi stupiti, non capendo cosa stesse accadendo.
Jet si diresse verso la porta e la aprì, facendola entrare …
-Come mai sei qui?- la voce di Jet era diventata improvvisamente calma e gentile.
-Devo … darvi una cosa … - Francoise estrasse dalla sua borsetta una chiavetta e gliela porse al ragazzo, che la guardò con aria interrogativa.
- Ho raccolto alcune informazioni sul … su quella cosa che mi ha attaccata l’altro giorno … - la ragazza iniziò allora, a raccontare il risultato delle sue ricerche, spiegando loro di cosa si trattasse e che non era un caso che quel mostro fosse lì …
-State proteggendo Rousseau da qualcuno che lo vuole uccidere, vero?-
-Sì … ma, come è stato possibile che qualcuno abbia sottratto quel mostro dal centro ricerche EXOk? Chi ha dei tali agganci per farlo?-
-Probabilmente qualcuno degli stessi invitati … - Jet la guardò e le chiese se avesse qualche sospetto …
-No, nessuno in particolare … - la ragazza guardò con nervosismo la porta.
-Devo andare … non vorrei che qualcuno mi vedesse uscire da qui … rischierei di far saltare le vostre coperture … - si voltò e si apprestò ad uscire.
-Aspetta un attimo .- Jet la fermò- Ci aiuterai? … -
Francoise senza girarsi e con la testa bassa gli rispose di no.
-Non sono cose che mi riguardano  … -
-Allora perché ci hai portato questi file …?-
-Perché … in fondo … sono e resterò per sempre una di voi … anche se non faccio più parte del gruppo ... – se ne andò e li lasciò soli in camera, immersi in un totale silenzio , quelle parole erano state più taglienti di una lama e loro non riuscirono a difendersi da quel colpo.

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-Perché non le hai parlato? … in fondo, se siamo qui, è a causa del tuo egoismo …  hai voluto rincorrerla fino a qui e ora non fai nulla?… -
- … esco … ci si vede più tardi … - evitò di rispondere all’amico , cercando di andarsene in fretta …
-Scappa pure … vai da Estelle a farti leccare le ferite … divertiti, portatela  a letto per dimenticare e poi torna e fai finta di nulla … continua a farti del male … tanto … fa sempre meno male delle “sue” parole  e della sua indifferenza … -
Joe ascoltò quelle ultime parole dell’amico e poi uscì in silenzio , ferito nel profondo dell’animo.

Estelle era una donna estremamente appassionata e disinibita, lui la fece sua senza esitazione e come la sera prima, la prese con forza e desiderio, riversando in quella passione sfrenata tutta la sua amarezza. Jet aveva ragione: quelle parole e quel suo modo di fare erano peggio di qualsiasi tortura o ferita per lui … ma tentava di non pensarci, di rifiutare qualsiasi emozione che lo pervadesse e di respingere con violenza il pensiero di Francoise dalla sua testa. Andare a letto con la bella modella era il modo più semplice per distruggere quei pensieri e per punirsi del suo comportamento idiota … Joe ed Estelle fecero l’amore a lungo, lui si voleva perdere totalmente in quel corpo e dimenticare il resto, ma continuava a rimanere lucido e ad osservarla persa in un vortice di desiderio sopra di lui, che si muoveva con lentezza e assaporava ogni loro movimento. Raggiunsero l’apice e lei urlò per il piacere, mentre lui chiuse gli occhi in completo silenzio, vivendo quel momento come la disfatta di sé stesso …

Capitolo 13

Francoise aveva passato la notte in bianco, il dolore al braccio non le aveva dato tregua e probabilmente le era salita anche la febbre durante la notte: aveva sudato così tanto che aveva dovuto cambiarsi il pigiama e farsi una doccia … Si guardò la ferita e notò che lentamente il veleno le stava distruggendo i tessuti; la rifasciò e cercò di calmarsi, ma le lacrime cominciarono a scendere lungo le sue guance e cadde in ginocchio con il volto fra le mani, piangendo … non si accorse del tempo che era passato fino a quando Vincent non la venne a chiamare .
-Francoise!Sono Vincent … fammi entrare.-
La ragazza si alzò e asciugandosi rapidamente gli occhi gli aprì la porta.
- Vincent … -
-Mamma mia! Che aspetto terribile che hai!Che hai fatto?- l’uomo la stigmatizzò per l’aspetto, non preoccupandosi minimamente del perché potesse stare così …
-Ho … dormito male stanotte e … -
-Ti sei vista? Fai paura! Che direbbe la gente a vederti in questo stato?Ne andrebbe della tua reputazione … truccati, mettiti del cerone … non so, ma fai qualcosa o non farti vedere al piano di sotto. Te lo proibisco.-
-Scusami … mi darò una sistemata e poi vi raggiungerò … - Francoise rimase ammutolita da quel comportamento così freddo e insensibile verso di lei, ma si fece forza e cercò di darsi una sistemata.
Scese giù con Vincent, ormai tutti avevano finito di far colazione e si stavano apprestando ad andare in un’altra delle strutture della tenuta del signor Rousseau.
Si sentiva stanca e senza forze e il dolore si faceva sempre più intenso … faceva fatica anche a muoverlo e ad afferrare le cose.

-C’è qualcun altro che stanotte ha dormito poco … però ha una faccia migliore della tua!-
-E quindi? … mi dovrei sentire sollevata per questo Vincent?-
-Negli ultimi giorni sei troppo acida … Comunque, era solo per informare anche te di questa cosa, che è ormai sulla bocca di tutti … - la ragazza lo guardò storto, stizzendosi per quei suoi discorsi e quelle continue frecciatine …
-Si dice che stanotte: Estelle abbia passato la notte in bianco … in modo molto piacevole , al contrario di te … Tanto piacevole, che hanno sentito le sue urla e i suoi gemiti, anche i suoi vicini di stanza !-
Francoise sentì il sangue gelarsi nelle vene, la testa andare in standby e il suo corpo avere un sussulto di sofferenza.
-Indovina chi l’ha soddisfatta tanto … -
-Non mi interessa . – Ebbe un sussulto, non voleva sapere e non voleva assolutamente sentirselo dire, ma Vincent con un piacere quasi sadico glielo disse.
-A quanto pare il tirapiedi di Rousseau se la cava bene a letto … anche troppo, a giudicare da quanto Estelle sia stanca oggi!- parlava di quella cosa con un piacere che rasentava il sadismo e lei non capiva come riuscisse a farlo.
-Avevo capito che piaceva anche a te, Estelle … da come ne parli sembri quasi soddisfatto … -
-Soddisfatto? … non direi. Piuttosto , infastidito … e urtato dal fatto che abbia preferito andare a letto con quel tipo grezzo che con me … evidentemente le piace sporcarsi con la gentaccia … -
Francoise era disgustata dal suo discorso e le venne un urto di vomito, che la costrinse a fermarsi , prima di proseguire nel tragitto. Rousseau se ne accorse e la soccorse.
-Madeimoselle, tutto bene? La vedo pallida … -
-Tutto bene .. non si preoccupi … ho avuto solo un giramento di testa … - il suo ospite era sempre così premuroso con lei e le dispiaceva farlo preoccupare, quindi cercò di sdrammatizzare la cosa … neanche lei riuscì a capire come fece, tra la nausea provocatele dai discorsi del suo agente, tra il dolore al braccio e la vicinanza di Jet e in particolare di Joe , riuscì ad intavolare un discorso sulla relazione  tra arte e musica, che distolse Rousseau dalla sua preoccupazione nei suoi confronti.
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Per Francoise la mattina passò lenta e sofferente, nonostante la giornata prevedesse sauna, bagno turco,  idromassaggio e massaggi, non riusciva a trovare tregua a quel dolore sordo che la attanagliava. Neanche a pranzo riuscì a mangiare nulla , destando la preoccupazione anche di Jet …

-Hey … tutto bene?- le si avvicinò in un momento in cui tutti erano assorti in chiacchere.
-Sì, tutto bene … grazie Jet … -
Il ragazzo la guardò, il volto era tirato e pallido, gli occhi lucidi e rossi e le labbra screpolate .
-Non sembra … che hai?Se c’è qualcosa che non va … -
-Nulla, tutto a posto. Ho solo bisogno di riposare … - tagliò corto, non voleva che la vedessero parlare con lui, era troppo pericoloso.


Jet la lasciò stare e si allontanò, tornando al suo posto.

-Jet?-
-Dimmi … -
-Devo andare a fare una commissione per il signor Rousseau in città … mi assento per il pomeriggio. Lascio tutto in mano tua, ok?-
-Ok … ma … - fece per dire qualcosa, ma Joe se ne era già andato prima che potesse finire la frase.

Francoise si addormentò, stremata dal dolore, su una chaise-longue , senza neanche accorgersi dell’assenza di Joe o della confusione che la circondava … sentiva la pelle bruciare in  modo insopportabile e la bocca secca, si svegliò frastornata e più debole di prima .
Sentiva il bisogno di bere qualcosa di dissetante e anche di infilarsi sotto una doccia fredda, tanto sentiva la pelle tirare … Si fece forza, cercando di non dare nell’occhio e si diresse sotto una delle docce : lasciò scorrere l’acqua fredda per un tempo indefinito, finché non sentì un leggero sollievo … Non aveva idea del tempo che era passato, ma vide gli altri invitati ritirarsi e tornare alla villa .
Con estrema fatica prese la sua roba e infilandosi alla buona un prendisole tornò indietro anche lei, cercando di tenere il passo degli altri.

Capitolo 14

Arrivò in camera e si distese sul letto, non sarebbe riuscita  a fare un altro passo: non aveva più forze … il veleno doveva ormai esser penetrato completamente e iniziato a distruggere anche  gli altri tessuti … respirava a fatica e sentiva la febbre salire … si rendeva conto che in quello stato non sarebbe arrivata alla mattina successiva, sarebbe probabilmente entrata in blocco respiratorio nel giro di poche ore … guardò il soffitto e una strana sensazione l’assalì, ripensò agli ultimi giorni e poi agli ultimi mesi … nel giro di poco tempo era passata dall’inferno al paradiso e poi, di nuovo all’inferno … in fondo, lo aveva sempre saputo : quella mezza felicità che aveva assaporato era solo un fuoco fatuo … Il suo destino sarebbe sempre stato legato alla sua vita di guerriero cyborg , questo non le avrebbe mai potuto permettere di vivere una vita normale e di gioire delle piccole cose come tutti …
Però, in quegli ultimi giorni era comunque riuscita a gustarsi quelle piccole cose che lei tanto bramava vivere e che le erano mancate nel suo periodo alla base dei cyborg … e questo la rendeva in parte contenta …

Quella sera anche il signor Rousseau preferì ritirarsi nelle sue stanze a causa di un malore, scusandosi con i suoi invitati e pregandoli di continuare la serata come se lui fosse stato presente … tutti, chi più o chi meno, erano assorti nei loro pensieri e nessuno prestò molto caso all’assenza sia del loro ospite che dell’altra invitata.

Era notte fonda, quando Francoise cominciò a perdere lentamente conoscenza … la vista le andava via e le tornava a momenti, il suo corpo era percorso da convulsioni a causa della temperatura alta … sentiva le ultime forze abbandonarla e lei iniziò a non opporsi più a quel lento degrado …

Sentì una mano toccarle la fronte e poi un panno bagnato prenderne il posto:quella sensazione di fresco era un piccolo sollievo … sentì poi delle gocce di acqua bagnarle le labbra secche e bruciate dalla febbre … la vista era appannata, cercava di vedere , di capire cosa stesse accadendo … vedeva solo un’ombra, non ben definita, che si muoveva intorno a lei e poi sentì una piccola puntura sul braccio … avrebbe voluto parlare, ma non ci riusciva: aveva la gola secca e faceva fatica a respirare … tentò in vano di dire qualcosa, ma la persona le disse di stare in silenzio e di non sforzarsi , che era tutto a posto e da lì a qualche ora sarebbe tornata a respirare normalmente .Le disse anche che sarebbe restato lì fino a quando la febbre non fosse scesa e che non l’avrebbe mai lasciata da sola … Francoise cercò di riconoscere quella voce, le sembrava famigliare, ma era come se tutto le arrivasse alterato: vista, udito, sapore …
Ebbe un’ultima sensazione prima di addormentarsi, a cui non riuscì a dare una spiegazione: alcune parole le risuonavano in testa “You and I like a love song” e continuavano a ripetersi all’infinito e ancora, qualcosa che le sfiorava le labbra, accarezzandole dolcemente più e più volte come una piuma … poi si addormentò, di un sonno profondo, e non ebbe più percezione di nulla.

Quando la mattina si svegliò, si sentiva debole e intontita … fece mente locale e si chiese come potesse essere ancora viva … il veleno doveva averla uccisa e invece … come era possibile?Aveva dei flash della sera prima, ma era tutto troppo confuso …
Provò a scendere dal letto, ma cadde rovinosamente a terra emettendo un piccolo lamento di dolore … due forti braccia le vennero in soccorso e la tirarono su dolcemente, come se stessero alzando la cosa più preziosa e fragile del mondo e la riposero sul letto … Francoise alzò lentamente gli occhi a guardare verso la persona che l’aveva aiutata e dovette trattenere un urlo quando lo riconobbe …
-Tu … -
Lui la guardò un attimo e poi si avvicinò a lei.
-Sei stata un’incosciente … cosa pensavi di fare? Perché non ci avevi detto nulla del veleno?- era arrabbiato, furioso e faceva fatica a stare calmo.
La ragazza abbassò lo sguardo, sentendosi colpevole per l’accusa rivoltale.
-Se non avessi ricevuto la telefonata da Harrison, ieri pomeriggio, tu a quest’ora saresti morta … te ne rendi conto? … che ti era passato per la testa? … da quanto sono arrabbiato per quello che hai fatto, potrei radere a suolo questa villa con tutto quello che c’è dentro … -
Francoise ascoltava le parole di rimprovero nei suoi confronti e le lacrime cominciarono a scenderle lungo il viso, bagnandole le mani che stringevano la coperta.
Stufa, stanca e al limite di quella situazione così assurda, si fece cogliere, inaspettatamente, da un impeto di rabbia e dolore che, si manifestò in due terribili e crudeli parole …
-Ti odio … - le parole le uscirono tremanti e con un filo di voce dalle labbra. – Vattene! Non voglio avere a che fare con te! … non lo capisci che ti odio con tutta me stessa?- gridò con quella poca forza che le era rimasto e, mentre alzava gli occhi in lacrime verso di lui, guardò Joe in volto. Il viso del ragazzo  era stravolto e incredulo, stentava a credere alle parole appena sentite, avrebbe voluto gridare a sua volta che non era vero, che era solo una bugia , ma non riusciva a parlare … la guardava piangere, così fragile e indifesa, davanti ai suoi occhi ed ebbe un sussulto di puro dolore … perché le cose avevano preso quella strada? Perché si doveva sentire dire proprio da lei che lo odiava? … era l’unica persona , da cui non avrebbe mai voluto sentirselo dire …
Joe si ricompose e anche il suo volto si irrigidì – Devo tornare al mio lavoro … Harrison  mi ha detto che l’antidoto che ti ho iniettato dovrebbe averti messo fuori pericolo completamente … oggi riposati, sei ancora troppo debole per tornare insieme agli altri invitati … penserò io ad avvisare Rousseau … - uscì senza dire altro e lasciandola sola, come se non avesse sentito quello che lei gli aveva detto …

Capitolo 15

Francoise stava guardando il soffitto, come imbambolata e si chiedeva come quelle parole le fossero uscite di bocca …”Ti odio …” le tornarono in mente , ripetendosele più e più volte a voce bassa …
-“Ti odio”? … che brutte parole!- Rousseau entrò in camera e la sentì mentre lei le pronunciava .
-Signor Rousseau … - le parole le morirono in gola.
-Non si dovrebbero mai dire parole così brutte e cattive se non si pensano veramente … Sono parole che possono fare più male di una ferita a morte… e lo stesso vale per le parole “Ti amo” , neanche quelle dovrebbero essere dette così facilmente  … - fece un attimo di silenzio e poi continuò – Queste ultime parole poi, sono a doppio taglio … possono renderti la persona più felice del mondo se sono vere, ma se non lo sono … ti possono anche uccidere … - Il volto dell’uomo assunse un espressione di dolore, ma velocemente la mutò e le sorrise .
-Come va ora? Joe mi ha detto che non si era sentita troppo bene e che aveva preferito rimanere in camera … -
-Ho avuto un malore stanotte e ho preferito rimanere a letto … mi scuso moltissimo per queste mie continue assenze … mi perdoni … -
-Madeimoselle, lei non si deve scusare di nulla … L’importante è che lei stia bene e che si riprenda presto!-
-La ringrazio … -
-Però … non mi ha ancora detto chi odia e soprattutto se lo pensa veramente … -
Rimase in silenzio alla domanda , non sapeva cosa rispondere … quando lo aveva detto a Joe lo pensava veramente, una voce dentro di lei lo gridava disperatamente, ma adesso … non riusciva a capire se era vero …

-Madeimoselle … la vita non è semplice e chiara come vorremmo … certe volte si fa fatica a vedere come stanno veramente le cose … una situazione , a seconda dei punti di vista, ha prospettive diverse e assume significati diversi … così anche le parole … certe volte si vorrebbe dire “ti amo” e poi invece diciamo “ti odio”, perché diamo ascolto al dolore dentro al nostro cuore e non riusciamo a vedere fino in fondo … - prese fiato e continuò – Anche io ho detto ti odio a Itomi, quando mi lasciò, anche se … il mio era solo un amore profondamente ferito che gridava vendetta e che voleva solo ferirla … ma non capivo che a fare così, facevo solo del male a me stesso e non a lei … a lei, per quanto potesse ancora volermi bene e dispiacersi, non faceva male … anzi pensava che forse, fosse la cosa migliore per me … l’avrei dimenticata prima . Invece non era così e quando mi accorsi che per quanto potessi fare o, non fare, rimaneva solo il fatto che io l’amavo … ancora e ancora … e che non potevo far altro che farmene una ragione . Se lei era felice così, io dovevo rispettarlo e lasciarla andare … E’ per questo che l’altro giorno ci ha raggiunti qui … ormai, in questi anni me ne sono fatto una ragione … non vuol dire che mi vada bene e che sia felice che le cose siano andate così, ma che dovevo accettarle … non si può obbligare nessuno ad amarci … anche se lei è l’altra metà di lui … - quell’ultima frase , Rousseau , la pronunciò con molta lentezza e guardandola fissa negli occhi, come se fosse stata rivolta a lei …

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-Come sta? -
-Meglio … - Joe non aveva voglia di parlare, voleva solo concentrarsi su altro e tenere lontano il pensiero di quello che era successo …
Jet lo osservò in silenzio, la scorsa notte doveva essere stata particolarmente dura per lui: a tarda ora erano usciti e si erano diretti in riva al mare per eliminare quel mostro che era stato liberato per uccidere Rousseau,e la cosa fu relativamente semplice conoscendo questa volta i suoi comportamenti e sapendo come attirarlo in trappola … Subito dopo averlo ucciso, Jet lo mise su una jeep e lo portò al centro EXOk, questa volta per essere cancellato definitivamente, mentre Joe doveva andare da Francoise e darle l’antidoto … Joe gli spiegò che il pomeriggio se ne era andato proprio perché aveva ricevuto una telefonata da Harrison, dicendogli che non riusciva a contattare Francoise per darle altri particolari su quel file di cui aveva richiesto notizie e in particolare sul tipo di veleno che il mostro iniettava alle sue vittime. Fu così che lui si spiegò lo strano comportamento di Francoise degli ultimi giorni e il suo aspetto pallido e stanco … Aveva chiesto il pomeriggio libero a Rousseau per andare a prendere l’antidoto al centro EXOk, adottando la scusa che aveva necessità di andare in città a prendere delle cose che gli servivano.
Il centro distava non molto dalla tenuta, solo tre ore di auto, era una distanza facilmente copribile per chiunque , anche per chi l’aveva portato nella spiaggia privata di Rousseau e questo rendeva le cose ancora più confuse … chiunque degli invitati avrebbe potuto andare e tornare in poche ore proprio come Jet e Joe… e proprio come loro, avevano il pass per entrare al centro …
Mentre Jet guidava verso EXOk, pensò che forse sarebbe stato meglio se ci fosse andato lui da Francoise … non che non si fidasse di Joe, ma … ultimamente stava agendo in modo sconsiderato, soprattutto quando si trattava di lei … ma fortunatamente quando la mattina si ritrovarono al loro posto di sorveglianza, le cose erano andate tutte per il verso giusto , o quasi …

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Estelle era particolarmente nervosa … lo fissava , ma lui sembrava non considerarla e questo la infuriava ancora di più … non capiva perché quella notte non fosse tornato da lei e non avesse fatto minimo cenno alla cosa. La donna, si spazientì e si alzò, dirigendosi verso di lui .

-Joe … guai in vista … - Jet avvisò Joe dell’arrivo di Estelle, che sembrava sul piede di guerra.
Lei gli si parò di fronte e con voce aspra, non curandosi della presenza di Jet, gli chiese perché la notte scorsa non fosse venuto da lei.
-Estelle … non è questo ne il momento ne il luogo adatto per parlare di certe cose … - la sua voce era fredda e perentoria, tanto da gelarla sul posto, ma trovò la forza di rispondergli.
-Non penserai che io sia stata solo il divertimento di due notti … e che poi potessi far finta di nulla!-
-Ti ho già detto che non è il momento … -
-Tu non puoi trattarmi come una bambola con cui giocare, usare a tuo piacimento e poi buttarmi via … - la sua voce assunse la forma di un sibilo rabbioso e Joe la guardò con sguardo vuoto, come se di fronte a lui non ci fosse nessuno … Estelle se ne andò furiosa e tornò in camera … sicuramente non gliela avrebbe fatta passare liscia …

Capitolo 16                                             

Joe aveva contattato nuovamente Harrison per chiedergli una lista di cui aveva bisogno, forse avrebbe trovato quelle risposte che cercava …

A sera Francoise si sentì in grado di scendere e presentarsi a cena: voleva assolutamente scusarsi con il suo ospite e ringraziarlo nuovamente per il suo supporto e … per le sue parole.


Durante la cena, Jet le fece segno di andare da loro appena possibile , avevano bisogno di parlare con lei urgentemente …

-Perché avevate bisogno di parlare con me? … - faceva ancora fatica a stare in piedi e sentiva un forte disagio a stare in presenza di Joe …
-Devi fare una ricerca su questa lista di nomi … - Joe le porse il foglio con voce atona e indifferente e le indicò il computer che Rousseau aveva loro prestato.
-Cosa dovrei cercare precisamente …?-
-Il nome di copertura, fuori dal centro EXOk di queste persone … come tu sai, i nomi degli scienziati che lavorano là dentro sono coperti con un alias nella loro vita quotidiana … vogliamo sapere quali essi siano .- Joe continuava a guardarla freddamente e a parlarle come se fosse una perfetta sconosciuta e questo la turbava, senza sapere il perché … in fondo era ciò che voleva fin dall’inizio: essere trattata come se non fosse una di loro, come se lei non avesse niente a che fare con loro! … ma ora, quel tono le risultava così amaro e fastidioso …
-Ok … ma mi ci vorrà un po’ di tempo … -
Jet prese la parola e disse che, mentre loro si fossero occupati di questo, lui sarebbe tornato in sala a tenere d’occhio Rousseau.
Li lasciò soli, non sapendo se avesse fatto la cosa più giusta, dopo aver visto i loro volti e i loro sguardi …
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Estelle vide Francoise entrare in camera dei due uomini e dopo poco, uscirne Jet … da solo … La sua furia salì: era folle di rabbia e gelosia … non poteva credere che preferisse quella stupida ragazzina a lei … come poteva volere quella gatta morta, dopo quelle due notti di passione che avevano passato insieme e in cui lei gli aveva concesso tutto … ?
La sua testa iniziò a ragionare … gliela avrebbe fatta pagare sia a lui, sia a  quella sgualdrinella, ipocrita e finta perbenista … La sua vendetta sarebbe stata inesorabile e dopo questa, di Madeimoselle Arnoul non sarebbe rimasto più niente … l’avrebbe annientata e più nessuno si sarebbe ricordato di lei.

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Francoise faceva fatica a stare concentrata,  sentiva la testa pesante e stanca e poi la presenza di Joe l’ agitava , anche se lui sembrava totalmente indifferente alla cosa e guardava continuamente i files che lei gli aveva portato giorni prima, alla disperata ricerca di qualche indizio, lei non riusciva proprio a calmarsi. E poi …
-Ci sono. Li ho trovati tutti … ecco i nomi e le foto che cercavi … -
Joe si alzò e si avvicinò a lei a guardare i risultati delle sue ricerche, guardò velocemente i nomi e le foto …
-Bingo! Ci siamo … ecco il nostro uomo .- Joe glielo indicò, neanche lei se ne era accorta, forse per la sua poca lucidità …
-Ma … questo è … - impallidì e pensò a Rousseau e alle parole che le aveva detto quel pomeriggio … come avrebbe potuto reagire a tale scoperta?… gli si sarebbe spezzato il cuore alla notizia …
-Grazie … - Joe interruppe il filo di suoi pensieri e si voltò verso di lui .
-Tu pensi  che … -
-D’ora in avanti tu ne sei chiamata fuori da questa cosa. Grazie per l’aiuto che ci hai dato, ma ora … sta solo a noi portare a termine questa missione. Non ti deve interessare altro … - la sua voce era gelida e dura nei suoi confronti .
La ragazza si alzò in silenzio e se ne andò, lasciandolo da solo .

La notte che seguì fu molto lunga  e l’arrivo del mattino avrebbe portato grossi problemi …

Capitolo 17

Francoise scese in sala per la colazione e si guardò attorno, le sembrava di vedere per la prima volta tutti … non si spiegava il motivo, ma era come se fosse stata ubriaca , forse era per quella serie di eventi che l’avevano travolta … forse era ancora il veleno  oppure era quella situazione con Joe … non era in grado di darsi una spiegazione, ma la consolava il fatto che ormai mancasse solo un giorno al loro ritorno a casa …
Francoise si accomodò vicino al suo manager, che la salutò appena e non le chiese neanche come stesse … In quei giorni, in cui era stata male, non era mai andato a visitarla o a sincerarsi delle sue condizioni, sembrava che non gli importasse nulla di lei e che l’unica cosa che gli interessasse fosse il denaro che gli fruttava … Si sentì al pari di una bambola da usare e poi , gettare, quando non serviva più … un forte senso di amarezza l’assalì, togliendole l’appetito e facendola riflettere se, quella vita era quella che voleva veramente …

Rousseau e il resto degli invitati stavano finendo di mangiare quando improvvisamente Estelle si alzò in piedi ed iniziò a parlare …
-Signor Rousseau, la ringrazio per la sua ospitalità , ma la devo informare che lascerò la sua dimora oggi … -
Il padrone di casa rimase colpito da quel insolito gesto e chiese spiegazione alla modella.
-Mi dispiace doverglielo dire così, ma … me ne vado perché sono rimasta disgustata da quello che a cui ho assistito … -
Tutti i presenti ammutolirono e la guardarono, chiedendosi a che cosa si stesse riferendo e che cosa si fosse inventata per attirare l’attenzione su di lei .
-Si spieghi, signorina Estelle … a che cosa si sta riferendo precisamente?- improvvisamente Rousseau si irrigidì e divenne estremamente cupo.
-Bene … visto che me lo chiede … - la ragazza fece un ghigno, assaporando già la sua vendetta – Lei ci ha qui riuniti, in questa piccola vacanza affinché arte e artisti si potessero fondere in un’unica cosa … che ci fossero scambi di idee e opinioni … un modo, forse singolare, che richiamava i convegni dei tempi antichi, in cui gli artisti si ritrovavano per scambiarsi il proprio pensiero e crescere a livello culturale … ma purtroppo la sua visione idilliaca è stata rovinata da cose ben poco elevate come l’arte, e sostituite da cose molto più terrene e volgari … bassi istinti e desideri peccaminosi e altre volgarità di questo genere … -
Tutti rimasero basiti, chiedendosi cosa le stesse passando per la testa e perché stava facendo tali allusioni …
-Signorina Estelle, lei sta facendo delle allusioni abbastanza pesanti … la pregherei di chiarirsi al più presto … la mia pazienza ha un limite a questi discorsi di cattivo gusto .-
-Signor Rousseau … lei, parla di “discorsi di cattivo gusto” … ma penso che sia molto peggio quello che è accaduto ieri sera sotto il suo tetto … dove si è consumato una disgustosa scena di puro sesso … -
-Signorina Estelle, la prego di moderare i termini … non siamo in piazza.- Rousseau divenne particolarmente stizzito e nauseato dai discorsi imbanditi da quella donna di così cattivo gusto …
-Ma quello che disgusta di più è sicuramente l’ipocrisia della persona in questione, del suo falso perbenismo e della sua altezzosità da prima donna … mentre, non è altro che una … donna in calore, dissoluta e svergognata, che pur di soddisfare i suoi desideri fisici, si abbassa a comportarsi come una donna di strada … - si fermò un attimo e guardò il volto del padrone di casa diventare nero dalla rabbia- … mi spiace solo per lei signor Rousseau … non solo per il comportamento della persona in questione, ma anche perché aveva riposto tanta fiducia in essa … vero, Madeimoselle Arnoul?-
Francoise spalancò gli occhi, atterrita dall’accusa che Estelle le stava facendo , mentre tutti iniziarono a mormorare stupiti …
Estelle continuò il suo bel discorso:- Ieri sera, Madeimoselle Arnoul, come la chiama lei Signor Rousseau, è andata nella camera delle sue guardie del corpo … e si è intrattenuta con uno di loro … - concluse la sua frase con una soddisfazione tale che un brivido di piacere le percorse il corpo.
Jet ebbe uno scatto di rabbia verso quella vipera e le si sarebbe avventato contro come una furia, per farle rimangiare tutte le disgustose insinuazioni che aveva fatto, quando Joe lo fermò, facendogli segno di fermarsi.
-Ma ..-
-Fermo … non intervenire.- Joe era una statua da quanto si era irrigidito e Jet non capiva perché l’avesse fermato e lasciasse che quella poco di buona insultasse così la loro amica …
-Madeimoselle Arnoul … è vero quello che sta dicendo Estelle?- Rousseau guardò la ragazza, impallidita e sconvolta da quelle false insinuazioni nei suoi confronti … la testa le girava e non sapeva cosa rispondere, se avesse negato avrebbe dovuto spiegare perché e cosa centrasse lei con loro due, facendo saltare la loro copertura … ma se avesse confermato, la sua reputazione e la sua carriera si sarebbero frantumati in un istante, nell’arco di un battito di ali di farfalla … rimase in silenzio per qualche istante e poi abbassando la testa e lo sguardo confermò la versione di Estelle … le lacrime cominciarono a scendere copiose , il volto era stravolto e distrutto, trattenne i singhiozzi per l’intensità del pianto, mordendosi le labbra fino a sentire il sapore del suo sangue …
-Madeimoselle Arnoul … la devo pregare di lasciare immediatamente questa casa … - Il padrone di casa non disse altro e si ritirò nel suo ufficio, portando con sé le sue due guardie del corpo.
Francoise si alzò e corse in camera sua, sbatté la porta dietro di sé e si riversò sul letto iniziando ad urlare contro il cuscino perché non la sentissero … piangeva così tanto che non riusciva a respirare … tutta la sua vita era andata in frantumi … tutto quello per cui aveva lottato, tutto quello che lei aveva inseguito per una vita, si era sgretolato … tutto era andato per sempre perso … tutto perso …
Sentì la porta di camera aprirsi alle sue spalle e chiudersi con violenza, alzò gli occhi e si ritrovò di fronte il suo manager, sembrava una bestia inferocita dallo sguardo che aveva …
-Come hai potuto fare una cosa del genere? Come? Ti sei rovinata con le tue stesse mani … sei solo una sgualdrina!- l’afferrò violentemente per le spalle e la scosse con forza e la schiaffeggiò con altrettanta durezza, facendola finire per terra. Lei tentò di alzarsi, ma lui le si avventò contro picchiandola furiosamente, senza darle tregua … la ragazza non riusciva a fermarlo,era ancora troppo debole, sentiva solo i suoi schiaffi percuoterla e farle male, finché tutta quella violenza non ebbe fine …

Un pugno lo mise a terra, facendogli perdere i sensi e lasciandolo privo di conoscenza per molto tempo.
Joe si era reso conto che un pugno tale avrebbe potuto ammazzarlo, ma quando l’aveva visto addosso alla ragazza non riuscì a trattenersi … e francamente poco gli importava se quel disgraziato si fosse rialzato da terra … si voltò verso Francoise che era stata soccorsa da Rousseau e Jet, e vide il suo bel viso, rosso dal sangue e pieno di lividi … la rabbia lo assalì e si rivoltò di nuovo verso Vincent, ma Jet lo fermò appena in tempo.
-Fermo!Lo vuoi uccidere?E’ già un miracolo se si risveglierà con il pugno che gli hai dato … ora calmati!Ritorna in te!Dobbiamo pensare solo a Francoise in questo momento … -
Joe sembrò riacquistare il buon senso e si calmò, si avvicinò alla ragazza, per accertarsi del suo stato, ma si fermò come paralizzato: gli tornarono in mente le sue parole, quel “Ti odio” che gli aveva urlato contro e il dolore con cui lo aveva pronunciato … Prese improvvisamente coscienza del male che le aveva causato … si alzò e se ne andò, lasciando Francoise alle cure degli altri ...

Era tornato lucido, forse fin troppo, aveva ben chiaro come doveva muoversi per mettere a tacere tutto quello che era successo …
Sbatté la porta della camera di Estelle entrando con passo sicuro e mettendosi davanti a lei:occhi negli occhi. La ragazza si impaurì per il suo sguardo crudele e indietreggiò, fino a cadere sul letto.

-Ora , tu torni di là e dici a tutti che ti sei inventata tutto … che ogni parola che hai detto era solo una squallida bugia dettata dalla tua invidia per lei .- parlava lentamente e con freddezza, scandendo ogni parola, come per imprimerla nella testa della ragazza.
-Non lo farò mai!Hai preferito lei a me!E questa è la punizione che meritate entrambi!- parlò con rabbia e voce alterata.
-Se non lo farai … la tua carriera verrà miseramente stracciata via … Scegli.-
-Tu … tu non hai il potere per farlo! Non puoi rovinare la mia carriera !-
-Tu dici? … ripensaci un attimo … veramente, la tua carriera non verrebbe incrinata da un racconto dettagliato, ai giornali, della tua ultima scappatella ? … con una qualunque e insignificante guardia del corpo? … Credi davvero che non interessi a nessuno i particolari di come mi hai pregato di venire a letto con te? … -
Estelle rimase sconcertata, la lama le si era ritorta contro … non l’aveva previsto … aveva solo pensato a come vendicarsi di quei due, ma non ad una eventualità del genere .
-Estelle … al mondo c’è sempre gente più furba di te … non puoi pensare di farla franca e passarla liscia ogni volta … pensa a quello che ti ho detto e prendi la tua decisione … ma ti do un consiglio: pensaci attentamente a quello che decidi di fare … -
Detto questo se ne andò via , disgustandosi del punto a cui era arrivato … ridursi a livelli così bassi, tanto da minacciare una donna … ma il motivo per cui l’aveva fatto aveva giustificato il gesto, anche se nel profondo del suo cuore si sarebbe portato quell’onta a vita …

Francoise si asciugò le lacrime e si ripulì il viso alla meglio, guardando i lividi che le erano venuti sul volto .
-Madeimoselle Arnoul … mi dispiace infinitamente per quello che le è successo … me ne sento responsabile … E mi perdoni se prima le ho intimato di andarsene in quel modo … io … da tempo, sapevo che faceva parte delle stesso gruppo delle mie due guardie del corpo … -
Francoise si girò a guardare l’uomo perplessa … come poteva saperlo? Sembrò leggerle nel pensiero e le diede la spiegazione …
-Lo sapevo perché … mi aveva avvisato dal nostro primo incontro che lei era una di loro  … -
-L’aveva avvisata? … a chi si riferisce? –
-A  Joe … lui sapeva fin dall’inizio che volevo incontrarla e … lui lo stesso … per questo mi aveva parlato di lei … e per questo ha accettato di proteggermi … solo perché … -
-Solo perché c’ero io … - i suoi occhi si incupirono … tutto quello che le era successo era solo per causa sua … era incredula e sconvolta, davanti a quella rivelazione. Se aveva perso tutto era solo per colpa di lui e del suo egoismo !


-Madeimoselle Arnoul … cerchi di capire … non fraintenda le mie parole … si ricordi di quello che le ho detto ieri … una situazione può essere vista da più punti di vista ed essere interpretata per errore in modo sbagliato ...-

Jet gli andò incontro, era preoccupato che avesse fatto qualche sciocchezza:
-Che è successo? Dove sei stato?-
-Tranquillo … è tutto a posto … -
-Che vuoi dire? Che hai combinato? … - la sua voce mostrò un filo di preoccupazione, conosceva abbastanza Joe e sapeva che quando era in quello stato era una mina vagante …
-Ho rimesso tutto a posto … Estelle si rimangerà tutto quello che ha detto e si addosserà la colpa per quello che ha fatto … - si passò una mano sugli occhi e sulla fronte che sentiva dolorante …
-Ma tu perché sei qui? Dovevi rimanere con lei … -
-Stai tranquillo … è in ottime mani … Rousseau ne avrà cura … la considera come una figlia . -

Ritornarono alla stanza di Francoise, ma quando arrivarono lei non c’era già più … vi era solo Rousseau , seduto sul letto con lo sguardo perso nel vuoto …
-Che è successo?Dove … è andata?-
-Mi dispiace … ho provato a convincerla e a farle cambiare idea , ma non ha voluto sentire ragioni e se ne è andata … -
-Le … ha raccontato tutto ? –
-Sì … credevo che potesse capire , che mi ascoltasse … ma ha perso fiducia anche in me e non ha voluto credermi … -
Joe rimase un attimo senza respirare, come immobilizzato da qualche sortilegio e poi , strinse i pugni e chiuse gli occhi … l’aveva persa definitivamente questa volta …

Capitolo 18

-Signor Rousseau … mi dispiace darle questa notizia … mi creda … - la voce di Jet era ferma anche se, nascondeva un certo disagio mentre spiegava a Rousseau chi aveva attentato alla sua vita durante quei mesi.
L’uomo si guardò attorno, con aria persa e affranta, e un singulto di dolore gli percorse l’anima; non avrebbe mai potuto pensare a una cosa simile … era un dolore nel dolore , per lui, quella notizia.
Joe guardò in silenzio l’uomo e vide in lui amarezza, dolore, frustrazione … e in un certo senso gli sembrò di guardarsi allo specchio … forse era proprio per quello, che non se lo era sentito di parlare lui, ma aveva chiesto a Jet di esporre il risultato delle loro ricerche.
In una frazione di secondo gli tornò in mente una conversazione che ebbero lui e Rousseau pochi giorni prima, quando Joe gli aveva chiesto di non invitare Francoise alla tenuta …

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-Signor Rousseau … io non credo che sia una buona idea invitarla alla tenuta … Franc… Mademoiselle Arnoul non vuole più avere a che fare con noi … e non penso che voglia stare in nostra presenza … Capisco che lei ci tenga … ma visto quello che è accaduto ieri sera … -
-Joe … il malore di Mademoiselle è stato dovuto solo allo stress dello spettacolo … non riguarda voi e la vostra presenza … ed io ci tengo molto ad averla ospite nella mia dimora!-
Joe rimase in silenzio, ripensò ai suoi occhi e al suo volto sconvolto quando li aveva visti davanti a sé …
-Io so quanto possa essere difficile trovarsi di fronte una persona a cui hai tenuto tanto e per cui ora non rappresenti altro che il passato … - Rousseau rimase un attimo in silenzio , come per radunare i pensieri e metterli assieme - Itomi … la mia ex-moglie … ero stato tutto per lei … e lei era tutto per me … credevo che niente ci avrebbe diviso … e invece … arrivò un bruttissimo giorno in cui lei smise di amarmi e il mio mondo si frantumò … La odiai, incapace come ero, di ammettere a me stesso, che nonostante lei amasse un altro, io … Io non riuscivo a vivere senza di lei … non riuscivo a non  amarla … e non riuscivo ad accettare la sua scelta! Non facevo altro che ripetermi i terribili versi di Percy Shelley , “Perché non io con te?”.Non mi davo pace … cercavo delle risposte che , in realtà , io avevo già in me, ma che non volevo ascoltare … Poi un giorno … forse il buonsenso mi era tornato, non so … capì che tutte quelle risposte che volevo, tutti quei discorsi sconclusionati  … non avevano senso! Lei aveva scelto … un altro e non me … E questo era tutto quello che doveva bastarmi! Per quanto io mi rivoltassi nel dolore o stessi male … lei non sarebbe mai tornata da me … Ed io dovevo accettare questo mia impotenza a cambiare le cose … - si interruppe di nuovo e prese fiato , il dolore di quella storia era ancora vivo in lui dopo tanto – Io non conosco le ragioni per cui Mademoiselle vi abbia abbandonato … ma io rivedo in lei, Joe, la mia stessa incapacità ad accettare la situazione … il suo animo è oscurato dal dolore e dall’incapacità di accettare la sua scelta … Se ne faccia una ragione … oppure … tenti per l’ultima volta di portarla indietro … anche se … onestamente, e per esperienza già vissuta, non lo trovo giusto … -
Joe avrebbe voluto dire qualcosa , ma la sua testa era confusa e smarrita.


-Mi dispiace … anche se per lei è difficile, io inviterò Mademoiselle Arnoul … La veda come la sua possibilità di farsene una ragione … oppure, c’è la seconda scelta …   ma spero che non opti per quella … Farebbe del male  a sé stesso, ma anche a lei … mostrandole di non aver rispetto per la sua decisione … e le assicuro, che una cosa del genere le potrebbe costare molto cara … e precluderle una qualsiasi possibilità che Mademoiselle possa tornare indietro … -

-Ne siete proprio sicuri … ? E … lei … centra qualcosa? Itomi faceva parte del complotto?- gli occhi dell’uomo si velarono di lacrime mentre chiedeva una risposta  alla sua paura più grande …
-No, non crediamo che la sua ex-moglie sappia … Anzi, pensiamo che, in realtà, sia stata usata fin dall’inizio come pedina da sacrificare … -
-Le si spezzerà il cuore … -
-Signor Rousseau … quello dovrebbe essere l’ultimo dei suoi pensieri … -
-No, non può esserlo !… L’idea che le si possa spezzare il cuore non fa altro che aumentare la mia sofferenza … L’unica cosa che mi era rimasta, era vederla felice … e ora … neanche questo mi è più concesso … -
Joe e Jet ascoltarono Rousseau in silenzio, senza dire una parola e capendo che ora restava solo consegnare il loro colpevole alla giustizia, anche se questo significava causare altra sofferenza.
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Portarono a termine la loro missione , rivelando che colui che aveva minacciato e tentato di uccidere Rousseau era il compagno di Itomi, Marvin Russell: era uno scienziato che collaborava al progetto di Harrison e voleva eliminare l’ex marito della moglie per mettere mano sui suoi soldi … Ai tempi in cui erano ancora sposati, Rousseau aveva stipulato un’assicurazione sulla vita a favore della moglie e poi, nonostante la separazione, non l’aveva modificato. Era una cospicua somma e all’insaputa della compagna aveva architettato tutto per eliminarlo …
Itomi ne rimase sconvolta, tanto che quando ne venne a conoscenza, ebbe un malore e dovette essere portata di urgenza in ospedale.
I due consegnarono nelle mani della polizia le prove che incriminavano Russell e poi, di lui e Vincent , accusato di violenza e maltrattamenti, da quel momento non si seppe più nulla.
Itomi, ancora sotto shock e amareggiata per quel tradimento, decise di tornare nella sua patria, il Giappone, per tentare di mettere alle spalle quella terribile scoperta …

Rousseau rimase profondamente ferito dalla situazione, sia da quella che aveva vissuto lui che da quella della ex-moglie e di  Francoise … Decise così, di ritirarsi a vita privata e di intraprendere uno nuovo percorso della sua vita, aiutando i bisognosi e i deboli, attraverso opere di carità e sostenendo associazioni che aiutavano chi si trovava in difficoltà.

Estelle fece come le aveva suggerito Joe, confessò di essersi inventata tutto per invidia e che Francoise non l’aveva smentita davanti a tutti solo perché troppo ferita e addolorata dal suo comportamento … e così anche la reputazione di Francoise fu salva, ma …

-E quindi? … torniamo a casa così?-
-Che vuoi dire? … -
-Non fai nulla? Non ci provi neanche a parlarle e a spiegarti …?-
-Non mi vuole parlare … è inutile … ho provato a chiamarla, ma ogni volta  riaggancia o spegne del tutto il cellulare … -
-E questo ti ha scoraggiato?! Mi vuoi dire, che dopo tutto il casino che hai fatto per rivederla, ti fermi davanti ad un telefono spento? Ti va forse di scherzare?!- Jet , senza sapere il vero motivo, ritornò improvvisamente a prendere le parti dell’amico , non poteva e non voleva lasciarlo rinunciare così …

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-E’ una follia … non mi vorrà mai vedere!-
-Se non ci provi come fai a saperlo? … ormai sei qui … a pochi metri da te c’è casa sua e, lei è lì … provaci … se non lo fai, non potrai mai saperlo!-
Joe guardò il palazzo, verso quello che era l’appartamento di Francoise, prese fiato e si diresse da lei …

Suonarono alla porta …
Francoise non stava aspettando visite, pensò che probabilmente era la signora del piano di sotto, ancora preoccupata per il suo stato di salute: le aveva spiegato che aveva avuto un brutto incidente di auto e che le avevano dato alcuni giorni di riposo, ma la signora continuava a non darsi pace a quanto pareva!Quando aprì la porta però si trovò di fronte Joe …
-E tu che ci fai qui?-
-Ho bisogno di parlarti … posso entrare?-
La ragazza esitò un attimo, ma poi decise di farlo accomodare …
-Dimmi … -
-Volevo sapere come stavi … -
-Se sei venuto a chiedermi solo questo … allora è un dialogo breve … sto bene, grazie. Ora puoi andare . -
-Aspetta un attimo … non ho finito … non rendere tutto ancora più difficile … -
Lo guardò e alzò le mani, in segno che sarebbe stata zitta ad ascoltarlo …
-Io so che non mi puoi perdonare per quello che è successo … tutto è partito a causa mia e del mio egoismo … ma non riuscivo a farmi una ragione della tua partenza … te ne eri andata via, senza dire una parola, lasciando alle spalle solo le nostre foto in camera tua … Come pensi che ci siamo sentiti? … Non riuscivo a capire le tue motivazioni … tutti però, alla fine, sembravano che se ne fossero fatti una ragione e che avessero capito, ma io … no … non avevo capito e quando capitò il caso di Rousseau non riuscì a rifiutarlo, nonostante il Dottore mi avesse pregato di rinunciare e di lasciarti stare … - riprese fiato .- Quando ti rividi allo spettacolo, pensai che ci avessi abbandonato per il tuo egoismo … pensai che preferivi essere una star del ballo che una di noi … ma poi, quando incrociai il tuo sguardo al ricevimento, capì che non era per quello … tu, te ne eri andata per causa nostra e basta. Non vi era altra causa, se non quella … ma ormai non potevo più tornare indietro:avevo accettato la missione e non potevo più andarmene … Rousseau mi espresse il desiderio di rincontrarti di persona e di invitarti alla sua tenuta … Gli spiegai allora, che non sarebbe stato il caso perché ,tu eri una di noi , ma te ne eri andata e non volevi più vederci … Rousseau insistette per averti come sua invitata, ci teneva molto a conoscerti meglio e mi chiese di perdonarlo, ma sarebbe andato contro la mia richiesta … e fu così che iniziò tutto … Ora, se vuoi, posso anche andarmene … -
Francoise rimase in silenzio, come a soppesare le sue parole … poi si alzò e si diresse verso la finestra , dandogli le spalle .
-Se è tutto quello che volevi dirmi … per me è tutto chiarito e chiuso.-
-Chiarito? … che intendi?-
-Che almeno adesso so il motivo folle che ti ha spinto ad arrivare a questo punto … -
-Qualunque cosa io possa dire o fare, le cose non cambierebbero, vero?Tu non ritorneresti indietro?-
-No . -
-Neanche se … ti dicessi che ti a-
Francoise si girò di scatto e lo zittì mettendogli la mano sulla bocca.
-No ti prego … non lo dire … non rendermi questo momento ancora più doloroso … - iniziò a piangere, mentre lui le prese la mano, scostandola dalla sua bocca appena poco, per baciargliela con dolcezza .
- Ti prego … lasciami andare … io non ci riesco più a starti accanto così… non riesco più a vederti far finta di non vedermi , solo perché la nostra condizione non ce lo permette di stare insieme … ero stanca di tutte quelle notti passate  in solitudine a piangere, quando avevo solo bisogno di una tua carezza o di una tua parola … -
Joe la guardò negli occhi e l’attirò a sé, stringendola e cercando le sue labbra … Francoise cedette a quel attacco così tenero e si perse in quel bacio così dolce e amaro allo stesso tempo ... si baciarono a lungo e dolcemente, abbracciandosi e tenendosi stretti fino a quando le loro labbra si separarono … le loro fronti erano unite  e lui cercava disperatamente la sua pelle, le sue guance, mentre cominciò a piangere anche lui e la implorò. -Ti prego … non lasciarmi andare via … te ne scongiuro … - il cuore di Francoise ebbe una fitta, non riusciva a fermare le lacrime , e la sua decisione vacillò quando gli accarezzò il viso e con le labbra le asciugò le lacrime, prima di baciarlo di nuovo . Lo sentì così suo in quel momento e pensò che quello, sarebbe stato il massimo che avrebbero potuto avere dalla vita … un breve istante di felicità … e poi più niente … si staccò da lui e dalla sua bocca, con reticenza e dolore, ma se non lo avesse fatto non avrebbe più avuto il coraggio di mandarlo via … Lo allontanò da lei e lo pregò di andarsene … mentre sentiva il suo  cuore sgretolarsi definitivamente .
-E’ questo che vuoi veramente? … che me ne vada per sempre?-
“Per sempre” che parole pesanti e dure … non se ne era mai accorta fino a quel momento …
-Sì … è la mia decisione … da oggi io non esisto più per nessuno di voi…-
-Va bene … me ne vado, ma … mi dispiace … non potrai mai cancellare il tuo ricordo da nessuno di noi … e soprattutto da me … Ti porterò per sempre nel mio cuore e nella mia anima , come se fossi un marchio a fuoco,  per il resto della mia vita … fino al mio ultimo respiro … - se ne andò senza fare quasi rumore e con il cuore a pezzi,  chiuse la porta dietro di sé, con la consapevolezza che non l’avrebbe mai più rivista.

 

Jet lo vide arrivare e capì subito cosa fosse successo …
- Mi dispiace Joe ...-
Joe non rispose, si voltò un’ultima volta verso la finestra del suo appartamento, lei era lì … sapeva che era lì e lo stava guardando mentre se ne andava …
-Perché non io con te?- a Joe sfuggirono quelle parole, così dolorose, senza neppure accorgersene e realizzò quanta reale solitudine, da quel momento in poi , avrebbe fatto parte di lui …
Un attimo ancora … e poi finì tutto …

Tell me what you want, I am not afraid
Look into my eyes and tell me so
Don't try to hide, no need to lie
I just wanna know, why you gotta go

(I Know), I guess you got another girl
(I Know), your love for me has faded away
(You know) Still you can't seem to let me go

Baby you can say goodbye
Turn away just walk away
Baby you can let me go
Cause being with me hurts me more
All the love you gave me, you can take it back
All your love... just take it back
I am not gonna shed another tear, just gonna let you go

Say you gonna leave
Walk out the door
I try to hold it in
And let you go

I'm hurting inside
I swallow my pride
I don't wanna show you
How I really feel

(I Know) Our memories will fade away
(I Know) You won't even look my way
(You Know) Deep down inside, I'm holding on

Baby you can say goodbye
Turn away, just walk away
Baby you can let me go
Cause being with me hurts me more
All the love you gave me, you can take it back
All your love... just take it back
I am not gonna shed another tear, just gonna let you go.

(You) don't forget about our love
(You) the one and only I had was you
Every reason for my life was you, my baby
(Why) did you make me believe you
(Why) and the love that was so true
Falling apart.... what should I do
This is all that's left of me

Baby please don't say goodbye
Tell me that it's all a dream
Baby please don't let me go
Loving you was everything

Hoping you'd remember all the time we shared
There's just nothing to compare
I am not gonna shed another tear, just gotta let you go

Oh oh oh oh oh
Tell me baby tell me please
Oh oh oh oh oh
No no no no
Oh oh oh oh oh

Baby I'll just say goodbye2

 

 

1 Supercell, 2011, Euterpe.Japan.
2 G.NA, 2012, I’ll Get Lost, You Go Your Way, English Version. Korea, Cube Entertaiment.

© 06/11/ 2012

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